Pov's Ben
Alla festa alcuni giorni prima.
Dopo una serata tra risate e sguardi, prendo coraggio e chiedo a Tarn se volesse fermarsi a dormire da me. In un primo momento lo vedo imbarazzarsi e distogliere lo sguardo. Sto per rimangiarmi la proposta, ma poi, lui mi sorride e accetta. Quando tutti se ne sono andati, stacco la musica e mi siedo esausto sul divano. Tarn, si accomoda accanto a me, proponendo di andare a dormire e che l'indomani mi avrebbe aiutato a sistemare. Annuisco e insieme, raggiungiamo la mia camera. Gli porgo dei vestiti per dormire e un accappatoio. Mi ringrazia ed entra in bagno. Sentendo scorrere l'acqua, delle immagini poco caste appaiono nella mia mente, ma le scaccio subito. Quando esce, ha ancora i capelli bagnati e se li tampona con l'asciugamano. Rimango incantato ad ammirarlo, fin quando la sua voce mi risveglia. Gli porgo l'asciugacapelli e vado a farmi una doccia. Rientro in stanza e lo trovo seduto, mentre gioca nervoso con le sue dita. Ci guardiamo e poi mi domanda come ci organizziamo per dormire. Gli dico che se per lui non è un problema, potremmo dormire nello stesso letto. Lo vedo spalancare gli occhi incerto, ma poi annuisce. Una volta messi sotto coperte, siamo entrambi con lo sguardo rivolto al soffitto. Nell'aria è palpabile una certa tensione e cerco di fare delle battute per alleggerirla, riuscendoci. Sul punto di addormentarmi, Tarn mi avvolge le braccia intorno al corpo. Mi immobilizzo e lui pensando mi desse fastidio, le toglie. Ma gliele prendo subito dopo, mettendole nella stessa posizione di prima. Nessuno parla, semplicemente ci lasciamo cadere in un sonno tranquillo, ma carico di emozioni al tempo stesso. Il risveglio però è stato alquanto imbarazzante. Quando apro gli occhi, mi ritrovo un peso sul petto, accorgendomi subito dopo che Tarn era steso per più della metà sopra di me. Cerco di spostarmi senza svegliarlo, ma invece ottengo proprio il contrario e in pochi secondi mi ritrovo il suo sguardo addosso. Realizzando la sua posizione, cerca di togliersi velocemente, ma si blocca improvvisamente spalancando le palpebre e arrossendo. Io capisco il motivo e cercando di calmare l'uragano che c'è in me, sdrammatizzo. "Sono tutti così al mattino." Ma forse peggioro la situazione, perché il suo viso diventa ancora più rosso e volta la testa di lato. Mi schiarisco la gola e lo aiuto a spostarsi, dopo di che si reca in bagno. Sospiro grattandomi la testa e vado in cucina per preparare la colazione. Appena mi raggiunge, continua ad evitarmi, così vado a lavarmi. Quando ci sediamo, sembra essere più tranquillo e decido di intraprendere una qualsiasi discussione. Lavo i piatti ed iniziamo ad ordinare il più velocemente possibile, poiché dovevamo andare all'università.
"Comunque, pensavo fosse più grande." La sua voce ilare, mi giunge alle orecchie, facendomi cadere la pezza dalle mani. Mi volto a guardarlo e alla mia espressione, scoppia a ridere.
"Oh, non lo hai visto bene." Dico facendogli l'occhiolino. Lui fa segno di no con il capo. "Ma ho sentito abbastanza per poterlo dire. Pisellino." Non conoscevo ancora questo suo lato e mi piace da impazzire. "Ti conviene correre, perché se ti prendo, ti farò rimpiangere le tue parole." E così inizio ad inseguirlo per il salone, mentre cerca di scappare. Ad un tratto, però, inciampa con un cuscino e cade a terra. Io non me ne rendo conto in tempo e arrivo su di lui. "Preso." Gli sussurro, passandomi la lingua sulle labbra. Il suo sorriso sparisce e rimane a fissarmi. Non so come sia successo, o chi dei due abbia iniziato per primo, ma mi ritrovo a baciare quelle labbra prima lentamente e poi con foga. Ho sognato così tanto di poterlo fare, che quasi non mi sembra vero. Ho lo stomaco in subbuglio. In assenza di ossigeno ci stacchiamo. Tarn, si porta le mani al viso, poi mi allontana, mettendo delle distanze fra noi. Ci alziamo senza dire una parola, ognuno immerso nei propri pensieri. Lui tiene lo sguardo basso e io non so che fare. Prendiamo le nostre cose e ci dirigiamo in macchina. Parcheggio e sto per parlargli, ma lui mi saluta ed esce velocemente, scomparendo dietro l'angolo. Non capisco la sua reazione eppure sembrava lo volessimo entrambi. Sbatto la mano sul volante, frustrato e raggiungo i miei amici.
Io e Tarn continuiamo ad evitarci da quella sera. Lo vedo scherzare con tutti e in particolare, un ragazzo del nostro club, Finn, sembra non volerlo lasciare in pace, dandomi decisamente fastidio." Avete intenzione di giocare ancora per molto? Non siamo qui per divertirci come dei bambini, lavorate." Non riesco a frenare la mia lingua. Loro due smettono e chinano la testa. Si scusano e ognuno ritorna in acqua a fare i propri esercizi. Oggi è il mio turno di seguire gli allenamenti di Tarn. Inizio a fargli fare un po' di vasche, correggendolo spesso. Vedo che si sta innervosendo, ma a me non importa. Sono ancora infastidito dal suo comportamento e non gli do tregua.
"Dong, più veloce quelle braccia. Muovile quelle gambe. Sei troppo lento." Ad un certo punto si ferma e mi guarda incazzato.
"Non posso andare più veloce di così, Aydin." Dice, calcando di proposito il mio cognome.
"E allora molli così? Non ci serve un rammollito in squadra." Esce dall'acqua e come una furia mi si para davanti . "Sono stanco, mi stai distruggendo." Dice lui a pugni chiusi.
"Però per scherzare con gli altri non sei stanco. Per me puoi anche andartene." Ribatto duro. "Bene" e dandomi una spinta, se ne va.
Win mi raggiunge chiedendomi spiegazioni su cosa stesse accadendo tra noi due. Così, mantenendo lo sguardo da un'altra parte, gli racconto tutto, del bacio, della sua indifferenza e di quel ragazzo. Lui mi sorride e mi da uno scappellotto in testa. "Sei solo geloso, ma non dovevi trattarlo così. Muovi il culo e va da lui a chiedergli scusa. E Ben, digli cosa senti, perché Tarn non starà ad aspettarti per sempre." Dopo le parole di Win, mi accorgo del mio errore e mi do mentalmente dello stupido, così rincorro Tarn. Lo intravedo da lontano e lo blocco, facendolo voltare.
"Lasciami." Si sottrae dalla mia presa.
"Tarn, parliamo per favore." Gli chiedo, cercando i suoi occhi.
"Che vuoi? Non dovevo andarmene?" Fa per voltarsi, ma gli prendo le mani, non permettendogli di fuggire. Non sta volta. È giunto il momento di affrontarci.
"Ascoltami e poi se vorrai, potrai cacciarmi." Quando capisco di avere la sua attenzione, inizio a parlare.
"So di essere un coglione e di aver sbagliato, ma quando ho visto quel ragazzo provarci con te, non ho capito più niente. Mi sono incazzato e me la sono presa con te, perché ero fottutamente geloso." Lui alza la testa di scatto, guardandomi incredulo.
"Si hai sentito bene. Sono geloso di te, da morire. Odio chiunque ti presti attenzione all'infuori di me. Non posso sopportare che qualcuno abbia il privilegio di avere lo stesso sguardo che riservi a me, o i tuoi abbracci o ancora peggio i tuoi baci. Quello che ci siamo dati è ancora nella mia mente e mi è piaciuto così tanto, che impazzisco all'idea che qualcun altro lo possa provare. Perciò scusami se ho esagerato, ma sp.."
Vengo interrotto dalle sue braccia attorno a me. Sento il mio cuore a mille e lo stringo a mia volta.
"Sh, non dire più niente. Ti perdono." Mi sussurra,spostandosi un po' indietro per potermi osservare. Mi sorride e sono tentato dal catturargli quel sorriso con le mie labbra. Lui intuendo cosa stessi per fare, mi posa le dita sulla bocca, fermandomi, ma continuamdo a sorridermi.
"Andiamoci piano. Dammi un po' di tempo."
"Tutto il tempo che ti serve. Ti aspetterò." Gli dico dolcemente, lasciando un bacio sulla sua mano e insieme torniamo in piscina.
FINN
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The sound of your voice
FanfictionSpesso si pensa di poter tenere sotto controllo la propria vita, ma cosa accadrebbe se un giorno, una persona arrivasse e stravolgesse tutto il vostro equilibrio? Questo è quello che accadrà a Tobias Lee, un ragazzo solitario che sta per essere trav...