"Dovete sapere cari viaggiatori che da questo luogo si parte alla volta di quarantotto possibili destinazioni, come quarantotto sono le costellazioni abitate dell' universo" disse Pik
"Ma questo non è possibile ! " Esclamò Marcello.
"Non sono un cervellone, ma anche io so che le costellazioni non sono reali." Disse il capitano.
"Il capitano ha ragione, le stelle che compongono una costellazione e che appaiono schiacciate nella volta celeste, in realtà si trovano a enorme distanza. Per esempio nella costellazione del Cane Maggiore, Sirio che ne è la stella più luminosa si trova relativamente vicino al sistema solare, circa nove anni luce. Mentre Mizram un altra stella sempre del Cane Maggiore si trova a cinquecento anni luce! Il fatto che l'uomo abbia disegnato delle costellazioni in cielo è soltanto per avere punti di riferimento nel cielo notturno. Un espediente prospettico." Spiegò Marcello.
"Chiedo venia - disse Pik - ma la tua conoscenza è esatta solo se la si considera da punto di vista del vostro pianeta. Mentre dovete sapere, che per costellazioni si intendono vaste regioni cosmiche dell'universo che si snodano nelle tre dimensioni, al cui interno c'è tutto un sistema organizzato. Ogni costellazione ha una stella principale e un pianeta centrale. Poi vi sono altre stelle con funzioni prettamente energetiche che alimentano i sistemi economici. Ogni costellazione ha tre sistemi economici che possono anche non confinare con la stella centrale ma appartenere ugualmente alla costellazione. Vi sono dunque dodici costellazioni principali, e trentasei sistemi economici, tre per ogni costellazione appunto. Quarantotto possibili destinazioni." Concluse Pik.
Persino Marcello, il più esperto fisico teorico, rimase inebetito.
" E sono abitati questi luoghi?" Chiesi
"Questi si, tutti abitati" rispose Pik
"E Kepler dove diavolo si trova ?!" Disse il capitano.
" Non credo lo troveremo, capitano" disse Turco.
Non poteva finire così, doveva esserci un modo, sentivo che potevamo trovarlo.
"Pik come si accede a questi mondi?" Chiesi
"Attraverso il Durspace" disse
"E cosa sarebbe?" Chiese il capitano
"Credo si riferisca al ponte di Einstein - Rose che abbiamo attraversato per venire qui" disse Anna.
"Ma torneremo indietro così! Esclamò il capitano.
"Non è esatto, il Durspace può ricondurvi al vostro mondo, o mandarvi in una costellazione a caso, se volete trovare i vostri simili, non vi resta che attraversarlo e sperare" disse Pik
"Ciò vuol dire che attraversando di nuovo il wormhole c'è una possibilità su quarantotto di tornare a casa, una possibilità su quarantotto di trovare Kepler e quarantasei chance di trovare una costellazione diversa" disse Marcello
"Maledizione! Se non siamo fortunati sci ritroveremo sparati chissà dove, e passeremo l'eternità in un mondo sconosciuto! Disse il capitano.
"Secondo me no! - esclamai - vede capitano se ho capito bene e questo passaggio conduce sempre ad un posto diverso, se non troveremo il mondo giusto non ci resterà che ripartire e riattraversare il ponte e tentare di nuovo. Poi se i mondi sono abitati di certo potremmo fare rifornimenti" dissi
"Forse ti sfugge un piccolo particolare, non abbiamo tutta l'eternità per girovagare per l'universo!" disse il capitano
"Chiedo venia - disse Pik per l'ultima volta - ma come vi ho detto le leggi di spazio e tempo non funzionano come sul vostro pianeta, prendete voi ad esempio siete qui da mille anni ormai" disse Pik
"Che cosa!?" Esclamammo tutti all'unisono.
"Sto scherzando" disse Pik
Quella vecchia canaglia aliena di era presa gioco di noi. Ben fatto Pik.
"Capitano abbiamo il dovere di provarci" disse Anna.
Lui tentennò un attimo, poi si pronunciò.
"E sia! Anche perché non abbiamo altra scelta, questo posto mi sta dando già la nausea."
E io tentai di scusarmi con Pik per il poco tatto del capitano.
L'alieno ci riaccompagnò alla nave. E fu entusiasmante raccontare e spiegare agli altri tutte le cose che avevamo appreso.
Zanotti solito astrofisico petulante iniziò a fare calcoli e congetture, su possibili modelli di successione della costellazioni. Ma nessuno gli diede retta.
Ci concentrammo sull'impresa titanica che ci si parlava davanti. Sulle stupende creature, luoghi e genti che avremmo incontrato.
Riaccendemmo la nave. Io diedi un ultimo sguardo dall'oblò e vidi Pik darci un ultimo saluto col suo tentacolo.
"Addio caro Pik" pensai.
E la nave partì.
Il candore lasciò spazio di nuovo all'oscuritá. I tremori ripresero in tutta la nave. Fasci di luce ci investirono. E boati assordanti invasero i nostri timpani. Eravamo di nuovo nel wormhole. Pronti a scoprire dove ci avrebbe portato a casa, alla meta o all'avventura.
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ASTRONATS
Ciencia FicciónÈ questo ciò che ci meritiamo, per il male che ci siamo fatti, per le continue azioni scellerate nei confronti di una Terra, che non ci ha mai voltato le spalle. Nei confronti di una madre che non ha mai chiesto nulla in cambio, che ha sempre dato...