L'uomo d'azione è l'unica persona che abbia più illusioni del sognatore.
Oscar Wilde
Quella era una mattinata nuvolosa.
Hermione alzò gli occhi in direzione del cielo, le mani fredde incrociate sulle gambe e i capelli mossi dal vento che le sfioravano il volto. I cupi borbotti delluomo a qualche metro di distanza, che si spargevano oltre la vasta folla di studenti fino a giungere sulle rive del lago, non erano capaci di lasciare alcuna traccia nella sua mente. Cercò di distrarsi continuando a guardarsi intorno, alla ricerca di una chioma spettinata che non intravedeva dal giorno prima, da quando Harry aveva abbandonato la Sala Grande, ma Hermione non impiegò molto tempo a capire che il suo migliore amico, in quel momento, non fosse lì a partecipare al funerale di Silente.
Qualche posto più avanti, qualcuno starnutì sonoramente. Hermione poggiò di nuovo lo sguardo sulla candida tomba che sostava a molti metri da lei, al di là delle teste dei suoi compagni e presso luomo che ancora continuava a parlare; era un vecchio amico di Silente, il cui colorito cereo offuscava abilmente le lucide lacrime che percorrevano il suo viso.
Hermione prese di nuovo a fissarsi le proprie dita intrecciate. Aveva sperato di trovare Harry lì ad aspettarla, ma adesso che era certa della sua assenza trovava quasi irritante dover stare lì seduta. Quello era un funerale falso a cui non avrebbe mai voluto partecipare; che senso aveva, fingere di essere dispiaciuti quando le cose in realtà stavano in tuttaltro modo?, si chiese con un malinconico sospiro.
Il vento prese a soffiare ancora più forte e Hermione si scostò una ciocca di capelli dal viso. Quando ebbe di nuovo la visuale libera, avvertì nei paraggi una presenza familiare; voltandosi, scoprì di chi si trattasse e i suoi occhi si sgranarono con incredulità.
« Geordie! Mi hai spaventata. » sussurrò Hermione, mentre il Dhampyro afferrava silenziosamente una sedia e si sedeva accanto alla Grifondoro.
« Lo prenderò come un complimento. - rispose a mezza voce, gli occhi che sembravano ancora più chiari sotto la luce del mattino. - Tutto bene? »
Hermione annuì lentamente. « Sì, ma non mi aspettavo di vederti qui ».
Geordie schioccò la lingua; alcuni dei presenti gli scoccarono unocchiata infastidita.
« Silente voleva che tenessimo la scuola sotto controllo. - replicò, a voce ancora più bassa - E dopo ciò che gli è successo, direi che ne aveva tutte le ragioni ».
Tacque mentre luomo accanto alla tomba interrompeva il suo discorso asciugandosi gli occhi con un fazzoletto. Hermione non rispose, lo sguardo perso sulle scure mura del castello. Le lunghe vetrate appannate sembravano riflettere il tormentato cielo che le sovrastava.
« Vedrai, non capiterà mai più una cosa del genere. - disse Geordie, cercando di interpretare lo sguardo di Hermione. - Adesso ci sono io qui, e gli altri Vampiri della tua Confraternita ».
La ragazza annuì. Dopo un attimo, chiese istintivamente: « Hai per caso visto Draco? »
Non si accorse che a quella domanda i lineamenti del Dhampyro si erano lievemente induriti; tuttavia, Geordie rispose in tono incolore: « No, mi spiace ».
Hermione si voltò a guardarlo, come percependo quella strana distanza comparsa sul volto di Geordie. « Da quanto tempo lo conosci? » chiese prudentemente.
Lui non parve infastidito dalla domanda, sebbene non guardasse più Hermione direttamente negli occhi. « Da molto, anche se non mi ha mai dato eccessiva confidenza. Ricordo che la mia prima impressione su di lui fu che si trattasse di un tipo un po introverso, ma con il passare del tempo ho capito che semplicemente non desidera la mia amicizia ».
STAI LEGGENDO
Vampires ~ Incubus & Succubus [ Dramione]
Fanfiction**La storia si svolge durante il settimo anno** « Ma quelli... non sono Draco Malfoy e Hermione Granger? » « Sì ». « Perché si tengono per mano? Insomma... non staranno insieme? » « Esatto. Da tanto tempo ormai ». « Da quando? » « Da quel giorno...