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Samantha's pov

La scoperta delle mani di Moretti mi aveva preoccupato e non poco, il fatto che uno dei miei avesse potuto tradire mi faceva male e soprattutto ribrezzo, perché uno dei miei dipendenti avrebbe potuto pugnalarmi? La paga era buona, anzi direi ottima, c'è qualcosa che non quadra in questa storia, dubito che Gianni faccia queste cose da solo, se non per qualcuno di più importante, non era mai stato uno dei dipendenti migliori, ma il suo lavoro lo aveva sempre svolto abbastanza bene. Spero veramente di sbagliarmi mail fatto che non fosse a New York e che avesse dei tatuaggi sulle mani, erano senz'altro prova del crimine commesso, la cosa più importante in questo momento è telefonare ad Arturo in modo da avere la situazione più chiara, al tutto si aggiungeva lo stress accumulato nel tempo a causa del lavoro, speravo di poter andare per un po' di settimane a NY, ma per come si stavano mettendo le cose, dubitavo che sarei riuscita a staccare la spina dall'Italia per un po' di tempo, era sempre così, quando avevo voglia di rilassarmi si presentava sempre un problema anche più grande degli altri. -Pronto?- risponde Arturo dopo qualche squillo -Scusa per il disturbo Arturo, ho delle prove...- dico un po' incerta -Veramente?- mi chiede lui sconvolto -Sì, uno dei miei dipendenti non è a lavoro a New York, quando in realtà dovrebbe trovarsi lì e per di più ha dei tatuaggi sulle mani...- gli rispondo io, sembra ragionarci su per qualche secondo e poi dice -Come l'hai visto Samantha? Se non è a New York, dov'è?- mi chiede lui di fretta -L'ho visto in video chiamata e gli ho detto che sapevo si trovasse in Italia e che doveva venire domani in azienda- rispondo io preoccupata, solo ora stavo realizzando di aver fatto una grandissima stronzata -Samantha, non puoi averglielo detto veramente, sei in pericolo, devi andartene, penseremo noi a tutto, per ora l'unica cosa importante è la tua sicurezza- mi risponde allarmato l'ispettore -Arturo lo sai che non posso, non abbandono la nave prima dei miei dipendenti- dico io sicura delle mie parole -Metteremo a sicuro tutti, ma la loro preda sei tu, non i tuoi dipendenti. Quindi alza il culo da quella poltrona e vai a preparare le valigie- mi dice Arturo con un tono autoritario come quello di un padre -Arturo...- tento di fargli cambiare idea ma lui mi blocca in partenza -Niente ''Arturo'' Sam, non sto scherzando, hai qualcuno a cui lasciare momentaneamente il posto senza farlo sapere in giro?- ragiono un po' e poi mi viene solo una persona in mente -Sì, Fausto Rossi, il vice capo, ma dovrei prima chiederglielo...- dico -Allora chiamalo subito e avvisalo del fatto che prenderà il tuo posto, ti voglio su un aereo entro domani pomeriggio, nessuna scusa- ero sorpresa del fatto che mi stesse parlando così, ma in fondo ha ragione, devo occuparmi della mia azienda, ma soprattutto di me stessa -Va bene... a dopo allora- dico incerta -Sì, tra poco arrivo lì per prendere la registrazione della video chiamata, sono appena uscito da Palazzo Chigi- cosa faceva a Palazzo Chigi? Non sapevo avesse qualcosa da fare anche lì, in ogni caso non sono cose che mi riguardano, ci salutiamo ed infine riattacco. Al posto di  chiamare Fausto, decido di andare nel suo ufficio, attaccato al mio, in modo da sgranchirmi le gambe, esco dalla porta bianca della stanza attirando lo sguardo di tutti i dipendenti su quel piano, su di me, ero abituata a tutto ciò, sono pure sempre il capo. Busso alla porta dell'ufficio di Fausto e senza neanche aspettare una risposta, entro, mossa sbagliatissima dal momento che trovo un Fausto occupato a limonare con qualcuna dei miei dipendenti, non la riconosco dal momento che è di spalle, ma quando si accorgono della mia presenza lei si gira e noto con stupore che è Amalia esatto, la mia segretaria esclamano entrambi un ''Oh'' -Ragazzi 'oh' lo dico io, per favore prendetevi una stanza per fare queste cose, che schifo, sapete quanto ho pagato queste scrivanie?- chiedo scoppiando dopo poco a ridere -Scusaci capo...- dice Amalia -Non preoccupatevi, Riccardo, nel mio ufficio, Amalia tu torna nel tuo, continuerete il lavoro fuori dalla mia azienda, grazie- dico uscendo dalla stanza lasciandomi alle spalle i due ragazzi scioccati. Torno in ufficio e dopo qualche minuto dopo aver esclamato un ''Avanti'' entra Fausto e gli chiedo con un sorrisino omicida -Caro Fausto, hai fatto calmare il tuo cosino?- lui sembra in un primo momento sconvolto ma poi scoppia a ridere -Sì capo, di cosa ha bisogno?- chiede lui -Da domani prenderai il mio posto, non fare stronzate e per favore non dirlo in giro, chiedi spiegazioni all'addetto alla videosorveglianza, comportati come se fossi qui, e non scopare nel mio ufficio con Amalia, al massimo nel suo- dico con un tono asciutto -Capo non so...- risponde Fausto  -Da domani sei tu il capo nell'azienda a Roma, io devo partire per lavoro- dico senza far capire la destinazione -Va bene capo... Ci terremo in contatto?- chiede -Ovviamente, lo sai come sono fatta, oggi finisci prima il turno, domani mi servi carico- gli dico sorridendo -Va bene, arrivederla Samantha- dice avvicinandosi alla porta -Ciao Fausto- dopo aver sentito la risposta abbandona l'ufficio. La mia ansia non intendeva diminuire, non mi ero mai assentata per molto da lavoro ed oggi per la prima volta ero stata obbligata a farlo.

Innamorata del nemico|| Giuseppe Conte🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora