Capitolo 12

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*Non torno
sui miei passi,
Chi ha scelto di perdermi
mi ha perso*

Natsu's pov
Sono pronto. Sospiro, davanti alla porta, preparato per questo terribile saluto, con chiusi gli occhi ora privi di vita, stanchi e forse vuoti, respiro profondamente poggiando lentamente la mano sulla maniglia, il cuore batte, sembra di averlo in gola, il corpo trema in questa dimensione ora solo mia, immenso vuoto che mi appartiene e mi circonda amaramente, dolore represso nel suo insieme, nel petto e su di me, vorrei solo tornare a dormire, vorrei solo cominciare a respirare. Il sole splende in alto, attornato da quelle bianche e soffici nuvole, giornata migliore per la peggior situazione. Questo giorno desideravo sparisse, per magia si dissolvesse nel nulla, adesso mi pare di avere l'azzurro di quel cielo, sopra, mi preme contro costantemente soffocandomi, annego e non chiedo aiuto, orribile urlo senza voce, orrende lacrime senza acqua.

"Natsu, hai fatto? Mavis sta già andando" dice Zeref bussando alla mia porta.

Apro gli occhi prendendo lunghi e profondi respiri e apro la porta incontrando il sorriso di mio fratello. Vorrei sorridere, sai, come fai tu. Vorrei avere gli occhi, sai, come i tuoi, ricchi di vitalità e sostegno. Vorrei respirare finalmente, alzando entrambi, avanzando uno affianco all'altro in questa tortuosa strada piena di avversità e paura, come facevamo un tempo noi, come afferravo la tua calda mano quando inciampavo. Vorrei solo stringermi al tuo petto e rifugiarmi tra le tue braccia gridandoti di non andare, mostrandoti il mio estremo egoismo, ma non posso, hai la tua vita, io il mio abisso.

"Coraggio, andiamo" poggia una mano sulla mia spalla sempre con quel sorriso sulle labbra.

Annuisco flebilmente seguendolo a passi pesanti per questa casa, noto come la guarda con già una lontana nostalgia, ne osserva ogni millimetro e lo imprime nella sua mente. La mancanza di aria sembra attornarci e ci aggrappiamo, senza il bisogno di toccarti fisicamente, l'uno all'altro cercando di salire in superficie, cercando di tornare a respirare.

"Ciao, mi mancherà averti qui, figlio mio" papà lo abbraccia, poi lascia il posto a mamma che sembra non volersi più staccare.

"Vi tornerò a trovare spesso, promesso" bacia gentilmente mamma sulla guancia.

Resto in disparte con entrambe le mani nelle tasche del jeans. Guardo altrove. Fuori dalla finestra, sul cielo sereno, senza quelle stelle che la notte so che mi accompagneranno, senza il loro sorriso che mi contagia nonostante tutto.

"Natsu?" Mi richiama ormai all'uscita.

Sento gli sguardi dei miei genitori bruciarmi sulla pelle, regalo loro uno sguardo veloce e un sorriso forzato, appena accennato e mi avvio.

"Viene anche Gray, giusto?" Pochi secondi dopo, Fullbuster ci raggiunge, accomodandosi in macchina, nei sedili dietro.

Mi siedo di fianco a Zeref e poggio la testa sul finestrino chiudendo appena gli occhi. Mio fratello mi guarda per pochi istanti, poi sospira rassegnato e scuote la testa, in seguito parte.

Il cuore martella nel petto sempre più forte e velocemente, lo sento chiaramente, l'ansia mi sta divorando, un addio ormai vicino si fa chiaro, il fiato, pesante, mi si mozza. Non ce la faccio, averlo lontano mi farà crollare, cadere in un fossato ancor più profondo. Le ali si stanno strappando, la leggerezza sparirà, io morirò. Mi sento un cadavere, un corpo vuoto, senz'anima, un corpo che cammina soltanto portando schifo, colmo di egoismo impuro e di disgustoso marcio bollente, che si espande lentamente per tutte le sue enormi piaghe sofferenti. Intrappolato in questa ragnatela con il male che mi consuma, chiuso tra strette pareti di mostruoso dolore ignobile. Cado. Crollo, in ginocchio di fronte al cielo, in ginocchio al vento che mi rapisce l'animo affranto. Voglio solo sparire con lui, andare avanti e non tornare più indietro, svanire nel nulla.

| Nalu | Non ti credo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora