40-L'effetto che mi fai

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"Emma" sento una voce familiare richiamarmi.

"Emma siamo arrivati" stropiccio le mani sugli occhi mettendo a fuoco la vista. Appena riesco a riprendere conoscenza e a guardarmi in torno, realizzo di trovarmi ancora sdraiata sul sedile della macchina di Niccolò, mentre al mio fianco al posto del guidatore lui adesso non c'è più.

"Nic?" lo chiamo incerta vedendolo apparire poi, dalla parte del baule. Ha tra le mani sia la mia che la sua valigia mentre gli occhiali da sole gli coprono gli occhi.

"Ma tu sei sicura di non assumere nessun sonnifero prima di addormentarti?"

"Avevo sonno" mi giustifico stiracchiandomi per bene.

"Ho notato" mette a terra uno dei due bagagli per prendere le chiavi dalla tasca e chiudere la macchina.
Allora ne approfitto ed esco dall'auto, aiutandolo con la seconda valigia che prendo io stessa tra le mani.

"Sicura che non pesa troppo?" chiede appena nota che non riesco ad alzarla da terra.

"Tranquillo" alzo poi il bastone del trolley facendo un occhiolino forzato, in grado di strappargli uno di quei sorrisi per cui vado pazza.

"È questo l'hotel?"

"Già" sorride prendendomi per mano.

Nonostante io abito a Roma, posso dire di non essere quasi mai andata in centro, o in tutti quei luoghi comuni che qualsiasi turista sogna di visitare nella capitale. Saprei riconoscere ogni angolo del mio quartiere ma questo posto, che non mi appartiene, non ho idea di dove possa essere.

"Buongiorno ragazzi, avete prenotato?" una ragazza poco più grande di noi ci raggiunge vedendoci un po' spaesati in mezzo alla hole. Non appena si avvicina, sorride ampiamente ad entrambi, e girandomi alla mia destra noto immediatamente lo sguardo di Niccolò spostarsi poco più in giù del viso di quella ragazza, sulla scollatura forse un po'eccessiva della divisa da lavoro. Stringo i pugni nelle mani e cerco di prendere dei respiri profondi mentre invoco ogni spirito possibile per non mettermi ad urlare proprio qui in mezzo alla gente.

"Si grazie" richiamo io l'attenzione di entrambi, che sembravano essersi dimenticati della mia presenza.

"Nome?"

"Moriconi" questa volta è il moro a parlare, accennando un altro sorriso, che la ragazza accoglie sfuggita.

"Stanza 222, matrimoniale con vista giusto?" alla parola matimoniale rimango un attimo immobile senza acennare nessuna risposta. In fin dei conti non ne avevamo nemmeno parlato, penso che Nicco abbia dato per scontato questo piccolo particolare. Ed infatti ci pensa lui ad annuire, afferrando poi le chiavi della camera e dirigendosi al quarto piano.

"220" legge ad alta voce i numeri delle camere davanti alle quali passiamo davanti.

"222" esclama trovando poi la nostra.

In un primo momento rimango ferma nel mio, titubante nel decidere se rimanere arrabbiata per il comportamento di poco fa o meno. Però l'emozione di questo momento, anche solo per qualche secondo, passa davanti ad ogni cosa. Perciò mi avvicino ed entro anche io, seguendo il moro a ruota.

"Wow" mi esce spontaneo dalla bocca, senza nemmeno rendermene conto. La stanza è bellissima e soprattutto molto più grande di quanto pensassi.

"E ancora non hai visto niente" tira la tenda che stava su tutta la parete, da un solo lato, dando modo così, di notare l'immensa finestra. Alla vista mi porto automaticamente una mano alla bocca ammirando la bellezza della mia Roma da qui. Siamo esattamente sopra la fontana di Trevi, posto che non avevo ancora avuto il privilegio di visitare, e a dirla tutta sono felice di averlo fatto con lui per la prima volta.
E mentre penso questo due braccia tatuate mi stringono da dietro, io porto le mie esattamente sopra le sue.

"Ti piace?" chiede, sicuramente già a conoscenza della risposta.

"Scherzi?" mi giro in modo tale da guardarlo negli occhi. Con le braccia mi dimeno così da portarle all'altezza del suo viso per poter togliere quei maledetti occhiali da sole. Una volta riuscita nel mio intento, li poggio sul davanzale della finestra tornando poi con lo sguardo su di lui, che sorride non smettendo di stringermi.

"Bene, che si fa?" chiedo guardandomi intorno innocente.

"Io un'idea ce l'avrei" con un gesto fulmineo mi prende in braccio a modi sposa, facendomi di conseguenza scoppiare a ridere per la sorpresa. Arriva esattamente davanti al letto sul quale mi butta pesantemente. Non faccio in tempo a rialzarmi che già mi ha raggiunto intrappolandomi tra il suo corpo e il materasso.

"Sei così impaziente?"

"Mh forse, tu che dici?"

"Beh puoi sempre andare a chiamare alla reception, sembravi interessato poco fa" provoco in tono distaccato. Lui sembra non capire ma appena incrocio le braccia al petto tentando di sembrare arrabbiata, intuisce la mia motivazione.

"Sei seria?"

"Ti sembra la faccia di una che sta scherzando?" alzo un sopracciglio vedendolo farsi sempre più vicino.

"Belle le divise che danno alle collaboratrici degli hotel, mh?" continuo a parlare.

"Si vero" lo sento dire. Spalanco gli occhi tirandogli uno schiaffo sulla spalla, mentre lui continua a ridere a crepapelle.

"Io ti avviso Moriconi, stai rischiando grosso" gli punto un dito contro per allontanarlo da me.

"Eddai stavo scherzando" cerca di avvicinarsi di nuovo, ricevendo una negazione in risposta.

"Io no invece" mi giro dal lato opposto al suo, notando auanto però se ne stia altamente fregando delle mie parole. Tant'è che nel giro di pochi secondi mi sta già abbracciando da dietro, sfiorando l'orlo della mia maglietta e di conseguenza la mia pelle, con le dita. Rabbrividisco subito a quel contatto per poi cercare di mantenere un minimo di lucidità mentale, anche se con lui non è mai così semplice.
Posa le labbra sulla pelle del mio collo, sempre rimanendo dietro di me, ed io a quel gesto piego la testa da un lato in modo tale da lasciargli piazza pulita su di me.
Ormai ha il pieno controllo del mio corpo, come tutte le volte in cui ci ritroviamo in situazioni simili, e questa cosa non può che farmi venire mille brividi a fior di pelle.
Sale con le labbra fino al retro del mio orecchio.

"Mi piace quando fai la gelosa sostenuta e poi finisci per cedere" sussurra.

Di nuovo una scarica di brividi lungo tutto il corpo.

"N-non è giusto" dico con voce spezzata dato ciò che mi sta provocando Niccolò.

"Che cosa?"

"L'effetto che mi fai" riesco a dire queste parole senza stopparmi, per fortuna.

Fa in modo che io mi volti, facendo scontrare il mio naso con il suo e incrociando i miei occhi. Mi bacia nuovamente il collo, salendo fino al viso. Una guancia, poi l'altra, il naso, fino all'angolo della bocca, senza far mai toccare le nostre labbra.

Diciamo che a farmi impazzire sei proprio un professionista.

Porta di nuovo le mani ai lati della maglietta cercando di sfilarla. Io però questa volta riesco a prendere le redini della situazione non permettendogli di farlo.

"Niccolò io sono ancora arrabbiata" dico seria cercando di scollarmi l'adrenalina di dosso.

"E per che cosa?" di nuovo quella faccia, che da una parte prenderei a schiaffi ma che dall'altra bacerei fino a perdere il fiato. Prima che io possa dire qualsiasi cosa però, si avvicina pericolosamente alle mie labbra in modo tale da bloccarmi il respiro.

"Io voglio solo te" dice queste parole con una tale serietà da mandarmi letteralmente fuori di testa.

"Ti sembra la faccia di uno che sta scherzando?" ripete la mia stessa frase di prima, facendo sciogliere in qualche modo anche quella piccola parte di me che ancora lottava per rimanere indifferente.

SPAZIO AUTRICE
Ho una paura assurda che la storia diventi monotona.
Avevo in mente di scrivere ancora uno massimo due giorni di vacanza e poi passare direttamente al ritorno alla normalità però ho paura che poi stanchino le smancerie che scrivo, in breve.
Quindi non so, se avete consigli sono ben accetti, altrimenti faccio quello che viene e pace. 
:)

Ho bisogno di amarti||ultimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora