Capitolo 3

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*Se parli mi piaci,
se taci mi piaci,
se parli di baci
baciami e taci*
~~

Natsu's pov
Passano i giorni, come fosse niente. Chiudo gli occhi poggiando la testa sulla finestra. Guardo il cielo ormai roseo, le sfumature rosse, gialle, arancioni che conquistano ogni suo minuscolo centimetro, si mescolano, miscelano emozioni e sentimenti tra quei veli caldi e avvolgenti. E le nuvole scure sembrano assorbire quell'ardore profondo. Sposto lo sguardo sul mio pacchetto di sigarette. È quasi finito, ne devo comprare delle altre. Fumo. Porto un auricolare all'orecchio e assaporo quella, ormai mia, melodia, sento quelle parole di sempre, ascolto quella solita canzone. Tra poco il sole sparirà del tutto, dando posto alla luna bianca, alle stelle luminose.

Sento qualcuno bussare lievemente alla porta. Mi è subito chiaro che si tratti del tocco leggero e flebile di mamma. Abbasso gli occhi in attesa di qualsiasi cosa possa volermi dire.

"Natsu, ecco, scendi in salotto con noi? Stiamo un po' in famiglia, guardiamo un film insieme, tra poco arriverà anche la ragazza di Zeref, manchi solo tu" sussurra incerta una volta entrata nella mia stanza. Non ce la faccio, devo metabolizzare e accettare tutto, ora non sono ancora pronto.

"No, adesso esco"

Annuisce solo cercando di nascondere quei suoi occhi tristi.

Resta ferma lì, sulla soglia, non è del tutto dentro, non è nemmeno fuori. Come sul bordo di un inizio, sull'orlo della mia vita. Lei è proprio lì. In bilico. E non so come farla entrare. Le mura sono costanti e potenti, mi appartengono, non posso farci nulla, barriera che mi separa da tutto e niente, la sento poggiata sulla mia pelle.

Sospiro, prendo una felpa con l'intento di andarmene e mi avvicino alla porta.

Non le dico nulla, le sfioro appena la spalla con la mia, le regalo solo un semplice sorriso. Labbra che si piegano e i suoi occhi sembrano tornare allegri. Il mio sorriso, il suo sorriso. Mi bastano pochi secondi e lei torna a vivere. Pochi rapidi attimi e lei ricomincia a respirare. La distanza, qui, è solamente mia, la sua disposizione è troppo ampia, il mio cuore troppo chiuso, oramai serrato.

Cammino per le strade della città, come ogni sera. Quelle poche persone in giro, ragazzini che ridono spensierati, coppiette che passeggiano mano nella mano, e poi ci sono io. Io con me stesso che sorrido nella falsità del mio vuoto. Vado avanti così fino a tarda notte e decido di andarmi a bere qualcosa.

"Natsu!" Mi volto vedendo Gray corrermi contro.

Mi raggiunge sorridendo e si unisce a me, sapendo già dove intendo andare.

"Cosa ci fai qui a quest'ora?" Domando mettendo le mani in tasca.

"Ero da Juvia e ora eccomi qui, ti ho visto per strada e ho voluto unirmi a te" scrolla le spalle.

Annuisco entrando con lui nel locale. Ordiniamo e ci accomodiamo a un tavolo.

È passata la mezza notte. Prendo un enorme respiro. È da quest'ora che ricomincia tutto. La testa scoppia, il cuore si ferma. Il fiato si mozza, il corpo trema. Mando giù un lungo sorso sentendo la gola bruciare. Quando cerco di dormire è sempre peggio. Le urla prendono vita, scoppia la testa di dolore e non ci posso fare niente. Preferisco stare sveglio e distrarmi. Riempire questo petto con cazzate. Respirare profondamente, aggrapparmi al nulla, arrampicarmi crollando ancora una volta, venire schiacciato da un qualcosa di enorme, vivere sopravvivendo.

| Nalu | Non ti credo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora