57-Ovunque tu sia

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L'universo, è questo il tema che ho deciso di portare come argomento principale per gli elaborati finali. Oltre ad essere un argomento interessante ha soprattutto, per me personalmente, un significato particolare che alla fine mi sono convinta di approfondire.

Precisamente ieri hanno messo in bacheca fuori da scuola il calendario degli esami. Io e Niccolò, con non so quale strana magia, siamo passati fortunatamente e abbiamo gli esami fissati per il cinque di data, perciò prima del giorno in cui festeggeremo la fine dell'anno. Proprio per questo sono contenta perché secondo me non avrebbe avuto tanto senso festeggiare senza sapere se poi avrei passato o meno gli esami.

Il vibrare del mio telefono sulla scrivania distoglie i miei occhi dallo schermo del computer.

da Moriconi♡: "Stasera che si fa?"

a Moriconi♡: "Avevo in mente di studiare"

da Moriconi♡: "Ti passo a prendere alle sette e mezza"

a Moriconi♡: "Chi ti dice che io abbia voglia di uscire con te?"

da Moriconi♡: "Arrivo"

Sorrido imbambolata come una cretina davanti a questi messaggi, per poi chiudere il PC e prendere qualcosa di decente da indossare.
Non mi ha detto dove andremo, ed essendo lui la persona più imprevedibile che conosco, decido di indossare qualcosa di basilare, semplice.

"Che vuoi per cena?" papà fa irruzione in camera mia, senza nemmeno bussare la porta.

"In verità mi ha scritto Niccolò..." dico vaga prendendo poi un leggins nero dall'armadio.

"Va bene, per che ora passa?"

Nel secondo esatto in cui mi pone la domanda, il campanello suona, risparmiandomi una risposta. Papà sorride e si dirige verso l'entrata mentre io mi muovo a prepararmi. Passo in bagno, così cauta da riuscire a vederli senza farmi notare da nessuno. Per fortuna posso notare che Niccolò è vestito in modo normale, né troppo elegante né troppo sportivo, quindi i vestiti che ho scelto vanno benissimo

Passo il mascara un paio di volte sulle ciglia e il correttore sotto gli occhi per nascondere le occhiaie che purtroppo, ho di natura e sono pronta.

"Buonasera" saluto il moro, rimanendo cordiale di proposito.

Nic si limita a sorridermi facendo un passo verso di me. Allora sono io ad avvicinarmi vino a legargli le braccia al collo e stampargli un bacio a stampo sulle labbra.

"Dove andate?" ricordo la presenza di mio padre e mi allontano il giusto.

"Avevo in mente un posticino dove andare fuori a mangiare" risponde Nicco in breve.

"Sta da te a dormire?" mio padre si rivolge moro ed io non posso che percepire il suo disagio nel non sapere come rispondere. Non era di certo la prima volta, ma non gli era mai stato chiesto da lui direttamente prima d'ora. Vorrei aiutarlo, ma d'altronde non so che cosa ha in mente quindi non saprei nemmeno come rispondere.

"Ti avviso io poi" riesco ad agevolare la situazione, abbozzando un sorriso a papà

Lui annuisce e posso ben notare Niccolò tirare un sospiro di sollievo mentale. Ci saluta, mentre io afferro la mano del mio ragazzo e la stringo nella mia. Usciamo di casa e subito vedo la sua macchina nera parcheggiata davanti al cancello grande.

"Guarda che figata" affermo indicando il cielo con la mano che è nella sua.

"Sembra quasi petrolio" fantastico sul colore più scuro del solito di ciò che sta sopra di noi. Ecco questo è un'altro dei motivi per il quale ho scelto l'universo come argomento. Sono sempre stata affascinata dallo spazio, dalle stelle e dal cielo, penso che siano delle vere e proprie opere d'arte. La sera spesso mi fermo a guardare il cielo ed osservo come questo fa da sfondo a tante piccole, ma a loro tempo gigantesche, sporgenze di luce e rimango ogni volta sbalordita dalla loro quantità.

"Sicura di stare bene, si?" mi passa una mano sulla fronte per due volte come per controllare la temperatura. Capisco che sta scherzando solamente quando lo vedo ridere di gusto, aprendomi lo sportello della sua auto.

"Allora" mi siedo sul sedile del passeggero.

"Dove mi porti?" sorrido rivolgendogli uno sguardo.

"Ti porto a mangiare la pizza più buona che tu abbia mai mangiato" accende il motore e parte.

"Ah si?" lo sfido accorgendomi di avere il sorriso stampato da talmente tanto tempo, da non riuscire a levarlo dal viso.

"Vedrai, vedrai" risponde sicuro di sè, accendendo poi la radio a volume basso.

"Comunque, Moriconi, abbiamo l'esame tra due settimane, volevo avvisarti" butto lì l'argomento cercando di non risultare pesante. È solo che non voglio che passi l'anno prossimo ancora in ballo con la scuola per la terza volta di seguito.

"Lo so" risponde solamente risultando un po' più serio rispetto a prima. Io allora rimango zitta, per paura di averlo in qualche modo infastidito, senza volerlo.

"Tranquilla che li passiamo insieme sti esami. Che pensi che voglia chiedere la residenza a scuola?" ci pensa lui a tranquillizzarmi dicendo palesemente che anche lui vuole uscire di lì al più presto.

"Li passiamo, e una volta finiti ti porto via con me per tutta l'estate" ammette con il suo solito sorrisino che questa volta, seppur per un nano secondo, riesce a farmi arrossire. Scrollo subito la testa concentrandomi di più sulle sue parole.

"Andiamo via?" chiedo con fare da bimba, consapevole di quanto lui lo adori.

"Scappiamo altrove" la sua espressione si fa seria, per un attimo distoglie lo sguardo dalla strada per fissarlo nei miei occhi e il mio cuore perde un battito.

"Guarda che io ti prendo in parola" metto in chiaro puntandogli l'indice contro.

"Giuro" si porta una mano sul cuore, reggendo fisso il volante con l'altra.

"Ti porto via, dove il mondo è un'idea, a me basta che ci sei tu" la stessa mano che si era portato sul petto poco fa, adesso si è poggiata sulla mia gamba che accarezza da sopra il tessuto dei leggins. Inutile negare i brividi che, nonostante tutto, riesce a farmi provare anche con un gesto così apparentemente semplice. Per evitare che lui stesso noti questa mia reazione, mi affretto a intrecciare le mie dita nelle sue.
Non mi nega il contatto, anzi stringe a sua volta la presa.

"Portami ovunque tu sia" sussurro solamente, in modo tale da farmi sentire ma allo stesso tempo, di rimanere un po' nascosta. 
Sorride, mostrandomi le due solite fossette sulla guancia per poi portarsi alle labbra le nostre mani ancora unite. Mi stampa un dolce bacio sul dorso della mano, prima di tornare con lo sguardo verso la strada.

Alla radio, di sfondo a questo momento, passa "Come nelle favole" del nostro Vasco. Neanche a farlo apposta, quando entrambi ci accorgiamo di questo particolare, ci giriamo a guardarci, per poi scoppiare a ridere dato il tempismo perfetto con il quale abbiamo fatto tutto.

"Io e te, io e te
dentro un bar a bere a ridere
Io e te, io e te
a crescere bambini, avere dei vicini
Io e te, io e te
Seduti sul divano, parlar del più e del meno
Io e te, come nelle favole"

Ho bisogno di amarti||ultimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora