Capitolo 16

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*È necessario,
a volte,
che la musica
superi
il rumore
dei pensieri*
~~

Natsu's pov
Sono un assassino. Abbasso gli occhi su quell'inchiostro indelebile che abbraccia pungente la mia pelle, che segna amaramente il mio corpo, che impone la storia orripilante di un petto ormai vuoto, che copre, sopra un dolore straziante. Vorrei respirare, ci provo, respiro, cammino, poi cado di nuovo. E queste mura, mura che mi circondano, che mi chiudono, che mi schiacciano, senza via d'uscita, mi sembra di annegare, mi sembra di morire. Una corazza che mi reprime, mondo che opprime, non riesco a respirare. Un giorno, ora lontano, un secondo che rivivo. Un ricordo vivido, un dolore nelle stelle. Sono un mostro. E ho mentito, bugiardo squallido, menzogna disgustosa: ho davvero pensato di potercela fare. Sto crollando. Mio fratello che si allontana ogni volta, io che cedo. Sempre più lontano, non lo raggiungo, cado. Dannato il mio cuore, il mio stomaco si chiude, terribile paura di un pianeta nauseabondo, strada in mezzo al deserto più spaventoso, solo, distrutto. E si spezza il sorriso delle stelle, quelle piume delle mie ali, si strappano crudelmente, rabbia feroce che si impone in questo arrugginito mondo. Sono solo un mostro.

E sono ancora un bugiardo. Ripeto di star bene, ripeto di potercela fare, ripeto di poter volare. Fallisco miseramente, odore fetente di una Terra ripugnante. Mi potrò mai rialzare?

La mano si alza verso il cielo, da quella finestra, la osservo attentamente. Potrei raccogliere quelle stelle, portarle al mio petto, chiedere loro di farmi sorridere. Non ci riesco. Il fumo penetra nei miei polmoni, odore di bruciato, odore di veleno. Vorrei solo sparire in momenti come questo.

Mi alzo, sospiro chiudendo gli occhi. Scendo le scale, non ho nemmeno salutato Zeref. Non ho voluto farlo. Vedere il suo corpo oltrepassare quella porta è stato orribile, se n'è ancora andato.

"Vado a scuola" sussurro mentre guardo di sfuggita mamma.

Ho solo bisogno di distrarmi. Respiro profondamente, cazzo, va sempre più male.

Alzo il cappuccio della felpa, metto le mie solite cuffiette e sento la musica nelle orecchie. Le gambe si muovono per queste strade, cammino velocemente sotto occhi indiscreti, giudicosi e infiammati. Sospiro. Cosa avete da guardare? Giudicate senza sapere e la superficialità vi divora.

"Tutto questo è per il pezzo di merda che sei"

Mordo il labbro inferiore di scatto a quel ricordo ancora ben nitido nella mia mente. Faccio schifo. Alzo lo sguardo, incontro quell'azzurro del cielo e quelle nuvole bianche, provo a resistere, cammino.

Aumento il passo, i pensieri attraversano la mia mente, fitte al petto che mozzano il fiato, ferite rigirate ancora sulla pelle, cicatrici che si aprono e si espandono dolorosamente. Ingoio a vuoto, resisto per niente.

Pochi secondi dopo, arrivo a scuola. Loke mi vieni incontro dandomi una pacca sulla spalla. Sorrido forzatamente.

"Forse dovrei arrendermi" bisbiglia.

Lo guardo confuso.

"Non ho speranze con Lucy, ha occhi solo per te, per quanto io provi ad attirare la sua attenzione, finisce sempre per guardarti. Potrei anche vestirmi da tamarindo gigante, sono sicuro che ti chiamerebbe, direbbe: 'Natsu guarda, un tamarindo'. E va bene così, mi sono reso conto che non è poi così forte, il sentimento che custodisco, non quanto il tuo" spiega. Spalanco gli occhi osservandolo attentamente. Ha lo sguardo triste e abbassato. 'Non quanto il tuo'. Il cuore mi batte forte, respiro profondamente, cosa provo esattamente io? Non merito le attenzioni di nessuno, faccio solo schifo. Non merito nulla.

| Nalu | Non ti credo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora