Gliese

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Superato nuovamente il wormhole, la calma tornò a regnare sulla nave. Tutti ci alzammo in piedi e gettano lo sguardo aldilà degli spessi vetri degli oblò.
Lo spettacolo più bello mai visto.
Un gigantesco pianeta blu, che ci ricordava molto casa. Immerso nella più tetra oscurità del cosmo. Non eravamo a casa. E come avremmo scoperto a breve non eravamo nemmeno alla meta.
"Dove diavolo siamo finiti?" Disse il capitano.
"Dallo spettrografo della nave collegato al database della S.I.P.I. quella stella davanti a noi è Sadalsuud, una supergigante gialla, della costellazione dell'Acquario, dista..." E li Marcello esaustivo come sempre, leggendo quale numero rabbrividì e il sangue si gelò nelle sue vene.
"Quanto dista?" Chiese il capitano spazientito
E Zanotti il fetente mise bocca nella questione "536 anni luce dalla Terra"
"Cinquecento anni luce, mio Dio! - esclamò il capitano - e io che in Africa o in Asia mi sentivo su di un altro pianeta, quando in realtà ero praticamente dietro casa. "
Avviammo le manovre di avvicinamento al pianeta. E pian piano che ci apprestavano ad atterrare i dati che provenivano dai nostri strumenti erano sia confortanti che spaventosi.
"È un pianeta molto simile alla terra, come aveva detto Pik, ci sono forme di vita su di esso, e l'atmosfera è completamente respirabile, semplicemente è dieci volte il nostro pianeta per grandezza ed è composto da un unica gigantesca isola separata dalle acque." Spiegò Marcello.
Il computer individuò un punto isolato per l'atterraggio e arrivammo alla nostra prima destinazione, il pianeta della costellazione dell'Acquario.
L'ambiente non era molto diverso da un'isola hawaiana mista ad una giungla equatoriale. Gigantesche forme di vita vegetalie una sabbia colo rosa nelle spiagge.
La nave arrestó i motori. E decidemmo di scendere. Tutti questa volta.
"Le regole sono sempre le stesse, occhi aperti!" Ordinò il capitano.
"Voi cervelloni limitatevi a raccogliere i dati, io e i miei ragazzi penseremo alle pubbliche relazioni e ai rifornimenti" continuò Colombo.
"Per pubbliche relazioni intende fare saltare tutto in aria per un po' di carburante ?" Chiese Anna
"Non credo di aver chiesto la tua opinione signorina " disse il capitano.
"Beh se era per lei avrebbe creato già un casino con l'alieno tentacolato, voi militari siete tutti uguali se non fate una casino in ogni paese straniero non siete soddisfatti, e come una cazzo di droga!" Disse Anna spazientita.
Sapevo il suo risentimento per i militari e l'idea di averne tre come babysitter per tutta la spedizione non la mandava di certo un estasi. Ma servivano e questo una sera al corso di formazione, cercai di spiegarglielo.

"So cosa ti è successo Anna, ma abbiamo bisogno di gente che ci protegga, anche i migliori esploratori avevano dei guarda spalle" dissi quella sera.
"Non posso dimenticare, quel giorno Paolo, mi hanno spogliata nuda, hanno perquisito ogni centimetro del mio corpo, per vedere se avessi qualcosa. Tutto perché ero entrata di nascosto in una casa abbandonata." Disse
Di certo non potevo dirle che normale non era, compiere un gesto del genere, ma ero suo amico, o almeno lo ero diventato in quei mesi alla S.I.P.I., e non potevo fare altro che farle sentire il mio appoggio.
"Te lo dico io perché lo hanno fatto, perché sono una stronza lesbica ecco perché, e gli sbirri odiano le persone come me, siamo i loro sacchi da prendere a cazzotti." Disse
E ora in quella spedizione, l'ascia di guerra non era affatto sepolta, anzi la scintilla poteva scoppiare da un momento all'altro.

"Stanno a sentire tesorino - disse Colombo - mentre voi ve ne starete qui a fare le vostre stronzate da piccolo chimico io e i miei rischieremo la vita in prima linea, se qualche altro mostro tentacolato uscirà fuori e tenterà di sbranarvi. Sai non tutti gli alieni fanno inchini e chiedono venia, come non tutti gli umani sono brave persone. Anzi credo che questi nostri spaziali siano tutti dei trogloditi."
Anna spazientita rientrò alla nave.
"Capitano non credo che questo sia l'atteggiamento giusto per la missione" dissi
"Non credo di aver chiesto la tua opinione, e fin quando qualcuno di voi non sarà in grado di badare a se stesso o al gruppo, non intendo ascoltare un singola parole che esce dalle vostre fogne . Adesso allestite il campo base io e Farinella andiamo in perlustrazione.
"Capitano ci permetta di venire con lei, se troviamo della fauna locale potremmo fare delle foto e prendere degli appunti " dissero Traiano e Tiberio.
"D'accordo ma non fate stronzate" disse il capitano.
Gli altri restammo sulla spiaggia ad allestire il campo base con tutta la strumentazione.
"Come saranno gli abitanti di questo pianeta?" Mi chiese Chiara.
"Non credo, Pik ha detto che sono tutti abitati, ma è probabile che intendesse anche solo da forme di vita animale o solo da piante" risposi.
"La gravità è stranamente uguale a quella terrestre, con queste dimensioni pensavo fosse dieci volte i valori a cui siamo abituati" disse Marcello.
"Anche i valori dell'atmosfera sono pressoché identici ai nostri. Ossigeno, Azoto e micropercentuali di altri gas, anidride carbonica e idrogeno." Disse Zanotti.
"Questa sabbia invece sembra essere diversa, non c'è silice ma sembra quarzo, anche la colorazione lo ricorda molto" disse Bernardo
"Io ho prelevato un campione di acqua ed è molto diversa, è piena di oli e idrocarburi, quindi niente bagno mi sa " disse Chiara.
Peccato, l'idea di un bel bagnetto in costume stava solleticando il mio interesse.
"Ehi scemo, stai ancora lì a sognare o mi aiuti con i rilevatori di frequenze?" Disse Anna affacciata dal portellone della nave
Così dovetti rinunciare alle mie fantasie e concentrarmi sul lavoro.
Montammo le apparecchiature e tentammo di captare qualche segnale dall'isola.

Finito di montare tutto ci concedemmo un po' di relax.
Ma la pacchia non durò a lungo. Iniziò come un fruscío tra i rami, poi un rumore di ramoscelli spezzati, infine mormorii che trasalirono a urla. E dalla boscaglia, mentre noi ci alzavano dalle sedie per vedere, uscirono correndo i nostri compagni, in preda al panico più totale.

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