Allora mi scaraventò a terra. Dalla bocca fuoriuscì dell'acqua. Ero in totale confusione.
Come era possibile? Che fosse stato lui semplicemente toccandomi?. Ma questa non poteva essere una cosa razionale. No non era umano.
"Che razza di mostro sei!?" Urlai
Ma il fiato mi mancava le mie corde vocali avevano prodotto uno sforzo immane.
"Ora capisci quando ti dico che io sono Dio" mi disse
Ero come annegato nella sua stretta, i miei polmoni si erano riempiti d'acqua. Se avesse continuato probabilmente sarei morto.
"Il tuo mondo, non è altro che il più infimo e banale dei mondi. Siete degli esseri inferiori. Per migliaia di anni vi siete rinchiusi nelle vostre lotte di potere. Quando il vero potere scorreva nell'universo da prima che voi nasceste." Disse
"Tu hai detto di essere figlio di umani, come puoi rinnegare le tue origini?" Dissi
"Perché sono radici deboli. E con radici deboli una pianta, muore" mi disse.
"Cosa sei allora?" Chiesi
"Sono una manifestazione del potere dell'universo, una pianta che si è fatta strada nella roccia e nel sangue. Sai prima ero come te, un debole, attaccato alla famiglia e all'amore degli altri. Ma ora sono cresciuto, grazie all'acqua di questo luogo, che mi ha fatto sviluppare e mi ha reso divino." Disse
"E questa gente ?" Chiesi
"Gli indigeni dici? Loro sono solo vittime ignare di tutto ciò. Loro venerano l'acqua, come fonte di vita. E io che gliela distrubuisco. Sono il loro Dio." Mi spiegò.
Ecco perché la diga. Tenevano tutta l'acqua potabile lì dentro e gli indigeni erano obbligati a sottostare alla sua volontà, non avendo nessuna alternativa.
"Voi siete stati una fastidiosa e inaspettata sorpresa - proseguì - quando siete arrivati sul pianeta, ho capito che avrei dovuto sbarazzarmi di voi in fretta per non avere noie, così vi ho scatenato contro gli indigeni. Ma a quanto pare è accaduto qualcosa di inaspettato."
"Ti riferisci alla ragazza?" Chiesi
"La sgualdrina, ha violato il blocco notturno, ed è arrivata fino alla spiaggia."
"Perché?"
"Perché non sono così stupidi come credevo. Evidentemente alcuni stanno capendo di essere sfruttati più del dovuto e hanno visto in voi un'ancora di salvezza" spiegò.
Poi T , prese un bicchiere vuoto, si avvicinò a me e me lo pose davanti al volto.
Io ero in ginocchio ancora provato dal quasi annegamento.
Lui pose la mano su di esso e questo improvvisamente si riempí.
Poi mi liberò.
"Bevi, sarai assetato" disse
Io presi il bicchiere, in effetti erano alcune ore che non bevevo. Allora portai il bicchiere alla bocca, ma con movimento repentino, lo lanciai contro di lui. E con un un ulteriore balzo tentai di colpirlo.
Lui agilmente mi scansò e agitando la mano, fece levitare l'acqua rovesciata sul pavimento e ne creò uno spuntone ghiacciato che si conficcò nella mia gamba destra. Caddi a terra.
Il dolore fu tremendo.
Il ghiaccio andò via via sciogliendosi, e il sangue iniziò a fuoriuscire.
"Non sfidare Dio" mi disse
"Maledetto!" Esclamai, digrignando i denti dal dolore.
"L'acqua può dare la vita, ma può dare anche la morte." Mi disse
Io provai ad alzarmi ma la gamba mi faceva troppo male.
"Sta a te scegliere, o accetti di morire dignitosamente, come sacrificio per una causa maggiore. O muori dimenandoti come un pesce fuor d'acqua. Perché è questo che sei ragazzino" disse
Poi uscì dalla sala grande. Madame Butterfly e Jan mi raccolsero da terra e mi portarono di nuovo nella cella.
La ragazza indigena vide il mio pessimo stato di salute.
Sudavo, la gamba grondava sangue.
Vomitai perfino.
Lei si avvicinò. E con cautela pose la sua mano sulla mia gamba facendo pressione.
Poi mi indicò la cintura dei pantaloni.
Io la sfilai, ma le poche forze non mi permisero di toglierla del tutto. Allora lei la tirò a sé ma finì per trascinare anche me e caddi a terra.
A pancia in giù. Le venne più comodo sfilarla e una volta giratomi, avvolse la gamba e strinse forte, mugugnando qualcosa di incomprensibile.
Quel pazzo di T aveva ragione, non erano tutti ignoranti.
Avevano anche il dono della parola, anche se non riuscivamo a comprenderci.
Rimasi sdraiato.
Mentre lei raccoglieva dell'acqua che sgorgava dalla finestra, placando la mia sete.
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ASTRONATS
Ciencia FicciónÈ questo ciò che ci meritiamo, per il male che ci siamo fatti, per le continue azioni scellerate nei confronti di una Terra, che non ci ha mai voltato le spalle. Nei confronti di una madre che non ha mai chiesto nulla in cambio, che ha sempre dato...