Le prove

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Durante l’ora e mezza più lunga della mia vita, iniziai a girovagare come un anima in pena per tutta l’immensa tensostruttura. Eravamo in cento stipati lì dentro. E sicuramente non i cento più loquaci e socievoli. Certo io non ispiravo di certo conversazione, standomene braccia dietro la schiena e fischiettando. Ma gli altri di certo non si sforzavano mica di proferire parola.

Allora iniziai a fare ciò che si fa sempre quando si aspetta in una sala d’aspetto. Leggere.

Alle pareti c’erano dei manifesti, riguardanti i progetti della società, le biografie dei fondatori, e con mia sorpresa, un elenco dettagliato, con le modalità di svolgimento e l’attribuzione dei punteggi, delle tre prove che avremmo affrontato.

Rimasi alquanto perplesso. Soprattutto dal fatto che nessuno sembrava curarsi di quella scoperta sconvolgente. Voglio dire, ero solo io l’idiota a cui interessavano quelle prove, oppure gli altri erano delle macchine prive di ansia o paura nell’affrontarle?.

La mia curiosità tentò di trovare risposta in una ragazza occhialuta, che se ne stava appoggiata alla parete. Non era di certo il mio tipo, soprattutto dopo che la mia adolescenza era stata caratterizzata da intense sessioni di navigazione sui siti porno. Quindi nessuna ragazza per me poteva essere a quel livello. Ma non trascendiamo. 

Lei se ne stava tutta per i fatti suoi, come gli altri novantanove lì dentro;  allora voglioso di sapere l’arcana verità, dietro quelle fantomatiche prove; mi avvicinai e le parlai.

“Ciao” le dissi

“Sparisci!” rispose lei.

E lì capì che tipo era.

Tentai con un  approccio meno diretto, iniziando a vagheggiare su quelle fantomatiche prove.

“Caspita! Però  che bastardi, ci dicono un  attimo prima quali sono le prove!” dissi a voce alta sperando che interagisse con me, ma nulla.

“Vediamo un po’ cosa c’è scritto:

PROVA 1  Risoluzione di un problema di avaria motore, dentro un ambiente di lavoro proibitivo. Cosa vogliono farci morire asfissiati?!”
Ma lei continuava ad ignorarmi.

“PROVA 2 Problema di fisica  riguardante un argomento di elettromagnetismo o ottica. Questo sembra più nelle mie corde!”
Ma lei continuava a starsene sulle sue.

“PROVA 3…”

“Senti imbecille! Ho la pianti di fare il cascamorto oppure ti do una ginocchiata nei testicoli e te li faccio salire in gola!”

“Cosa…fare il cascamorto? Ma io non…”

Capì che stavo solo peggiorando la situazione e lei si avvicinò pericolosamente ai miei testicoli.

“ANNA GASSER!”  disse una voce metallica attraverso il megafono.

E la ragazza bruttina, mi lasciò lì come un pollo a tenermi i gioielli di famiglia, mentre tutti mi guardavano.

“PAOLO ORSI!” disse ancora la voce al megafono.

E con una paura tremenda mi avvicinai all’ingresso della sala prove, ma non per i test in sé, visto che erano delle baggianate per uno dell’industriale come me, ma perché avevo paura di lei, Anna Gessar, Gesser, Gess Gess, o come caspita si pronuncjava e temevo per i miei poveri gioielli.

“Salve signor Orsi – disse il mio esaminatore – mi conferma la sua data di nascita, il 22-09-2045?"

“Sissignore!”

Mentre rispondevo alzai lo sguardo oltre il mio interlocutore, e la vidi, pregai incessantemente che non mi notasse. E puntualmente si voltò e mi lanciò la peggiore delle occhiatacce.

“Il suo portfolio signor Orsi?” chiese il mio esaminatore

“Ecco” e gli porsi il foglio tutto spiegazzato del mio curriculum vitae, dove bello in vista, si leggeva: " Maturando all’istituto tecnico industriale di Milano."

“Bene si accomodi accanto alla signorina per le istruzioni riguardo la prima prova”

E come nel peggiore dei miei incubi, mi ritrovai a dover far coppia con Anna Gess Gess, per la prima prova di meccanica.

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