"Che facciamo se è positivo?" attualmente sono distesa sul corpo di Niccolò, con la faccia spiaccicata al suo petto e le gambe e braccia attorcigliate a lui tipo un koala. L'ho letteralmente costretto a sdraiarsi poco fa, e lui per farmi sentire a mio agio data la situazione ha acconsentito tranquillamente senza ribattere. Credo che mai nella vita fino ad adesso ho sentito la necessità di dover donare e ricevere affetto da qualcuno, tanto quanto ne sto sentendo oggi. Proprio per questo motivo sono incollata a lui dal primo istante in cui l'ho visto.
"Quando finito tutto questo torni la solita stronzetta, sappi che pretenderò anche io un trattamento speciale" mi sorride malizioso rimanendo con la mano fissa sulla mia testa, che mi accarezza delicatamente.
"Mi fai schifo" affermo al solo realizzare il vero significato implicito delle sue parole.
"Si, infatti vedo come ti disgusto" fa riferimento ai nostri corpi ancora attaccati, senza nessuna anche minima intenzione di distogliersi l'uno dall'altro.
"Nicco" richiamo la sua attenzione.
"Dimmi"
"Non hai risposto alla mia domanda" mi mangiucchio le punte delle dita, più in ansia che mai.
"Che si fa se è positivo?" parlo vagamente cercando di nascondere la paura che provo solo ad immaginarmelo.
"Facciamo quello che vuoi tu" mi accarezza una guancia passando il pollice sotto l'occhio, e adesso avrà di sicuro notato il fatto che sono umidi.
"E se io volessi fare quello che vuoi tu?" cerco di estrapolargli una risposta concreta.
"Vedremo come andrà bimbè" termina lui stesso il discorso con quel suo solito termine, che questa volta mi fa pensare.
"Ecco vedi?! Tu mi chiami bimba fin dall'inizio. Cosa succederebbe se ne avessi una vera qui dentro? Tutto questo non esisterebbe più" cerco di nuovo di nascondermi dai suoi occhi, che nonostante ciò, continuano a seguirmi in ogni mio movimento insieme al suo sorriso immancabile.
"In primis, sappi che voglio un maschietto. Anche se pensandoci adesso, una piccola te non mi dispiacerebbe affatto" mi scompiglia i capelli in testa.
"E poi, pure se avessi altri centomila bambini davanti, tu rimarresti ugualmente la mia bimba, punto" mette in chiaro facendo nascere un sorriso spontaneo sulle mie labbra dato che ad essere sincera, questa risposa non me l'aspettavo.
"Saranno passati cinque minuti?" chiedo avendo perso completamente la cognizione del tempo.
"Credo proprio di si" risponde calmo mentre io prendo un bel respiro e finalmente mi metto a sedere composta sul letto. In poco tempo il moro assume la mia stessa posizione esattamente accanto a me. Gira il viso dalla mia parte e contemporaneamente anche io faccio lo stesso con lui.
"è ora" rimane un misto tra una domanda e un'affermazione incerta dato il solo timore che traspare dalla mia voce.
"A quanto pare" conferma la mia ipotesi alzandosi dal materasso e tendendomi la mano che afferro saldamente prima di ogni altra cosa. Mi tiro su in piedi e, anche se con un po' di fatica, riesco a tornare davanti alla porta del bagno affiancata dal mio ragazzo. Sto per entrare quando però la mia testa non decide di fermarmi.
"Vai tu" gli dico sicura, notando il suo viso incupirsi, diventando un po' spaesato giustamente.
"Sei sicura?" si accerta ottenendo un mio cenno deciso. Allora prende coraggio e dopo aver tirato un sospiro, varca la soglia del bagno, lasciandomi fuori in attesa di risposta. Dire che sto tremando è dire poco: la paura mi sta letteralmente divorando mentre il mio piede fa su e giù contro il pavimento, senza nessun controllo. Mi tremano le mani e anche le gambe, proprio per questo decido di accasciarmi a terra, in modo tale da essere già pronta al peggio se mai dovessi svenire sul colpo.
"Niccolò" lo chiamo dopo interminabili minuti passati senza alcun segno di vita da parte sua.
"Amò" spalanca la porta ed io di scatto mi metto le mani davanti agli occhi intimorita. Non sentendo di nuovo assolutamente niente da parte sua, apro finalmente gli occhi trovandomelo davanti, con il test in mano intento a rigirarlo tra le mani.
"Non ci capisco un cazzo" esordisce ed i nervi mi salgono ancor più a fior di pelle.
"Quante linee ci sono?" chiedo direttamente non volendo prendere in mano di persona quell'aggeggio.
"Una"
"Dio santo" mi metto le mani nei capelli e senza neanche rendermene conto comincio a piangere. Tengo le mani davanti alla faccia, in modo tale da non mostrare le mie condizioni più che pessime, mentre noto sempre più inquietudine da parte di Niccolò, che ancora non ha chiaro nulla.
"Che significa?" mi affianca cercando di scoprirmi il viso dolcemente.
"Non sono incinta" dico soltanto per poi rifugiarmi nell'incavo del suo collo, sentendo le sue braccia forti attorno ai fianchi. Non so come mi sento, di sicuro sollevata, tutta l'ansia che avevo fino a qualche secondo fa è svanita nel nulla e ringrazio il cielo per questo. D'altra parte non nego che c'è quella piccola, quasi impercettibile parte di me che avrebbe voluto conoscere la mia reazione ad una possibile risposta positiva.
"Basta Emma, calma" cerca di tranquillizzare i miei singhiozzi che si fanno sempre più intensi e velocizzati. In effetti nonostante la risposta sia stata quella che speravo, sto avendo una reazione a dir poco eccessiva, tant'è che il mio respiro comincia a diventare più breve e, come i singhiozzi, velocizzato in una maniera abbastanza elevata. Preso dal panico, Niccolò posa una mano sulla mia testa portandola dritta al suo petto in modo tale da farmi udire il battito del suo cuore accelerato, proprio come il mio. Solo allora riesco a calmarmi per davvero, riprendendo il respiro regolare.
"È finito tutto" passa i pollici sulle occhiaie nere che ormai porto da un paio di giorni sotto gli occhi.
"Io giuro che non mi ubriacherò mai più in vita mia" affermo riuscendo ad attirare una risata generale.
"O perlomeno non con te" mi correggo puntandogli un dito contro.
"E quel preservativo del cazzo te lo incollo" ride di nuovo anche se io adesso sono seria.
"Esiste una cosa chiamata pillola" mi fa notare.
"Si ok ma se inizio adesso devo aspettare almeno un mese prima che inizi a fare effetto" riprendo la sua affermazione, capendo che si, forse questa è la cosa migliore da fare.
Neanche facciamo in tempo a guardarci negli occhi che scoppiamo di nuovo a ridere, come se niente fosse successo, anche se ammetto di avere ancora qualche lacrima sul viso. Come se nulla fosse, eppure abbiamo saltato un ostacolo mille volte più grande di noi.SPAZIO AUTRICE
Scherzetto
STAI LEGGENDO
Ho bisogno di amarti||ultimo
Fanfic•tratto dalla storia• "Resti stasera?" pronuncia tali parole con voce roca, ricordando la canzone che mi ha cantato poco fa. Per la prima volta da quando lo conosco, posso giurare di vederlo in uno stato di vulnerabilità. Lo guardo negli occhi, e ri...