Dentro la giungla

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Finalmente Sadalsuud, la stella più brillante dell'Acquario, illuminò le nostre stanche figure. Dopo ore passate a lavorare, il rover era pronto e lo consegnammo al capitano.
"Era ora!" disse.
Farinella e Turco, pronti in assetto da battaglia, si avvicinarono al capitano.
"Pronti a partire signore" disse Turco
"Bene, Turco tu ti occuperai del rover. Io e Farinella andremo in avanscoperta". Ordinò il capitano.
Io fremevo. Volevo andare con loro. Volevo essere la loro ombra. Per evitare che atrocità gratuite venissero compiute.
E la fortuna mi sorrise.
"Orsi, tu verrai con noi" mi disse
"D'accordo" risposi
"Nell'eventualità di qualche riparazione al rover. Tutti gli altri starete al campo per continuare le operazioni di estrazione del carburante e di sgombero del campo, per qualsiasi problema rimarremo ovviamente in contatto." Disse
"Ma signore se i nativi dovessero attaccare?" Chiese Farinella
"Non ne avranno la possibilità" disse Colombo.
E così partimmo.
"Starò attento alla giungla" dissi ad Anna.
"Non è la giungla che mi preoccupa". Mi disse lei.
"Tu bada ai ragazzi" le dissi.
"Anche a Zanotti?" Mi chiese sorridendo
"Anche a Zanotti" le risposi.
Poi mi abbracciò. Le volevo un bene dell'anima. Era come una sorella per me.
Una sorella forte e determinata. Che avrebbe badato a se stessa e agli altri.
E così partimmo.
E tra i fiori di svariate forme e tonalitá, i giganteschi alberi e cespugli rampicanti, ci addentrammo nella foresta.
L'aria era carica di umidità. Il rover era progettato con ruote meccanus, per aderire ad ogni tipo di superficie e muoversi liberamente a 360°, e si faceva largo tra la fitta vegetazione. Turco lo pilotava, manovrandolo da remoto con un tablet.
Farinella e Colombo stavano davanti coi fucili spianati.
"Ehi Orsi!" Disse il capitano
Io mi avvicinai a lui.
Infilò la mano nello zaino e estrasse una pistola. La osservò un attimo. E poi me la porse.
"Spera di non doverla utilizzare, ma nell'eventualità e meglio che tu abbia qualcosa con cui difenderti" disse
"Guardi, capitano - dissi con profondo disagio - non credo sia una buona idea, non sono un tipo violento, non lo sono mai stato e non ho mai utilizzato armi. Tantomeno armi da fuoco."
Lui mi guardò, mentre evitavamo, i rami della fitta foresta.
"Non ti ho chiesto se volevi prenderla" mi disse.
E io per la prima volta in vita mia, tenni una pistola in mano. Era pesante. Ma stranamente piacevole al tatto.
"So cosa si dice di me e dei miei uomini tra voi cervelloni" mi disse.
Io lo guardai, consapevole di dove avrebbe portato quel discorso.
"Voglio solo sapere, tu, cosa pensi di me." Mi disse
Io continuai a guardarlo, mentre il mio braccio tentava di abituarsi al peso dell'arma.
"Ho paura." Dissi
"Tutti abbiamo paura, giovane" mi disse.
"Io ho paura che lei e i suoi, trasformiate tutto questo in ciò che non è. Che usiate la missione a scopi bellici e di conquista"
Dissi.
"Siamo soldati, figliolo. - mi disse - la guerra e la conquista sono il nostro mestiere. Perché credi che ci abbiamo fatto partecipare?" Mi chiese.
"Per evitarci problemi e proteggerci questo lo so, o meglio è quello che ci è stato detto. Voglio solo sapere se c'è dell'altro" dissi
"Giovane - mi disse - sarò anche uno stronzo. Ma ti giuro sul mio onore di lagunare che non c'è nulla oltre al ruolo di guarda spalle."
E giungemmo ad una radura.
Io ero con la testa bassa e pensavo a tutto quello che mi aveva detto.
Mentre lui cambiò subito discorso.
" Bene ragazzi. Adesso massima allerta. Qui intorno potrebbe essere pieno di indigeni. " Così dicendo accese un bengala da cui si propagò un denso fumo rossastro che si propagò tutti intorno.
Parte di quel fumo mi entrò in bocca e iniziai a tossire.
"Questo servirà ad attirare la loro attenzione su di noi, ed evitare problemi al campo" disse il capitano.
"Non era meglio lasciare uno dei soldati?" Chiesi
"Ho bisogno qui dei miei uomini" mi rispose.
E finalmente. In quel silenzio vegetale, il suono di un corno echeggiò tra le fronde.
Con cadenza ritmata. E poi un altro ancora se ne aggiunse. E via via altri corni si aggregarono al richiamo.
"Corni di segnalazione?" Chiesi
"O da battaglia" rispose Turco.
"Soldati in formazione. Spalla contro spalla, voglio un campo visivo totale!" Ordinò Colombo.
Le mie gambe tremavano.
Turco e Farinella mi tirarono a loro, sistemandomi in mezzo.
"Ragazzo, sangue freddo, mira alla testa e spara." Disse il Capitano.
"E lasciane quanti più possibile a noi" disse Farinella
E improvvisamente dopo un breve fruscío, si scatenò l'orda di indigeni.
Da ogni albero, da ogni cespuglio uscivano fuori, furiosi e nudi. Armati di lancia o spada.
Fu allora che il capitano sollevò il fucile verso l'alto e esplose alcuni colpi al cielo.
E la loro folle corsa si arrestó. E la furia divenne preoccupazione. Iniziarono ad indietreggiare e quando la paura prese il sopravvento iniziarono a scappare, tornando alla foresta.
"Visto giovane, non siamo macellai. Queste povere bestie hanno confermato la mia teoria." Disse
"Quale teoria ?" Chiesi.
"Ieri in esplorazione, Rossi e Bianchi hanno trovato alcuni proiettili e lo scheletro di un uomo che indossava un giubbotto antiproiettile." Disse
"Un giubbotto? Ma questi alieni sono tutti..."
"Nudi! Esattamente. Per questo quando hai descritto la ragazza che ha fatto irruzione la scorsa notte al campo, ho voluto vederci chiaro. Evidentemente questi poveri disgraziati non conoscono il concetto di vesti, né tantomeno di armature o protezioni militare. Quindi c'è una sola spiegazione" spiegò Colombo
"Sarebbe?" Chiesi
"Non siamo gli unici militari su questo fottuto pianeta - isola" disse il capitano.

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