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Samantha's POV


Non posso credere che lo stia dicendo davvero. Aspettavo con ansia questo momento, e che dire? Lo voglio veramente ora. Ha confessato in qualche modo i suoi sentimenti, ed io che pensavo che non avesse neanche un cuore. Non posso dire di esserne innamorata, ma mi piace. Tanto. Troppo. Infinitamente. Mi stacco dal bacio per rispondergli: "Presidente, provo le stesse cose anch'io. L'unica cosa che le chiedo è di non lasciarmi andare" Dico con le mani poggiate sulle sue guance. "Mia dolce Samantha, io non faccio promesse. Dico solo cose per cui farei di tutto affinché si avverino. Io non voglio lasciarti andare, e non lo farò. Ma non è una promessa, è molto di più." Sorrido alle sue parole che mi intrigano. Cosa vuol dire "non faccio promesse"? Forse non vuole sentirsi in colpa quando mi lascerà perché non l'ha promesso? Spero che non sia così, anche perché in queste 5 ore mi ha mostrato un suo lato che adoro. Ho bisogno di un uomo che sappia tenermi testa, non di uno squilibrato che mi faccia da servo. Non rispondo a ciò che ha detto perché lo bacio direttamente. I suoi baci sono la cosa migliore del mondo. Mi fanno stare bene, anzi di più, ma mi sento ancora poco fiduciosa della nostra situazione. Mi sento come se stessi per toccare le stelle ma come se poi dovessi precipitare giù nel vuoto senza poterle toccare realmente. Che sia così anche il mio destino? Veniamo nuovamente interrotti dalla suoneria di un iPhone, molto probabilmente quello di Giuseppe. "Rispondi", gli dico. Nel frattempo osservo la cabina e noto che il pilota non è più a terra. Cazzo, non lo avevamo legato! Mi giro per cercarlo, vedo solo Giuseppe intento a parlare al cellulare, nessun altro. Le cose si stanno mettendo peggio di quanto già lo erano prima. Faccio qualche passo avanti, ma rischio di cadere. Infatti Gianmarco aveva tentato di gettarmi a terra. Giusto il tempo di urlare "Giuseppe!" che il pilota bastardo chiude la cabina a chiave, tappandomi la bocca semplicemente con la sua sporca mano. Tento di scappare ma non me lo permette. Anzi, l'unica cosa che fa è aumentare la stretta attorno alla mia bocca e con l'altra mano intorno al mio collo. "Ora capo, chi è che ha il coltello dalla parte del manico?" dice lui, lurido bastardo. L'unica cosa che ha sempre cercato di ottenere è questa. Dopo ciò, di quali dipendenti mi posso fidare? Noto poco lontano da me il martello di prima. Se devo agire, devo agire rapidamente. La porta della cabina ha un tipo di serratura che non necessita della chiave, per cui dopo averlo stordito dovrei riuscire a scappare senza troppi problemi. Nel frattempo all'esterno sento Giuseppe citare tutti i santi. E che dire, dal signor presidente non me lo aspettavo. Mi spunta subito un sorriso nascosto sotto la mano del verme, che in tutto ciò non si è mai mosso. Chissà a cosa sta pensando. Agisco in fretta, gli mordo la mano, corro a prendere il martello e questa volta senza girarlo gli colpisco una gamba che inizia a perdere sangue. La scena quasi mi rende vulnerabile, ma non ho tempo per lasciarmi sopraffare dalle emozioni. Devo uscire da qui. Apro la porta e fortunatamente riesco ad uscire senza essere afferrata dal mostro. Giuseppe non mi colpisce per poco, stava tentando di scassare la porta e sono certa che non si aspettava che uscissi senza il minimo preavviso. Getta l'altro martello d'emergenza a terra e non aspetto molto prima di gettarmi tra le sue braccia. Vorrei che non fosse stato così, ma in realtà ho avuto paura, più di quanta ne avessi mai provata in tutta la mia vita. "Piccola", dice lui stringendomi tra le sue braccia. "Giuseppe, non smettere di abbracciarmi per favore", dico sistemandomi di più tra le sue braccia. Mi sento a casa con lui vicino a me. Mi fa allontanare di colpo e il suo sguardo diventa sempre più cupo e inevitabilmente poggio una mano sul suo braccio. "Non ora Samantha, io lo uccido quello stronzo". Non capisco il perché di questo attacco d'ira ora. "Cosa c'è?" gli chiedo preoccupata. Lui non risponde, va solo in bagno, prende delle fasce per poi tornare nella cabina. Qui le getta a terra, vicino a Gianmarco ed inizia ad urlargli contro: "Tu lurido bastardo che non sei altro, ora ti alzi, non importa come, e riporti a terra me e Samantha, sani e salvi!" Si nota dal suo tono quanto sia preoccupato e quanto ci tenga a noi. "Perché 'Samantha' mo ti scopi pure il mio capo?" chiede Gianmarco ridacchiando. Non riesco a stare zitta così mi alzo e lo raggiungo. "Ex capo mio caro, ma se ora non mi fai atterrare per bene a New York, farò tutto il possibile affinché tu marcisca in prigione. Due tentati omicidi e ci sarebbe molto altro da dire ma beh, evito, quindi vedi un po'tu cosa fare." Dico sorridendo a mia volta. Giuseppe mi attira a sé e poggia la mano sulla mia vita, segno che intende far sapere anche allo stronzo quello che c'è tra di noi. "Salvini e Conte, bella accoppiata" dice Gianmarco scoppiando a ridere totalmente. Il presidente, che dire, lo afferra per il colletto e dopo averlo buttato sul sedile del pilota gli dice: "Preparati a guidare seriamente questo jet." Con un tono che non accetta risposte. Infatti Gianmarco fa un'unica domanda: "Cosa otterrò in cambio?" Ed è una bella domanda. "Un milione di euro appena atterrati", dico io. So cosa faccio però. "Un milione e mezzo", ribatte Gianmarco. "Va bene", rispondo alla fine io, uscendo dalla cabina accompagnata dal mio presidente preferito.

Innamorata del nemico|| Giuseppe Conte🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora