Il compleanno di Bernardo

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Dalla nave scorgemmo il cuore della giungla. Dove tra i giganteschi alberi si ergeva un'enorme parete rocciosa. Ripida e liscia sovrastava l'intera vallata. Al suo interno un bacino d'acqua cristallina. Subito mi ricordò una diga. E immaginai si trattasse della sorgente di cui parlava il baffone pelato.
"Siamo arrivati" esordì lui entrando nella stiva.
Bernardo non stava bene. Ma nessuno di noi poteva aiutarlo.
"Questo cos'ha? È morto ?" Disse il bastardo baffuto.
Anna si dimenava. Avrebbe di certo voluto prenderlo e strappargli quell' insulso sorriso dalla faccia.
La nave atterrò. E Ox, il minotauro aprì il portellone.
Eravamo sulla sommità della parete.
Dove una strada lastricata conduceva ad un complesso di edifici.
Il baffone, si rivolse ai suoi compagni e disse "Occupatevi di portare tutti nelle celle, tra poco farò fare loro un giretto della sorgente".
Allora Ox, il minotauro; Coc , Enia e gli altri due scagnozzi, ci condussero uno ad uno fuori dalla nave. L'aria era limpida. Dall'oceano saliva una lieve brezza umida.
Percorsa la strada lastricata, giungemmo al primo edificio, all'intero del quale c'erano le celle. Buie e maleodoranti.
Due cadaveri ancora in putrefazione, penzolavano dalle mura di una di queste.
Fummo divisi.
Anna col malmesso Bernardo. Tristano con Tiberio, Chiara con Marcello e Zanotti in una cella più grande. Infine io con la ragazza indigena seminuda.
Da quando mi aveva rivisto, prigioniero come lei di quei pazzi, non aveva più quella paura che scorsi in lei la notte del nostro fortuito incontro.
Il silenzio regnava in quell' antro, viscido e fetido. I miei compagni avevano ancora le maschere e io che invece avevo facoltà di parola non potevo parlare con nessuno. Non riuscivo nemmeno a vedere nessuno, dal momento che le celle erano serrate da porte e non dalle solite sbarre.
Potevo solo provare a parlare con la ragazza aliena, ma ovviamente lei non mi capiva e non rispondeva.
L'unico con cui avrei potuto era quel pelato bastardo, il quale adesso era in cima alla lista delle persone che odiavo di più. Più di Zanotti. Anche se, c'è da dire che il motivo del mio odio, era ben diverso nei rispettivi casi.
Alla fine Emilio era semplicemente un presuntuoso bullo, questo baffone invece no, lui era un criminale spaziale,che stava tramando chissà cosa.
Nemmeno i richiami del capitano mi sembravano così terribili in quel momento. Quanto avrei voluto che lui e i soldati fossero lì ad aiutarci.
E tutto questo lo ripetevo, in una sorta di delirio, alla mia compagna di prigionia, l' indigena dai lunghi capelli bianchi, gli occhi gialli, che ovviamente non capiva nulla di tutto quello che dicevo.
Di colpo. A Gliese, iniziò a piovere.
Un intenso temporale simile ai monsoni tropicali della Terra, con tanto di  tuoni e fulmini.
Nella cella c'era una piccola finestrella con le sbarre, posta in alto. E non appena ebbe piovuto a sufficienza, un rigagnolo d'acqua iniziò a scorrere dentro la cella.
Io mi tolsi la giacca che avevo e tentai di evitare che la cella iniziasse a riempirsi d'acqua. Ma non appena mi sollevai sulle punte per bloccare l'ingresso all'acqua, lei mi fermò. Prese un po' d'acqua con le mani  e la bevve. Poi ne prese un altro po' e me la porse. Io bevvi direttamente dalle sue mani. Poi lei sorrise e si sedette per terra. Alchè giunse Ox, il minotauro, che spalancò la porta della nostra cella e mi intimò di uscire.
La ragazza provò a seguirmi ma lui la fermò prontamente.
"La schifosa no, rimane qui" disse
Io lo guardai indignato, desideroso di porre fine alla sua vita.
Ma non potevo nulla contro una simile bestia.
Allora lo seguì, mentre lei rimaneva chiusa in quel buco, intriso di fetore e pieno di vermi.
"Dove mi stai portando?"  Chiesi
"Il capo vuole parlarti" mi disse

Una sera, era il compleanno di Bernardo,  e ci concedemmo una pausa dal duro lavoro.
Mangiammo pizza e torta al cacao, e passammo la serata in allegria.
C'eravamo tutti anche il dottor Grasso, tutti tranne Colombo.
"Tanti auguri Bernardo! "Esclamammo tutti
Seguendo il brindisi proposto dal dottore.
"Allora, quanti anni compi?" Chiese Grasso
"38 dottore" disse Bernardo
Poi io gli allungai un pacco, dicendogli che si trattava di un pensierino da parte di tutti.
Il regalo consisteva in una stupenda penna stilografica con su inciso il suo nome.
Con la promessa che la usasse per scrivere uno stupendo diario di viaggio.
Lui, la accettò con gioia.
Ci benedí in nome di Cristo. E la infilò un nel taschino della giacca.

Ora quella penna giaceva a terra, davanti la porta della sua cella.

Arrivai ad una sala più grande, arredata di tavolo e sedie. Il baffuto se ne stava, in compagnia dell'elfo femmina e l'umano dagli occhi di fuoco.
Dopo avermi condotto al suo capo, Ox lasciò la stanza.
"Conosci già Ox, Coc e Enia. Permettimi di presentarti gli ultimi due componenti della mia squadra, Madame Butterfly e Jan. Sono i miei consiglieri più fidati." Disse.
"Non mi interessa. Hai detto che ci avresti ucciso. Sto aspettando" dissi
"Non fare l'insolente lo sai che non mi piace! Ti ho detto che vi avrei ucciso tutti dopo avervi mostrato la base. E domani sarete accontentati" disse
"Sei solo uno sbruffone. Quando Colombo e i  suoi verranno qui. La pagherai!" dissi
"Intendi il tuo capitano e i suoi soldati senza palle?" Mi disse.
Poi si alzò. Si avvicinò a me e disse "Fino ad ora ho giocato con te, ma ora mi hai stancato ragazzino, ti darò tutto quello che vuoi, informazioni, segreti e infine la morte. Così smetterai di fare il finto moralista. "
Digrignai i denti e iniziai a provare un senso di sconforto.
Lui si avvicinò molto di più. A stretto contatto con me. Poi cinse il mio collo con la mano destra. Non fece pressione, ma improvvisamente mi sentii soffocare.
Come se fossi in apnea.
"Io sono T, sottoufficiale della Plot, organizzazione che vuole unire tutti i mondi e le costellazioni sotto un unico ideale, sotto un'unica bandiera, consegnando a tutti un nuovo universo, ricostruito dalle ceneri di questo ormai alla deriva, un mondo senza fame, senza guerre, senza discriminazioni." Spiegò.
"Il tutto conquistando e distruggendo!" Urlai.
"Non è poetico? " Mi chiese.
"No è semplicemente malato"  dissi.

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