Capitolo 18: Obbligo o verità?

628 38 11
                                    

Dopo cena alcuni ragazzi ci hanno invitato nella loro stanza e hanno deciso di giocare ad uno stupidissimo gioco, obbligo o verità. Inutile dirvi che mi ci hanno trascinato con la forza. Adesso ci troviamo nei divanetti di una piccola terrazza, con al centro un tavolino su cui è posta una bottiglia. Il gioco consiste in un ragazzo che fa girare la bottiglia, quando questa si fermerà su qualcuno, a quest'ultimo verrà chiesto di scegliere tra obbligo e verità dal ragazzo che la ha girata. Se si rifiuta di rispondere alla verità o a fare un obbligo, dovrà bere.

Io sono seduto tra Tarn ed Alex e di fronte ho quella faccia da schiaffi dell'idiota.

"Chi ha detto che voglio esserti amico?"

Sussulto al pensiero di quelle parole e le scaccio via subito. Non capisco perché continuo a domandarmi il significato della sua frase. Ormai dovrei aver capito che non fa altro che prendermi per il culo. Getto per pochi secondi lo sguardo su di lui, che è impegnato in una conversazione con quella gallina di Perla. In realtà lei parla, attorcigliandosi una ciocca di capelli, mentre lui le sta rivolgendo un'espressione talmente interessata, che anche da lontano un miglio si vede che è falsa.

Un ragazzo di nome Vincent dà inizio al gioco, facendo ruotare la bottiglia, che si ferma su un ragazzo dai capelli blu.

"Obbligo o verità Pita?"

"Obbligo."

"Bene bro, ti obbligo a metterti questi cubetti di ghiaccio nelle mutande, fino a quando non si saranno sciolti completamente." Dice, indicando il contenitore con all'interno il ghiaccio e la bottiglia di vino.

Se gli altri iniziano a ridere, il povero mal capitato sembra pentirsene, ma non si tira indietro. Nel momento in cui li inserisce, inizia ad imprecare contro Vincent, promettendogli vendetta.

E dopo un paio di giri, lo stesso Vincent si ritrova a fare l'obbligo di chiamare sua madre e chiederle di prendergli un pacco di assorbenti perché anche lui aveva il ciclo. Le urla e i versi di quegli imbecilli sono davvero alti sta volta.

Il gioco procede con richieste sempre peggiori e con domande man mano più scomode.

"Tocca al re degli obblighi. Non c'è bisogno neanche che chieda, vero Jung?"

Quando la bottiglia ferma su di lui, il suo sguardo passa da questa a me e infine al suo interlocutore, al quale annuisce, ghignando.

"Ti obbligo a tenere Perla sulle tue gambe per un turno intero." Questa sorride soddisfatta e fingendosi imbarazza, si va ad accomodare su di lui, mentre le sue amiche iniziano a schiamazzare ed i ragazzi ad emettere ululati veri e propri. Sollevo gli occhi al cielo davanti a questa scena, domandandomi come avessi fatto a finire in questo branco di animali.

"Dopo mi ringrazi Jung". Lui in risposta gli fa un occhiolino e torna a guardarmi, cogliendomi sul fatto mentre lo stavo fissando. Solleva un sopracciglio, prima di far girare nuovamente la bottiglia che si posiziona in direzione di Tarn.

"Dong, obbligo o verità?"

Il mio amico, sembra rifletterci, prima di scegliere verità.

"Hai mai baciato qualcuno dei presenti in questa stanza?"

Vedo comparire sul suo volto mille sfumature di rosso, ma anche se c'è la possibilità di astenersi bevendo, decide di rispondere lo stesso, mantenendo il suo sguardo su Ben, che deglutisce, imbarazzato.

"Si."

Gli schiamazzi riprendono e iniziano le domande a raffica su chi fosse, mentre io e Alex ci guardiamo complici, già consapevoli della situazione.

Alcuni giri dopo, qualche bevuta di troppo e qualche obbligo un po' spinto, tocca nuovamente a Vincent, che dopo aver fatto girare la bottiglia, mi guarda con uno strano sorriso.

"Tocca alla nostra famosa matricola, finalmente. Quale sarà la tua scelta?"

Sicuro di non voler fare alcun obbligo, perché non ho alcuna voglia di farmi mettere in ridicolo da quei polli, decido di optare per verità. Tanto mal che vada, posso sempre mentire e nessuno lo saprà.

"Allora matricola, vediamo cosa potrei chiederti. Ho sentito che sei molto popolare tra le ragazze e anche tra alcuni ragazzi." Lo guardo indifferente, attendendo dove vuole arrivare.

"Sta mattina delle voci, mi hanno detto che ti sei appartato.. Con chi?" Mi aspettavo di tutto, ma non questa domanda. Strabuzzo gli occhi, mentre lui sogghigna.

"Non mi sono appartato." Le parole mi escono tentennanti e mi do dello stupido da solo, cercando successivamente, di darmi un contegno.

"Stai mentendo." Mi accusa il ragazzo, puntandomi il dito contro.

"No." Insisto, sfidandolo con lo sguardo.

"Eri con Jung, ammettilo. Ti hanno visto andare via con lui." Tutti ci guardano ed iniziano a parlottare tra di loro. Ma io sono tranquillo, perché si è fregato con le sue stesse parole. Lui non ha visto nulla, quindi non sa che sta dicendo.

"Gli ho semplicemente detto che sarebbe bello, fare un falò in un punto della spiaggia, tutti insieme e glielo ho fatto vedere." Rispondo, facendo calmare gli animi dei presenti, che iniziano a prendersela con lui, dicendogli di non fare supposizioni affrettate. So che Jung ha gli occhi su di me, ma mi trattengo dal ricambiare, finché non sento qualcuno lamentarsi.

" Ahi.. Mi hai fatto male."

"Scusa bambolina, ma il turno è finito. Ragazzi andiamo a dormire che domani mattina dobbiamo svegliarci presto. Il pullman sarà qui alle 8." Perla è ancora a terra e lui non sembra curarsene, facendo svuotare la stanza. Ci alziamo anche io ed Alex e quando sto per uscire, sento Jung rivolgersi ad uno degli altri ragazzi di quella camera.

"Ah Vincent. Domani ho del lavoro per te, visto che sei tanto riposato da sparare cazzate."

Mi affretto a tornare in camera poco prima che anche lui faccia il suo ingresso.

Pov's Vincent

Quel bastardo domani mi farà il culo.

"Lucas, ma perché cazzo mi hai dato delle informazioni non attendibili." Vedo quel ragazzo mantenere lo sguardo su Jung e Lee, con un espressione un po' inquietante. Poi si rivolge verso di me.

"Bel lavoro Vincent." Mi da la miaricompensa e si mette a letto. Scuoto la testa e mi corico anche io, consapevoledi essermi scavato la fossa.

The sound of your voiceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora