Capitolo 42: Cosa sta succedendo?

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POV'S MARK

"Cos'era quello?"

Il primo a proferire parola è Alex, mentre tutti gli altri cercano di fare il punto della situazione.

La presentatrice si schiarisce la gola, anche lei confusa. Decide comunque di portare avanti lo spettacolo.

Io sono ancora immobile a quelle parole.

"Ti amo."

Lui mi ama.

"Sono un coglione."

Inizio a correre verso il punto in cui è sparito, con il cuore in gola e la voglia di tornare a stringerlo fra le mie braccia.

Cerco ovunque, senza trovare traccia alcuna di quel ragazzino.

Il telefono inizia a squillare.

"Win."

"Corri subito all'entrata dell'università."

"Ma Tob.."

"CORRI."

L'emergenza nella sua voce vuol dire solo una cosa in questo momento.

Sanno dove si trova Tobias.

Raggiungo gli altri, trovando Alex e Tarn in lacrime e tutti con facce bianche, di chi ha appena visto un fantasma. Stonano le figure di Lucas e Pete, anch'esse con una brutta cera.

"Che sta succedendo?"

Lucas mi porge un bigliettino con su scritto le indicazioni per quello che doveva essere un incontro.

"Che vuol dire?"

"Quel testardo di Tobias ha fatto di testa sua, senza dire niente a nessuno."

"Non capisco." Dico iniziando a temere il peggio.

"Tobias ha continuato a ricevere avvertimenti di stare lontano da voi, altrimenti vi avrebbero fatto del male."

"Ma avevamo deciso di affrontarlo insieme." Sussurro a denti stretti.

"Questo finché non ha ricevuto la minaccia che ti avrebbero uccido Mark." Spiega Pete, facendomi crollare con le ginocchia a terra.

"No.. no.."

"Quella mattina è venuto da me in lacrime, ma aveva già deciso cosa fare. Si è allontanato da tutti, per mettervi in salvo."

Inizio a collegare i punti e mi porto le mani alla bocca, con le lacrime sul punto di strabordare.

"Quindi quel giorno.. voi due.. lui.."

"Io e lui non siamo mai stati insieme. Fingerlo era l'unico modo per tenerti lontano il più velocemente possibile."

"Come ho fatto a non capirlo?"

"Perché Tobias sa bene come si porta una maschera. Sa come farsi tenere a distanza dagli altri. Ero convinto che almeno restasse vicino a me, ma la realtà è che ha sempre sopportato tutto da solo."

Le parole di Lucas mi investono più volte.

"Lui è fatto così e noi abbiamo fallito a non saper leggere la sua richiesta di aiuto. Dovevamo insistere."

Alex a capo chino si addossa tutte le colpe, mentre Win gli da dei colpetti alla schiena per calmarlo, prima che abbia una crisi.

"Non avrebbe funzionato e la mafia avrebbe seriamente agito contro di voi. Non avete la minima idea di cosa possa fare quella gente."

"Sembra li conosci bene." Insinuo velenoso un sospetto che ho da alcuni mesi, non aspettandomi certamente la sua risposta.

"È così."

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