Capitolo 2: Un nuovo inizio

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Salgo sull'aereo ed occupo il mio posto, ho comprato i posti accanto a me in modo da non avere nessuno vicino. Non voglio seccature. Inizio a leggere un nuovo libro di medicina interna, fino a quando l'aereo non atterra. Esco dall'aeroporto, prendo un taxi e mi dirigo all'indirizzo del dormitorio dell'università. L'edificio si erge davanti a me imponente e intravedo un via vai di studenti. Entro nella mia camera, la 302. Sono solo, anche se questa stanza è per due persone. Ovviamente l'ho pagata come se fossimo in due.

Pulisco e disfo le valigie, prima di dirigermi in segreteria per ritirare l'orario delle lezioni e altri documenti. La signora, inaspettatamente cordiale, si presenta, mi da un po' di informazioni riguardo l'università e mi avvisa che il rettore avrebbe tenuto un discorso per tutte le matricole. La saluto e inizio a girare per la struttura, memorizzando i posti che mi serviranno durante questi anni. Senza accorgermene arriva l'ora di pranzo e mi dirigo alla mensa. Sento gli occhi degli altri studenti su di me, ma non me ne curo, sono abituato. Prendo la mia porzione di cibo e mi dirigo in un tavolo vuoto. Passano appena 5 minuti e un piatto stracolmo di cibo, che sarebbe troppo anche per due persone, viene posato sul tavolo da uno studente.

"Ciao. Io sono una matricola, anche tu sei una matricola? Ti prego dimmi di si."

Lo guardo pensando "ma quanto parla veloce questo?".

"Si." Rispondo secco, sperando comprenda, che non ho alcuna intenzione di dialogare con qualcuno.

"Oh fantastico. Piacere Alex Min, tu come ti chiami? In che facoltà sei?" Ma che vuole da me.

"Tobias Lee, medicina." Mi guarda, forse ha capito che non ho intenzione di parlare con lui.

"Perfetto, anche io sono uno studente di medicina. Frequenteremo le lezioni insieme, almeno c'è qualche faccia conoscente. Io ho la stanza 289 al dormitorio. Tu invece dove abiti?" Beh speranza vana quella che mi lasci in pace.

"302." Dico annoiato.

"Non sei uno di molte parole vedo. Io invece parlo tanto, so che non si direbbe. Sono un gran chiacchierone." Mi sorride.

"Non lo avrei mai detto." Rispondo sarcastico.

"Magari ti senti spaesato, ma da adesso in poi ci sono io come tuo amico e potrai contare su di me tutte le volte che vorrai." E di nuovo quel sorriso. Ma la mattina che si prende questo, zucchero con un po' di latte? Stavo per rispondere che non mi serviva avere amici, ma mi interrompe di nuovo.

"Forza, si è fatto tardissimo, andiamo nella sala conferenze che sta per iniziare il discorso del rettore." E prima che possa fare qualsiasi cosa, mi prende dal polso e mi trascina con lui.

Arriviamo nel luogo dell'incontro e prendiamo posto in terza fila, insieme a tutti gli altri studenti. Il rettore sale sul palco ed inizia il suo discorso, spiegando il regolamento dell'università e illustrando le varie attività. Poi presenta i rappresentanti di ogni facoltà, ma non ascolto neanche. Mi volto verso questo ragazzo accanto a me, mi pare si chiami Alis, no Elas, no, Alex vero e lo sento esclamare:

"Eccolo, eccolo, mamma mia quanto è bello. Guarda che muscoli, aiuto svengo, reggimi." E si butta su di me. Ma è impazzito questo. Lo sposto bruscamente.

"Scusami, a volte esagero, ma quel ragazzo è troppo sexy, davvero". Aspetta.

"Ti piacciono i ragazzi?" Tobias da quando ti interessa chiedere qualcosa alle persone?. Ma non capisco perché con questo ragazzo, non riesco ad essere duro, come con tutti. Saranno i suoi occhi che ispirano fiducia, così innocenti, che per un secondo ti fanno credere che ancora qualcosa di vero, esista su questo mondo. Mi ricorda un po' me da bambino, prima che capissi che quelle cose buone fossero tutte stronzate.

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