Capitolo 36: Non lo devi coprire

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POV'S TOB

"Per l'ennesima volta... Perché sei qui nella mia stanza idiota?"

"Voglio guardare un film con te."

"E io ti ho detto che non voglio."

"Dai perché mi eviti sempre?"

"Perché non ti sopporto?" Chiedo sarcastico.

Facciamo queste conversazioni senza senso da quando questo idiota mi ha bussato alla porta. Per poi, una volta aperta, farsi spazio ed entrare come fosse a casa sua.

"Esci."

"Nooo"

"Perché?"

"Perché mi manchi pucci pucci." Ok adesso lo castro.

"3.. 2..."

"Ok, ok faccio il serio. Mi manchi."

"FUORI DALLE PALLE IDIOTA." La mia pazienza ha raggiunto il limite.

"È la verità ragazzino, se ci vuoi credere sono fatti tuoi."

Sbatto più volte le palpebre cercando di metabolizzare la sua frase. La sua improvvisa serietà mi disarma.

"Va bene."

"E io?" Sollevo un sopracciglio.

"Io non ti manco?"

"Ma se mi stai sempre fra i piedi, non potresti mancarmi neanche volendo." Vedo il suo sguardo perdere colore e ingoio un groppo amaro, maledicendomi.

"Ok, allora tolgo il disturbo."

Prima ancora che possa voltarsi, la mia mano afferra la sua.

"Non andare." Si immobilizza sul posto e quando anche io mi rendo conto di cosa abbia appena fatto, mi scosto.

"Scusa." Mormoro a disagio.

Avanza con un sorriso poco promettente in viso, intrappolandomi tra il suo corpo e la piccola libreria alle mie spalle.

"Perché non vuoi che me ne vada?"

"Puoi andare adesso." Sento l'intero viso in fiamme, così lo abbasso, ma lui non me lo permette.

"Perché?"

"Perché voglio che tu vada via." Questa situazione non la reggerò per molto.

"Io penso che invece tu mi voglia qui con te. "

Il tono che sta usando mi fa innervosire e mi mette agitazione al tempo stesso.

"Ti sbagli."

"Io ti piaccio."

Semplice. Coinciso. Diretto.

Una bomba avrebbe fatto meno rumore di questa frase, sganciata così. Serro le labbra mentre le mie palpebre si aprono all'inverosimile. Mi riprendo in tempo, attivandomi in modalità *girare la frittata*.

"Io ti piaccio." Bravo Tobias, passa al contrattacco. Purtroppo vedere sul suo viso la smorfia che ne consegue, non mi soddisfa, per nulla.

"Non hai negato."

"Neanche tu."

I nostri occhi intraprendono la solita lotta, ma nessuno dei due sembra intenzionato a perdere questa volta, ben consapevoli che in ballo ci sono i sentimenti.

Poi fa qualcosa che mi spiazza. Lentamente porta le sue mani sul mio viso e unisce le nostre labbra in uno sfiorarsi appena.

"Forse dovremmo semplicemente ammetterlo." Se senti un rumore forte caro Jung è il cuore che sta per uscire dalla carcassa e picchiarti per farlo impazzire in questo modo.

The sound of your voiceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora