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L'alone bianco che colpiva le finestre si rifletteva sui loro visi in modo spettrale, rafforzato dal silenzio assoluto che premeva contro le pareti della stanza. L'infermeria di Hogwarts, pensò Hermione, non era mai stata più quieta di allora, e sicuramente non aveva mai ospitato un paziente tanto inusuale.
Scoprì che era strano, stare lì seduta su quel letto vicino a quello di Harry, con un piccolo sorriso malinconico e ansioso sulle labbra, ad aspettare che qualcosa fosse accaduto e cercando di lenire, standogli vicina almeno in quel momento, il suo oppressivo senso di colpa. Perché quella brutta sensazione, causata e rafforzata dalle parole pungenti che Claudius le aveva rivolto non meno di un giorno prima, le impugnava il cuore in una morsa come se la soffocasse.
Non aveva la più pallida idea di cosa fosse passato per la testa di Harry durante le ultime settimane. Non sapeva cosa si fossero detti lui e Silente durante quell'incontro. Non si era disturbata più di tanto ad indagare sul comportamento un po' strano che Harry aveva assunto negli ultimi giorni.
E aveva anche il coraggio di definirsi ancora la sua migliore amica.
Era stata così presa da Draco, e dalla sua complessa situazione con lui, che probabilmente Harry aveva considerato una causa persa cercare di tenerla ferma su una sedia e spiegarle una volta per tutte la situazione che stava passando. Si era sentito trascurato? Sì, probabilmente.
E non avendo più Ron come migliore amico, era stato costretto a tenersi tutto dentro e meditare per lunghe ore su cosa fosse più giusto fare giunti a quella situazione. A quel pensiero Hermione, se possibile, si sentì ancora peggio.
Riportò lo sguardo sul volto di Harry, che riposava un po' più tranquillamente. A quanto pare, dopo l'agonia dei giorni iniziali, il suo sonno era diventato sempre meno agitato e turbolento, come indice del fatto che la trasformazione fosse ormai pressoché completa. Gli occhi di Hermione si fecero di nuovo lucidi nell'osservare quel volto ormai candido, in realtà familiare, ma che in quel momento come non mai percepiva distante.
Improvvisamente, qualcuno bussò. Hermione balzò in piedi come una molla, rasserenandosi solo quando Geordie mise piede nella stanza. Lo sguardo verde acqua del Dhampyro sfiorò Harry per poi soffermarsi su Hermione.
« Disturbo? »
« No, figurati. - disse lei scuotendo la testa. - Cosa ci fai qui? »
Geordie oltrepassò la stanza in pochi passi, sedendosi sulla sponda vicina a quella di Hermione e lo sguardo fisso su Harry. Anche Hermione si risedette, sentendosi, in uno strano modo, un po' a disagio.
« Talvolta vengo qui a vedere come sta. Quando urla, riesco a calmarlo ».
Hermione sentì improvvisamente un gran fiotto di gratitudine per Geordie, che si limitava a sorridere appena.
« E tu? - disse, volgendosi a guardarla. - Non dovresti essere a lezione? »
« Andrò soltanto tra qualche minuto ».
Cadde di nuovo il silenzio. Non era un silenzio piacevole, considerò Hermione mentre cercava febbrilmente un argomento a cui aggrapparsi. Era uno di quei silenzi che ti ossessionavano e ti mandavano in paranoia.
« Ehm... allora quest'anno hai gli esami » disse Geordie a un certo punto.
« Sì - rispose Hermione, lieta di ricominciare a parlare. - i M.A.G.O. Sono indietro con il programma, in questi giorni dovrò darmi da fare per recuperare ».
« Ma gli esami sono tra più di tre mesi ».
« Già, ma non è mai troppo tempo per pensarci » sorrise Hermione, causando, inevitabilmente, un nuovo buco di parole. Quel silenzio, se possibile, era ancora peggiore.
Da quando in qua era diventato così difficile parlare con un ragazzo?
Dopo attimi di agonia, fu Geordie a risollevare il discorso, che continuava a fare finta di niente.
« Non sarà difficile rimetterti in pari. Adesso hai tutta la notte da sfruttare a tuo vantaggio ».
« Ehm... già » squittì lei, pensando al modo poco produttivo in cui aveva sfruttato le nottate scorse. In camera di Malfoy, con esattezza.
« Penso che non sarebbe male utilizzare qualche ora studiando fuori dai libri ».
Hermione lo guardò confusa. Geordie ricambiava il suo sguardo con il suo solito sorriso scaltro.
« Ieri ti ho parlato di lezioni private ».
Hermione, senza volerlo, si sentì arrossire.
Ecco perché si era sentita a disagio per tutto il tempo. Ecco perché trovava difficile parlare con lui.
Ed ecco il punto preciso in cui Geordie voleva arrivare.
« Bè, io... »
« Vedi, le forze nemiche continuano a premere nella nostra direzione. - la interruppe lui, assumendo improvvisamente un tono pratico. - Sarebbe utile che tu apprendessi cose un po' diverse da quelle descritte nei libri. Ti eserciteresti a combattere, a difenderti. Anche Harry, al suo risveglio, potrebbe prendere le stesse lezioni. Penso che sia la cosa giusta da fare in un momento come questo ».
Hermione sbatté le palpebre, divorata dall'indecisione. Dopotutto, la sua era soltanto una sensazione. E poi era inevitabile il fatto che anche lei dovesse fare qualcosa, dare il suo contributo in un conflitto in cui ormai era coinvolta.
Sorrise di nuovo, sforzandosi di non sembrare nervosa.
« Certo ».
« Bene. - Geordie sembrò fare fatica a trattenere un largo sorriso. - Cosa ne dici di stasera? »
E' solo per esercitarsi. Non c'è niente, assolutamente niente di male.
« Ehm... okay » rispose.
« Adesso devo andare. - Geordie si alzò - Ricorda, al settimo piano alle nove ».
Hermione annuì debolmente, guardandolo andarsene e rivolgerle un altro sorriso mentre usciva dalla stanza. Dopodichè si voltò, sentendosi colpevole senza un motivo preciso, e pensando alla faccia di Malfoy se fosse venuto a sapere di quell'incontro che avrebbe avuto luogo in una stanza isolata da tutte le altre.
Merda.
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Vampires ~ Incubus & Succubus [ Dramione]
Fanfiction**La storia si svolge durante il settimo anno** « Ma quelli... non sono Draco Malfoy e Hermione Granger? » « Sì ». « Perché si tengono per mano? Insomma... non staranno insieme? » « Esatto. Da tanto tempo ormai ». « Da quando? » « Da quel giorno...