Superai brillantemente anche le altre due prove, anche se non furono una passeggiata, di certo non misero a repentaglio la mia vita come la prima.
Era il momento finale. Quello della valutazione e della proclamazione dei dieci vincitori del concorso.
Me la stavo facendo nei pantaloni per l’ansia. Ci misero in fila e notai subito che eravamo in numero nettamente inferiore rispetto ai diecimila iniziali e immaginai che la prima prova aveva mietuto parecchie vittime.
Il sistema di proclamazione era molto semplice, ci avrebbero chiamato uno ad uno e ci avrebbero detto se fossimo stati ammessi oppure no.
Notai con stupore che ero il penultimo della fila, davanti a un ragazzo, brufoloso, coi baffetti incolti e i denti sporgenti. E malignamente pensai che potesse essere inferiore a me.
La fila procedeva spedita, visto che la quasi totalità dei candidati veniva scartata. Però riuscivo, seppur a notevole distanza, a scorgere qualcuno che esultava. I primi posti iniziavano ad essere occupati.
Alcuni minuti dopo eravamo rimasti circa mezzo migliaio di ragazzi e ragazze. E mancavano quattro posti.
Vidi la Gess Gess avvicinarsi al banco degli esaminatori. Ci scambiammo uno sguardo sfuggente, poi lei si voltò verso di loro. Dopo un breve farfugliare, si alzò, strinse la mano ai commissari come da prassi, e si incamminò. Dopo alcuni passi si voltò verso di me, e con un sorriso beffardo mi mostrò il suo nuovo cartellino della S.I.P.I. Mancavano tre posti.
Eccoci gli ultimi dieci. Con una velocità disarmante i primi tre vennero liquidati poi con mia sorpresa, ecco un ammesso. Due posti. Potevo farcela, eravamo in sei, avevo un terzo di possibilità di entrare. Ed ecco un altro ammesso. Un posto vacante e cinque candidati ancora. D’un tratto rabbrividì. Le mie probabilità erano crollate al venti per cento.
“Beh però – disse quello dietro di me – venti percento di possibilità, posso farcela”Quel brufoloso scemotto era ottimista, guardava il bicchiere mezzo pieno. E all’improvviso lo odiai. E altri due vennero scartati. Adesso potevo sentirli i commissari, che pronunciavano il verdetto. E si fece avanti il mio predecessore.
Un posto e noi tre. Mentre quel brufoloso alle mie spalle teneva il conto della percentuale.
“Venticinque percento”
“Trentatre percento”
Sembrava il caricamento di un videogioco. Lo odiavo.
“Respinto” dissero i commissari. E il mio predecessore se ne andò via sconsolato. Ultimo posto disponibile e me lo contendevo col brufoloso dai denti sporgenti. Non potevo perderlo. No di certo.
Mi fecero segno di farmi avanti. Ero tesissimo.
“Buongiorno signor Orsi” mi dissero.
“Buongiorno” risposi
“Dunque signor Orsi, lei ha superato brillantemente tutte le prove, specialmente quella di meccanica, dove è stato in grado di individuare la nostra nuova componente per il ricircolo dell’aria subsonica e il riscaldamento della stessa per le propulsioni a velocità maggiori del suono. Complimenti!”
“Grazie”
Finalmente mi rilassai. Il mio corpo iniziò a rilasciare endorfine. E sentì una piacevole sensazione di benessere.
“Tuttavia…”
Ed ecco che l’intero mondo mi crollò addosso. Il mio cuore iniziò a battere all’impazzata. E ripresi a sudare.
“…tuttavia il suon background non è al livello che richiediamo, dopotutto lei è un maturando di un istituto tecnico industriale. Deve capire signor Orsi che qui abbiamo scartato gente con lauree specialistiche. Nonostante le sue notevoli capacità dimostrate nelle tre prove mi duole annunciarle che lei è scartato.”
Rimasi pietrificato. Mentre i commissari mi porgevano la mano. Io rigidamente ricambiavo il gesto di cortesia. Il mio corpo era scollegato dalla mente che in quell’istante iniziava ad elaborare l’accaduto.
“Quindi – pensai – se io vengo scartato e c’è ancora un posto libero allora… No! Non può essere – dissi tra me e me – non possono darlo a quel – e mi voltai – brufoloso!”
“Signor Zanotti, complimenti per i successi maturati nelle prove – dissero gli esaminatori – e abbiamo appreso con stupore tutti i suoi successi in campo accademico, politico e filantropico. Inoltre il suo lavoro di ricerca sarà davvero utile nella nostra equipe, ma bando alle chiacchiere, benvenuto nella S.I.P.I, Emilio Zanotti!” conclusero i commissari.
Lo fissai. Tentai di folgorarlo con lo sguardo.
“Tu – pensai - con quel viso da ebete, con quei baffetti da talpa e i denti da coniglio. Tu con quella faccia piena di pustole. Chi sei Emilio Zanotti?!”
Ma era troppo tardi per il rancore. Mestamente uscì dalla tensostruttura. Posti disponibili: zero. Candidati rimanenti: zero.
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ASTRONATS
Science FictionÈ questo ciò che ci meritiamo, per il male che ci siamo fatti, per le continue azioni scellerate nei confronti di una Terra, che non ci ha mai voltato le spalle. Nei confronti di una madre che non ha mai chiesto nulla in cambio, che ha sempre dato...