Il pugnale di T

10 1 0
                                    

Il capitano era in ginocchio. Reggendosi a fatica sulle braccia, ferite e provate dalla stanchezza.
Farinella e Turco tentarono di raggiungermi per liberarmi, ma sulla loro strada incontrarono le mani giganti di Ox.
Adesso pendevano dalle sue braccia, dimenandosi come pesci appena abboccati all'amo.
Perché T aveva ragione. Contro esseri di questo calibro eravamo come pesci fuori d'acqua.
Il dolore alla gamba tornava a farsi sentire. Ma fortunatamente la fasciatura reggeva.
La ragazza indigena poco distante da me, stava distesa inerme dopo il colpo subito.
T ci aveva annientato. Per fortuna i miei compagni erano riusciti a scappare. Ma adesso mi chiedevo, per quanto sarebbero stati al sicuro?
Terminato il suo scopo quel bastardo baffuto avrebbe dato loro la caccia e fatti prigionieri come aveva detto.
Madame Butterfly, si preparava a colpire Colombo con la sua mossa definitiva. I suoi fermagli puntavano agli occhi del povero capitano ferito e sanguinante.
Pochi centimetri.
Le mani di Ox si stringevano attorno alle gole di Farinella e Turco.
Io provai ad alzarmi.
"Guarda ragazzo!" Urlò T. "Il mio immenso potere!"
Le gambe ressero lo sforzo. Allora mi fiondai deciso verso il mio scopo.
Un goffo balzo in avanti e afferrai il pelato alle spalle e lo tirai verso di me sbilanciandolo.
"Fermo! Maledetto!" urlò.
Entrambi finimmo per terra. Nel caos del momento, colmo di rabbia T si avventò contro di me, ma con un ultimo sforzo disumano, puntai le gambe contro il suo petto e lo lanciai verso il vuoto. L'idrosfera si schiantò al suolo, alla base della diga, disperdendosi nella valle.
Lui cadde dalla parte opposta, affondando nella sabbia del bacino.
Avevo evitato la catastrofe, ma solo per poco.
Madame Butterfly e Ox si voltarono verso di me.
In vano cercai di alzarmi. Lo sforzo mi era stato fatale. Ora la mia gamba versava in condizioni peggiori.
T si alzò, tutto ricoperto di sabbia e immediatamente richiamò i suoi.
"Uccidete quel bastardo!" Urlò.
Ox fece cadere per terra i corpi asfissiati di Turco e Farinella ormai privi di sensi.
Madame Butterfly quasi giunta al suo scopo, dovette desistere dall'infliggere il colpo di grazia al capitano e si avvicinò a me. Seguita dal minotauro. Ero spacciato.
"Scappa Paolo!" Urlò il capitano.
E le ultime forze abbandonarono il suo corpo. E crollò al suolo.
Ma in quell'istante la ragazza si svegliò, e alzandosi a fatica in piedi si frappose tra me e i miei aguzzini. Uno strano bagliore ricopriva il suo corpo.
Pareva come ricoperta di rugiada. E quelle gocce sul suo corpo brillavano.
Intanto T, al culmine della sua ira, tornò a concentrarsi, ma qualcosa sembrava non funzionare, come se il suo potere lo avesse abbandonato.
Come se quell'ambiente sabbioso totalmente arido e prosciugato, non gli permettesse di fare affidamento sull'acqua.
Ox tentò di colpire la ragazza, ma questa agilmente si scansò.
Il gigantesco minotauro era fortissimo, capace di strangolare due soldati contemporaneamente, ma era lento troppo lento per la ragazza, la quale senza usare le mani, con la solita abilità e la sola velocità evitava agilmente i suoi colpi possenti.
Allora madame Butterfly suggerì al minotauro di attaccare insieme la ragazza.
E con la velocità della dama dei fermagli, lo scontro iniziò ad equilibrarsi.
La ragazza provò a tenere testa alla combinazione, di agilità degli spilli, e della forza dei pugni di Ox. Ma dopo una svista, venne colpita proprio dal minotauro.
Ma immediatamente si riprese, e con una finta abilmente architettata, prima schivò un pugnoo del minotauro, poi sfruttando la sua stessa forza, con uno sgambetto lo fece , stramazzare al suolo con tutto il suo peso.
L'intera diga tremò.
Ma anche il minotauro era un avversario non da poco, e si alzò subito. Lievemente provato.
Io strisciai fino alla fine del muro della diga. T era ancora lì sul fondale, in preda alla follia, alla disperata ricerca di qualcosa. Qualcosa che aveva perduto.
E scavava nella sabbia del fondale.
Poi accanto a me, luccicando alla luce di Sadaalsuud, lo vidi, il suo pugnale. Gli era caduto mentre ruzzolammo per terra.
Con la gemma azzurra incastonata nell' elsa.
"E questo che cerchi?" Dissi mostrandoglielo.
"Bastardooooo" urlò, esplodendo di rabbia.
Allora tutto mi fu chiaro. Era il pugnale a dargli il potere di controllare l'acqua. O meglio la gemma incastonata in esso.
Il dolore inizio pian piano ad alleviarsi.
A fatica mi alzai, pronto a cambiare le sorti dello scontro. Le gambe tremavano, ma brandendo quell'arma, pian piano le forze, iniziavano a ritornare in me.
Mi sentivo sempre più energico.
T continuava a sbraitare sul fondale, poi nella follia più assoluta decise di iniziare a scalare la parete del muro.
Non avevo molto tempo. Mi girai verso la ragazza e quei due manigoldi che le stavano dando parecchio filo da torcere. Chiusi gli occhi. Un incredibile energia, come una brezza umida, iniziò a investirmi. L'acqua dispersa per la valle, iniziò a convergere verso di me.
Allora sollevai la mano destra, mentre nella sinistra brandivo il pugnale. E puntato il palmo verso Ox, raccolsi una piccola sfera. Pronto a lanciarla contro il gigantesco minotauro.

ASTRONATSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora