Capitolo 80

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Video del capitolo:

I tenui raggi di sole che filtravano dalla finestra li baciavano con dolcezza. Il silenzio terso che gravava nella Stanza delle Necessità, spezzato di volta in volta dalle folate di vento che scuotevano le vetrate, avvolgeva i due Vampiri nelle sue spire beate respingendo il più minimo sentore della stessa esistenza.

Era un silenzio che non andava infranto in alcun modo, di quelli capaci di avvolgere i sensi e stregarli, acquietarli, assopirli; e fu strano per entrambi, le ombre delle ciglia che si riflettevano sulle guance candide, spalancare dun tratto gli occhi e rivolgere lo sguardo sulle tracce di alba che si riuscivano ad intravedere attraverso i lembi delle tende. E fu ancora più strano, se non decisamente innaturale, accorgersi delle proprie braccia e delle proprie gambe incastrate con altre, dei propri capelli che, riversi sul cuscino, si confondevano con altri, di due sguardi che si toccarono quasi con sorpresa.

Hermione Granger si affrettò, distinto, ad abbassare il suo, per poi dirigerlo altrove. Non seppe mai se la sua fosse stata timidezza, o semplicemente la soggezione che provava ogni qual volta avvertiva su di sé quegli occhi che temeva, che adorava, che venerava; era stato qualcosa che aveva sempre evitato, quello sguardo scaltro e penetrante al tempo stesso, e lo aveva fatto, senza accorgersene, per molti anni. E adesso, in quellesatto momento, trovarsi lì tra le sue braccia, accarezzata e baciata dai suoi occhi, come mai avrebbe pensato in vita sua, era una gioia e una personale vittoria che non avrebbe mai potuto spiegare con soddisfazione.

Era una magia che era accaduta quasi per caso, e malgrado le incomprensioni che spesso lavevano costellata, loro adesso erano lì. Erano lì e nemmeno loro, forse, avrebbero saputo spiegare il fenomeno.

Hermione sussultò appena al tocco delle fredde dita di Draco sul suo viso. Fu una carezza leggera che ebbe il potere di farla sorridere, di emanare una luce di serenità su quel volto ora appena rosato. E, sebbene lui non fosse solito farlo, anche langolo delle labbra di Draco si piegò verso lalto per un breve istante, la mano che sfuggì da quella guancia che, nonostante la notte movimentata appena trascorsa, aveva ancora limpulso di baciare e mordere come una mela.

Era bella, si ritrovò a pensare mentre Hermione ancora evitava il suo sguardo.

Era bella. Ed era sua.

« Che ore sono? » domandò lei improvvisamente, con laria di chi dice la prima cosa che capita.

Seguì un attimo di silenzio in cui Draco distolse, non senza fatica, lo sguardo da lei.

Forse la imbarazzava essere fissata. Forse nessuno laveva mai fissata così.

« Mancano dieci minuti alle otto » rispose con voce un po atona, dopo aver lanciato uno sguardo ad un orologio a pendolo che doveva essere apparso in quellistante nella Stanza delle Necessità.

Hermione si tirò su a sedere con un piccolo tonfo. Draco, che le stava pesando praticamente addosso, fu a dir poco catapultato dallaltra parte del letto.

« Ehi, ma che diavolo »

« Stai scherzando » disse Hermione serissima, la coperta stretta sul petto e la testa che si muoveva freneticamente in cerca dellorologio.

« Mi piacerebbe » commentò, ma non ebbe nemmeno il tempo di sporgersi per afferrare il pacchetto di sigarette caduto sul pavimento, per farsi un paio di tiri come si deve prima di sorbirsi qualunque professore avesse incontrato, che Hermione gli tirò uno schiaffo sulla mano protesa e lo guardò con puro terrore negli occhi.

Vampires ~ Incubus & Succubus [ Dramione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora