Capitolo 22: Rientro

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Pov's Alex

Vedo Tobias correre via così lo chiamo più volte, urlando il suo nome. Sembra non sentirmi, così inizio ad inseguirlo finendo per inciampare con una pietra, cadendo e facendomi male al piede. Provo a rialzarmi ma una mano mi ferma.

"Lasciami." Cerco di scappare dalla presa di Win, ma lui mi stringe ancora di più.

"Smettila. Guarda là." Mi indica un punto alla nostra destra. Vedo Jung con in mano due piatti che si dirige nella direzione in cui Tob è sparito. Guardo Win incerto.

"Lascialo fare e se non lo riporta indietro, andiamo a prenderlo noi."

"Perché lo sta facendo?" Chiedo, stringendo gli occhi per il dolore al piede.

"Probabilmente non lo sa neanche lui, ma per qualche motivo è incuriosito dal tuo amico. Non si è mai interessato a nulla oltre che alla musica." Passa il mio braccio sulle sue spalle, mentre mi sorregge dalla schiena.

"Andiamo in stanza, ho una pomata." Annuisco, mentre provo a non gravare con il mio peso su di lui.

Mi poggia sul suo letto e prende una valigetta con all'interno alcuni medicinali per le emergenze.

"Dottore previgente." Gli dico mentre prende una pomata e una fascia.

"E non solo." Mi fa l'occhiolino, facendomi arrossire.

"A che stai pensando?" Mi domanda ridendo. Perfetto Alex, se non fai figure di merda non sei tu.

"N-niente." Scuote la testa divertito, mentre finisce di fasciarmi.

Il mio pensiero va Tob e la preoccupazione ritorna. Lui sembra capirlo.

"Tranquillo. Mark mi ha scritto che va tutto bene e che tra poco tornano." Mi mostra il messaggio e sospiro leggermente sollevato. Quando saremo soli gli parlerò.

Lo vedo prendere il suo pigiama e poi guardarmi in attesa.

"Cosa?" Lo fisso non capendo.

"Il tuo pigiama dove si trova, così te lo prendo?"

"Oh, si si. Nella valigia nera, nella tasca davanti." Me lo porge. Si toglie la maglietta e io sgrano gli occhi diventano bordeaux, girandomi dall'altro lato quando fa la stessa cosa con i pantaloni. Devo darmi una calmata, che sto per entrare in iperventilazione.

"Alex, tu non ti cambi?"

"E-ecco potresti.." Passa lo sguardo sul mio corpo, prima di girarsi senza dire una parola.

Mi cambio velocemente e quando ho fatto gli dico che può girarsi. Viene a sedersi sul letto accanto a me, incrociando le gambe.

"Perché hai voluto che mi voltassi? Ti vergogni di me?" Nego subito.

"Mi vergogno di me stesso." Dico piano, abbassando lo sguardo. Ma subito dopo mi ritrovo circondato dalle sue braccia. Tutto ciò che posso vedere è il rosso della maglietta del suo pigiama e per qualche motivo penso che le mie guance, in questo momento, facciano pendant.

"Non dirlo mai più. Tu sei bellissimo." Il mio cuore sussulta e cerco di spostarmi, per la paura che possa sentire i miei battiti.

"Niente da fare scricciolo." Lo colpisco leggermente al petto al sentire quel nomignolo.

"Sei tu che sei gigante."

"Io sono assolutamente perfetto." Si atteggia fiero, così lo scimmiotto.

"Che hai fatto?" Mi allontana per guardarmi negli occhi e io sorridendo gli rifaccio il verso.

"Fallo di nuovo, se hai coraggio." Mi sfida, mordendosi un labbro per cercare di non ridere. Ma io continuo a prenderlo in giro, così inizia a farmi solletico.

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