Capitolo 40: L'inizio del piano

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POV'S TOBIAS

Il resto del racconto di Lucas, sfinisce quest'ultimo a tal punto da avere un capogiro e crollare inerme sul pavimento. Con l'aiuto di Pete lo stendiamo sul letto, avvolgendolo in calde coperte.

Osservo ancora sconvolto, i lineamenti corrucciati e sfiniti sul volto, le ferite nelle braccia. Dovrei odiarlo per avermi messo in una simile situazione, ma come posso dopo aver saputo la dura realtà che ha affrontato da solo.

Mi sono messo nei suoi panni e ho provato a domandarmi cosa avrei fatto per mia madre ed effettivamente la probabilità che non sarei stato diverso da lui è alta.

"Tu lo sapevi?"

Chiedo al ragazzo al mio fianco. Annuisce flebilmente incapace di distogliere lo sguardo da Lucas.

"Mi ha pregato di non dirti nulla e che lo avrebbe fatto lui. Inoltre sto già facendo di tutto per aiutarlo e tutelarlo insieme a mio padre."

Non mi aspettavo quei due avessero stretto il loro rapporto a tal punto, ma mi sollevava il fatto che Lucas possa avere qualcuno su cui contare con una mente più lucida della mia.

"Certamente non possiamo continuare così." Mi ritrovo concordante con il castano.

"Non posso permettere ad altre persone di venire ferite. Non più."

"Hai già pensato a qualcosa?"

Dei mugolii accanto a noi ci avverto del risveglio di Lucas. Il suo sguardo sulle nostre figure da confuso diventa consapevole e poi colpevole.

Lo abbraccio per confortarlo, vedendolo stupirsi.

"Non è facile per nessuno, ma lo supereremo insieme." Stringe la presa sul mio busto, ringraziandomi per non odiarlo.

"Di cosa stavate parlando?"

"Stavo per dire a Pete dell'abbozzo di idea che mi era venuto."

Si posizionano in ascolto, stando bene attenti a non perdersi alcun dettaglio e aiutandomi nella programmazione di quel piano che doveva a tutti i costi funzionare.

"Sei sicuro della tua scelta?" Domanda Pete tentennante.

"L'unico modo è questo, lo sappiamo tutti e tre." Testa basta e sospiri afflitti. Nessun fiato differente e con i pensieri nella speranza di trovare qualcosa di meno estremo, ma non è possibile.

"Quando hai intenzione di iniziarlo?"

"Già è iniziato."

Mostro tutte le chiamate volutamente perse. Se è da tutti che mi devo allontanare, è necessario sia il più drastico e pesante possibile. Prima mi detestano più facile sarà per tutti dimenticarmi.

"L'importante è che tu non rimanga completamente solo, potrebbe essere pericoloso per te."

"Infatti ci sarò sempre io con lui. Questo non dovrebbe farli sospettare perché penseranno faccia parte del piano."

Pete soppesa le parole di Lucas, sembrando convincersi ma con un po' di incertezza.

"Un'altra cosa" continua Lucas verso l'altro ragazzo "Da adesso in poi, rimani lontano anche tu."

"Assolutamente NO." Il tono alto di Pete, fa chiudere per un momento li occhi al mio amico, prima di riaprirli più nervoso.

"Se rimani con noi, finirai anche tu nei guai, lo capisci?"

"Sono fatti miei."

"NO CAZZO. SONO ANCHE MIEI SE TI SUCCEDE QUALCOSA."

Se Pete sembra sorpreso, io avevo già capito quanto Lucas tenesse a lui. Ammettere questi sentimenti a voce, non deve essere stato facile per lui e forse non avrebbe voluto farlo.

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