*M'ha guardato
M'ha sorriso
C'hai presente er paradiso?*Natsu's pov
Mi siedo al tavolo sospirando. Faccio colazione lentamente, guardando di sfuggita, ogni tanto, i Mikado appena aperti. Sposto leggermente la testa ammirando il mio petto nudo, osservando quei tatuaggi che viaggiano maligni sulla mia amara pelle. Assassino, parola penetrante che pugnala queste barriere che circondano la mia figura. E potrei essere il male più terrificante su questo orrido pianeta, potrei squarciare vite assaporando metallico, squallido sangue scuro e rabbrividendo al suo solo sconcertante contatto; cadere, abbattermi, schiacciarmi al suolo gridando aiuto con voce fin troppo smorzata, con occhi fin troppo vuoti, sussurri ripugnanti che si liberano dalle mie labbra, morire sprofondando nella repellente vita di un mostro ormai condannato, le mie ali potrebbero lacerarsi, deteriorarsi, sanguinare impedendomi di raggiungerle, quella luce e quelle stelle, quel sorriso così rarricurante, ma lei resterebbe, il cuore per lei batterebbe, lei mi rialzerebbe, lei mi farebbe tornare il respiro, lei mi farebbe spiccare il volo. E la amo, amo quella ragazza che sorride troppo spesso, amo lei, contro qualsiasi senso.E potrei solo ferirla, le grida che conservo potrebbero danneggiarla, il demonio che custodisco sotto questa orripilante pelle, potrebbe ucciderla. Con un tocco cadrebbe amaramente, sfiorandola morirebbe urlando al cielo buio, a quel punto, cosa potrei fare io?
Respiro profondamente indossando la maglietta.
Esco di casa chiudendomi rapidamente la porta alle spalle, mamma e papà stanno ancora dormendo.
Cammino tranquillo lungo la strada, ricevo diverse occhiatine, sguardi che persistono sul mio corpo, sospiro.
Prendo l'autobus raggiungendo l'abitazione di mio fratello, non so nemmeno se è sveglio a quest'ora. Busso alla porta e pochi attimi dopo Zeref apre la porta assonnato.
Spalanca gli occhi guardandomi felicemente sorpreso, poi mi abbraccia facendomi irrigidire per quei pochi secondi.
"Temevo non volessi più vedermi, avevo paura che non saresti mai venuto da me" bisbiglia stringendomi. Inclino le mie labbra in un rapido sorriso accennato.
Davvero pensavi di non potermi più rivedere? Mi spaventava l'idea di dovermi allontanare, ma ho capito, dalla tua vita non fuggo, vedi più di ciò che conservo, leggi i miei vuoti e paurosi occhi, capisci il mio straziante silenzio, sto bene se sei qui, nel petto e di fronte a me, ora.
Entriamo in casa e mi accomodo sul divano bianco.
"Hai già mangiato, vero?" Chiede incerto studiandomi con lo sguardo.
Annuisco. Sento un leggero pianto provenire dal piano superiore, deglutisco sorridendo leggermente.
"Vado a prenderlo e torno, Mavis è stanca, meglio farla riposare" corre e poco dopo scende mentre cerca di calmare August.
Mi alzo raggiungendo insicuro, molto lentamente, Zeref e il neonato, i miei occhi restano fissi su mio nipote. La mia mano si protende e tocco lievemente quei pochi capelli biondi.
Mio fratello si accorge delle mie azioni e sorride stupefatto.
Il piccolo si calma, la mia mano è ancora sulla sua minuscola testolina. Sorrido automaticamente quando il suo sguardo curioso finisce su di me. Sono a casa, sto bene.
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| Nalu | Non ti credo
FanfictionCompletata [ DAL TESTO 《Se mai ti dicessi che ti amo... ti prego, non mi credere》 Guardo quegl'occhi che già mi appartengono, occhi lucidi, illuminati da quella grande luna. Occhi, ormai da tempo, abituati ad ascoltarmi. 《Perchè?》 Il suo fiato sul m...