Mi accompagnò mio zio, personalmente, a Roma, quel piovoso giorno di luglio.
Andammo con una Mercedes a noleggio, perché a detta su dovevamo fare un ingresso trionfale, degno degli antichi imperatori. Ma secondo me una volta scaricatomi alla SIPI, avrebbe trovato tempo da trascorrere in dolce compagnia, in qualche lussuoso hotel del centro.
Già a proposito di alloggio, sempre tramite le conoscenze di quella canaglia di Massimiliano Orsi, ero riuscito a trovare un appartamentino niente male, visto che per la durata del corso la società non prevedeva un alloggio, ma si poteva permanere all’interno delle strutture una volta divenuti effettivi.
Dopo quattro interminabili ore di autostrada. Lo zio parcheggiò davanti all’ingresso della società e con un grezzo “Mi raccomando stendili!” si congedò. Doveva essere di fretta. E anche io visto che non avevo minimamente guardato l’orologio ed ero in ritardo mostruoso.
L’androne era pieno di tutti gli operai, i tecnici e gli impiegati della società che correvano da una parte all’altra. Nonostante la fretta volli fermarmi a guardare.
Da un capo all’altro di interminabili corridoi, telefoni squillanti, rumori di stampanti 3D, vociare di migliaia di persone. Era tutto fantastico. Era il mio mondo.
Ma ero pur sempre in ritardo allora mi affrettai a cercare l’aula del corso.
Chiesi in giro senza trovare risposta, poi finalmente un simpatico signore anziano, vestito con un camice bianco, capendo la mia spiacevole situazione, mi indicò il luogo dove si stava tenendo la prima lezione del corso di formazione, per noi nuove dieci dipendenti della SIPI.
Svelto entrai nell’aula Pangea e con mio stupore, mi accorsi che erano tutti seduti i miei compagni, ma non vi era nessuno a presenziare l’incontro.
Ero lì, le gambe mi tramavano, non riuscivo a crederci, subito vidi Anna seduta in terza fila, mentre in prima quel bastardo brufoloso.
Nei giorni precedenti mi ero prefissato che non mi sarei lasciato coinvolgere dal risentimento di quanto successo al concorso, dopotutto ero anche io lì e non era necessario covare quel risentimento, l’avventura iniziava anche per me e dovevo essere positivo e socievole. Allora mi lanciai in un gesto di saluto nei confronti dei miei nuovi compagni accompagnato da un rumorosissimo: “Salve!”
Nessuno si degnò di rispondermi, solo Anna fece un sorriso e mi fece cenno di sedere accanto a lei.
Per salire fino alla mia postazione, sarei passato accanto a quel brufoloso bastar…ehm al caro Emilio, già perché ora ero positivo e socievole e non volevo rovinarmi il primo giorno in quel paradiso. Così decisi di salutarlo passando.
“Ciao Emilio” dissi
“Ciao Paolo, vedo che hanno dato anche a te il tesserino della società, complimenti”
“Grazie mille”
“Devono essersi sbagliati non trovi?!” e tutti si misero a ridere.
E la rabbia tornò a crescere dentro di me. Ma ignorai l’insulto e mi misi a sedere.
“Ciao imbecille!” esclamò Anna
“Ciao” dissi lasciando trasparire tutto lo sconforto
“Non prendertela, sono contenta che alla fine sei qui, certo è molto sospetta tutta la faccenda, ma sono contenta”
“Sospetta che intendi?”
“Beh a quanto pare un tizio ha avuto problemi di salute gravi e non è potuto essere qui, così a quanto pare hanno richiamato te, ma ti ripeto sono molto contenta che sei qui”
“Beh si anche io ho sentito questa storia, ma non so nient’altro, comunque grazie, apprezzo che almeno tu sia contenta della mia presenza qui”
“Se non altro avrò qualcuno da importunare!” esclamò sorridente
E la solita sagace Anna Gess Gess,venne fuori.
Ma se non altro ero contento di essere lì con lei e mi erano mancate le sue frecciatine. Mi spronavano a dare di più. Anche quel bastardo di Zanotti mi spronava a dare di più, a dargliene di più, ah quante gliene avrei date!
La porta si aprì e entrò un vecchio in camice, lo riconobbi subito era quel gentile e simpatico uomo che mi aveva indicato l’ubicazione dell’aula.
Doveva essere qualche tecnico, o una specie di bidello.
Ed ecco la stangata:
“Salve colleghi, io sono Loris Grasso, presidente della SIPI, nonché capo del reparto meccanico, e dirigente del programma Argo.”
“Anna quel tizio…!” sussurrai
“Si è il dottor Grasso lo so, lo conosco” mi sussurrò a sua volta
“No voglio dire…lo conosco anche io” sussurrai
“Ma davvero! Beh sai la novità imbecille, tutto il mondo lo conosce” mi sussurò.
Capimmo subito che anche i sussurri in una classe di dieci persone, sono di facile ascolto.
“Sono sicuro che tutti voi vogliano sentire ciò che ho da dire” disse il dottore alzando la voce.
E immediatamente ci zittimmo.
“Vedete cari ragazzi, non starò qui ad annoiarvi con la storia di questo posto o con le note biografiche della mia vita, sono sicuro che ne siete tutti a conoscenza. A maggior ragione, quelle riguardanti gli ultimi fatti di cronaca.”
“Quali fatti di cronaca?” bisbigliai ad Anna.
“A quanto pare visti gli insuccessi degli ultimi progetti, gli altri due soci, il dottor Projetto e il dottor Di Gregorio hanno abbandonato la società.” Bisbigliò a sua volta Anna.
STAI LEGGENDO
ASTRONATS
Ciencia FicciónÈ questo ciò che ci meritiamo, per il male che ci siamo fatti, per le continue azioni scellerate nei confronti di una Terra, che non ci ha mai voltato le spalle. Nei confronti di una madre che non ha mai chiesto nulla in cambio, che ha sempre dato...