POV'S JUNG
I raggi solari picchiettano i miei occhi, costringendomi a socchiudere le palpebre.
Un peso blocca il mio braccio e quando mi volto, trovo la testa di Tobias sulla mia spalla, con un espressione pacifica in viso. Traccio i suoi lineamenti con un dito, ammaliato da questi sentimenti a me finora sconosciuti.
Come dal nulla sia diventato il centro di ogni cosa, non lo ho ancora capito. Intanto mentre cerco le risposte l'unica cosa che voglio è vivermelo. Accarezzo i marchi fatti da me e i ricordi della notte scorsa passano in rassegna come un film che vorrei rivedere fino a bruciarne la pellicola.
Driiin Driiin
La suoneria riempie il silenzio della stanza e mi appresto a rispondere, prima che possa svegliare il ragazzino.
"Papà" Rispondo con tono stranito da questa chiamata.
"Dove sei?" Il tono irritato giunge alle mie orecchie.
"Nella mia stanza perché?"
"Torna subito a casa. Devo parlarti."
Senza aggiungere altro, riaggancia. Posso chiaramente dire che sia successo qualcosa.
Mi preparo, facendo il minor rumore possibile e dopo aver lasciato un bigliettino e un succo d'arancia sul comodino, mi metto alla guida verso casa.
Ammetto di accelerare in strada a causa di un brutto presentimento.
Parcheggio la mia auto, entrando dentro quelle mura.
L'odore di lavanda evidenziava l'amore di mia madre per i fiori in particolare appunto la lavanda.
Mi aveva sempre accolta con un sorriso e l'amorevole abbraccio riservato al figlio preferito, ma non questa volta.
Il volto mostrava i segni di preoccupazione mentre mi accompagnava nello studio di mio padre.
Questa mattina mi sarei aspettato di tutto, tranne vedere quelle foto venire sbattute in bella mostra sulla scrivania.
"Che significa questo?" Noto la mascella indurita di mio padre.
"Non lo vedi da te?" Un mio difetto da sempre? Quello di rispondergli a tono e puntualmente il palmo della sua mano collide con la mia guancia.
"Se questo è un altro dei tuoi dispetti nei miei confronti, smettila subito."
"Ma quale dispetto. Lui è il mio ragazzo." Almeno questo era quello che avevo intenzione di chiedergli sta mattina se non mi avesse interrotto.
"MARK JUNG TI ORDINO DI SMETTERLA."
La vena pulsa sul suo collo, davanti a quello che è l'urlo di tutti i tempi. La risata sprezzante che fuoriesce dalle mie labbra non fa che peggiorare la situazione.
"Ridi? Vedrai quanto riderò io quando non lo potrai più vedere."
Sta volta sono io che scatto alle sue parole.
"Se osi anche solo pensare di fargli del male la pagherai cara."
"Continui a recitare la parte di quello che ti importa, ma non ti è mai importato di nulla, se non dei tuoi stupidi capricci." Sentire una tale predica da colui che non prende in considerazione neanche se ho voglia di bere un bicchiere d'acqua suona al quanto ridicolo. Ma è arrivato il momento di mettere in chiaro la situazione una volta per tutte.
"Tu credi di sapere tutto di me, ma la verità è che non hai la minima idea di chi sia tuo figlio. Troppo impegnato a farmi realizzare i tuoi sogni."
STAI LEGGENDO
The sound of your voice
FanfictionSpesso si pensa di poter tenere sotto controllo la propria vita, ma cosa accadrebbe se un giorno, una persona arrivasse e stravolgesse tutto il vostro equilibrio? Questo è quello che accadrà a Tobias Lee, un ragazzo solitario che sta per essere trav...