Capitolo 11

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*Ditemi che cosa
vi aspettate da me,
Che così lo
aspettiamo insieme*
~~

Natsu's pov
Domani Zeref si trasferisce. Sospiro guardando in basso, il pavimento. Sono già vestito, tra poco dovrei andare a scuola. Respiro profondamente uscendo dalla camera e scendendo le scale rapidamente. Questi giorni sono passati fin troppo velocemente, tra un'uscita e l'altra, una sigaretta e l'altra, un paio di bicchieri e sole scottante sulla pelle. Le parole sembrano uscire più facilmente dalle mie labbra, seppur molte volte taglienti, interi discorsi insensati con quella ragazza bionda, le corde vocali tremano e il suono duro della mia voce roca esce flebilmente. I sorrisi viaggiano, forse per poco, nascono e svaniscono, continuamente. Il cuore sembra scoppiarmi e danzarmi in petto. Non lo merito, penso ogni volta, faccio schifo, un mostro terrificante e ogni volta, come sempre, il respiro si mozza, una mano sulla mia spalla, un ricordo lontano mi sfiora, mi accascio a terra, cresce il terrore, grida squillanti giungono alle mie orecchie, orribile odore acre di sangue metallico arriva alle mie narici, che non fanno nulla per respingerlo. Poi scuoto la testa, una voce alle mie orecchie che sussurra frasi senza alcun senso, racconta di animali inesistenti e rido. Respiro e mi rialzo. Cadrai dopo, sopravvivi per poco, mi ripeto, il petto prende fuoco.

Loke fa di tutto per farsi perdonare, gliene sono grato. Rischia standomi vicino, le occhiate riceve, come tutti noi, giudizi amari e parole dolorose sulla pelle, che scivolano. Non sembra importargli, pare preoccupato, teme piuttosto che non lo perdoni mai del tutto. Non dovrebbe, in fondo, aveva ragione: sono uno dei peggiori criminale, non merito nulla, solo dolore, sofferenza, squarti del cuore feroci.

Mio fratello mi saluta sorridendo, mentre è seduto al tavolo che mangia.

Ricambio, lo raggiungo e prendo in mano un biscotto.

"Come stai?"

Alzo le spalle regalando un semplice sorriso. Nessuna domanda è più detestabile. Due parole, cuore instabile.

"Domani, ecco, vorrei farti vedere quella che sarà la mia nuova casa, ci saluteremo direttamente lì, poi potrai tornare indietro con l'autobus, o ti accompagno io. Vorrei solo farti capire che quando ne hai bisogno, puoi venire da me, in qualsiasi momento"

Storco le labbra e annuisco lievemente.

"Natsu, io sono sempre con te, basta che fai uno squillo veloce con il cellulare o che tu venga da me e, qualsiasi cosa sia, ti aiuterò"

Distolgo lo sguardo. Lo so Zeref, lo so perfettamente, non voglio però distrarti dalla tua vita, stai per avere un figlio, non pensare a me. Mi alzo, lo saluto velocemente mentre lui sospira ed esco.

Muovo le gambe svelto per questa solita strada stretta, ormai a me più che famigliare, e raggiungo la scuola.

Respiro chiudendo gli occhi. Perchè? Cazzo. Vorrei solo poter volare, o anche solo galleggiare, ma qualcosa non mi lascia andare, stringe le mie ali e non posso che sopportare. Non riesco a respirare. Quasi vorrei morire.

"Hey Natsu, ti vedo un po' turbato" Gray mi dà una pacca sulla spalla risvegliandomi da questi lugubri pensieri. Accendo una sigaretta inspirando questo fumo rilassante e chiudo gli occhi assaporando questo sapore scuro.

"Già, stai bene?" Si avvicina anche Loke osservandomi attentamente. Sorrido e scuoto la testa per sviare il discorso, cercando di tranquillizzarli.

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