Non appena anche il capitano si era ristabilito, decidemmo di raggiungere gli altri.
Attorno a noi i cadaveri di Jan, Ox, Coc e Enia descrivevano un paesaggio tetro ed erano il biglietto da visita di una guerra che stava appena per cominciare.
T aveva parlato di un organizzazione, la PLOT, alla ricerca di antichi manufatti, dodici per l'esattezza, capaci con il loro potere di creare e distruggere la vita.
Raccontai tutto al capitano, ma questi mi fece capire che era un qualcosa di troppo grande per noi, e ne avevamo avuto la prova. Se non fosse stato per Mizu, saremmo stati tutti spacciati.
Quindi dovevamo trovare in fretta i nostri compagni, completare i rifornimenti di carburante e tornare alla nostra missione principale. Trovare Kepler e la Argo 1.
"Grazie ragazza" disse il capitano, stringendo la mano di Mizu.
"Dobbiamo andare capitano" disse Farinella.
Ma in quell'istante, un violento tremore scosse il muro dalle fondamenta. A fatica ci reggemmo in piedi.
"Che diavolo è!" Esclamò il capitano.
"Il muro è danneggiato, rischia di cadere" dissi
"Dobbiamo andare via in fretta" disse Turco
"Voi proseguite, io tenterò di riparare il danno" spiegò Mizu
"Ma è pericoloso!" Esclamai
"Se non riparo la sorgente, la mia gente non avrà più acqua, per bere e coltivare " disse Mizu
"Ragazzo, mi sembra che la signorina ci ha dimostrato di potersela cavare da sola, dobbiamo trovare Anna e gli altri" disse il capitano.
Ma dal fragore, una voce echeggiò nell'aria, e spinto da un violentissimo getto d'acqua, si palesò dinanzi ai nostri occhi, quel bastardo pelato di T.
"Voi non andrete da nessuna parte!" Esclamò
Era stato lui a causare lo smottamento, il suo pugnale lo aveva salvato, e usando la punta di freccia ghiacciata, che Mizu gli aveva lanciato, aveva colpito il muro, e adesso bramava vendetta.
"Scappate, me ne occuperò io" disse Mizu.
Io rimasi inebetito difronte a quella scena di incredibile potenza.
"Paolo dobbiamo andare!" Esclamò Farinella.
Turco era già partito, quando T, agitando vorticosamente le mani, generò due turbini d'acqua con queste colpì i due soldati. Intorno a loro si formò come una camicia di forza, che gli impedivano ogni movimento.
"Dannazione soldati!" Urlò il Capitano.
"È finita!" Disse T.
Allora generò una gigantesca idrosfera, grande dieci volte un essere umano, e sollevandola sopra di sé era pronto a scagliarla.
Io, e il capitano Colombo, restammo immobili, ormai rassegnati ad essere colpiti.
Ma Mizu intervenne, richiamando a sé tutta l'acqua della vallata antistante la diga, e quando T lanciò la sfera, un gigantesco muro d'acqua si parò davanti a noi. Le due forze erano in stallo.
Entrambi i combattenti producessero uno sforzo immane, la diga era al collasso.
Giganteschi massi si staccavano dalla parete
Il capitano era visibilmente agitato e frustrato al contempo, non potendo essere d'aiuto.
Quando nell'apice dello scontro, le due forze di annullarono e sia il muro di Mizu che la sfera di T esplosero in una densa nuvola di vapore.
Non si vedeva nulla.
"Capitano? Mizu?!" Nessuno mi rispondeva.
Allora iniziai a vagare per la strada lastricata.
Ma i boati proventi dalle fondamenta si facevano sempre più intensi e a intervalli più frequenti.
Uno di questi incredibilmente violento, mi scaraventò a terra.
E mentre il vapore lentamente si diradava vidi dinanzi a me la silhouette di quel bastardo pelato.
"Mi hai proprio stancato" disse
E dal suo indice, puntato verso di me, iniziò a formarsi una piccola idrosfera, che lesta mutò in una stalattite di ghiaccio.
Ero spacciato. Chiusi gli occhi e lasciai che mi colpisse.
Ma non ci riuscì.
Il capitano alle spalle, da abile soldato quale era, lo colse alla sprovvista, colpendolo con un vigoroso pugno al viso.
T perse l'equilibrio, e cadde a terra.
Il suo pugnale scivolò via dalla tasca si perse in una crepa del muro.
Il vapore era svanito totalmente, Mizu stava prestando soccorso ai nostri soldati, mentre io assistevo alla furia del capitano su T.
Lento avanzava verso il nemico a terra, ancora intontito dal pugno.
"Stammi a sentire verme, non mi importa quale siano i tuoi scopi, o quelli della tua agenzia, noi abbiamo una missione e se dovessi incontrare te o qualcun altro della tua insulsa squadra nel mio cammino, vi distruggerò. Adesso va e non osare mettere più piede in questo pianeta." Disse Colombo
Ammiravo quell'uomo, lo sapevo che dietro quella dura pellaccia, si nascondeva un cuore pieno di ideali. Un uomo saturo dalla guerra che adesso voleva la pace, voleva che tutto prosperasse, e la nostra missione e quella dell'intero progetto Argo era proprio quella.
Dare una speranza ad un mondo, il nostro ormai allo sfacelo per colpa proprio della guerra e della scelleratezza umana.
Un uomo pronto a redimersi per gli errori commessi.
"Tu non hai idea di quali persone ti stai inimicando - disse T - io non sono altro che una pedina della PLOT, i pezzi migliori devono ancora scendere in campo e se avete potuto avere la meglio con me, grazie alla bastarda indigena, sappi che non sarà semplice scampare agli altri ufficiali" disse
"Voi non sapete nemmeno cosa significa essere onorati della parola ufficiale!" Urlò e con un violento pugno colpì l'atterrato T, in pieno stomaco. Il bastardo pelato, sputò un denso fiotto di sangue rosso.
Tutti restammo sbalorditi, in quel colpo c'era tutta l'umiliazione subita, la frustrazione e la voglia di rivalsa di un uomo, di un capitano, di un eroe.
E in me quelle scuse, al momento della cattura, suonarono come l'aver toccato il fondo per quell'uomo, il fondo di un pozzo, il fondo della diga, oltre al quale non puoi più andare, e dal quale per forza di cose sei costretto a risalire.
Ma la diga collassò, e il muro crollò, rimbombando per tutta la valle.
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ASTRONATS
Science FictionÈ questo ciò che ci meritiamo, per il male che ci siamo fatti, per le continue azioni scellerate nei confronti di una Terra, che non ci ha mai voltato le spalle. Nei confronti di una madre che non ha mai chiesto nulla in cambio, che ha sempre dato...