*Mi sembra di affogare,
sto male,
Non riesco a respirare,
tutto normale*Natsu's pov
Mi stiracchio con occhi appena socchiusi. Mi alzo sedendomi sul letto, petto nudo ben esposto, disegni avidi che marchiano il corpo. Tatuaggi di una ripugnante, ecclatante storia solo, terribilmente, mia, racconto fottutamente terrificante di vita dannatamente insignificante; mostro sorprendentemente orribile, repellente, assassino che fa rabbrividire il cielo, ora azzurro, che spazza quelle nuvole fin troppo bianche e soffici. Dolore acuto che reprime il cuore, divorato dal mio interno marcio, consumato dallo schifo di un'esistenza arrugginita, male. Male persistente nel mio corpo, male che fischia pauroso nelle orecchie. Respiro profondamente, passo una mano sul volto. E ora mi rendo conto, a volte crollo, a volte le grida nella testa tornano, a volte mi pare di sparire tra il buio scuro della stanza, di urlare alle stelle di poter morire, e vorrei volare, vorrei respirare, questo male non fa che interferire.Chiudo gli occhi respirando profondamente, sto bene.
Mavis e August sono tornati a casa, dopo tre giorni in quella stanza d'ospedale. Io sono sempre fuori, con quella ragazza, con Gray e gli altri.
Mi vesto rapidamente, scendo le scale accendendomi in fretta una sigaretta, aspiro accomodandomi sul davanzale di quella solita, enorme finestra.
"Natsu" la voce di mamma mi richiama flebilmente.
Catturo con lo sguardo il suo minuto corpo e sorrido appena scatenando un suo favoloso sorriso.
"Resti con noi, oggi?" Chiede incerta.
Non sono mai con loro. Sempre fuori, a volte non torno nemmeno a casa. Li preoccupo, un figlio ormai lontano e uno che si allontana costantemente. Sguardo assopito da quella tristezza a me ormai vicina, espressione speranzosa e rassegnata. Sospiro abbassando la testa, perdonatemi per questa ferita.
Metto una mano in tasca, mi alzo in piedi, mi avvicino a mamma. La guardo attentamente, una mano chiusa sul petto, l'altra che ricade accanto al fianco. Le regalo un veloce, unico abbraccio, pochi secondi, quel calore che si scatena. Mi volto ed esco di casa, con quel suo meraviglioso sorriso impresso, con quelle sue lacrime, appena accennate, di gioia, con quei suoi occhi brillanti col sorriso riflesso, mamma, lasciami scoprire me stesso.
È sabato, cammino con gli auricolari nelle orecchie, musica che risuona a tutto volume, che supera i pensieri.
Vado al solito parco e mi siedo sul muretto. Osservo il cielo contornato da quelle nuvole, chiudo gli occhi e respiro profondamente.
"Fidanzato di Lucy!" Mi saluta Gerard accomodandosi accanto a me.
Accenno un sorrido, ricambiato immediatamente da lui. Non siamo mai rimasti soli prima d'ora.
I miei occhi scorrono sul suo viso, noto il tatuaggio che parte dalla fronte e termina sulla guancia, lo guardo con curiosità e lui sorride.
"Un figlio in cerca di attenzioni potrebbe far di tutto, anche un permanente tatuaggio in faccia" sorride amaro.
Mi si secca la gola, ingoio a vuoto.
"Ma i tamarindi mi amano, quindi tutto bene" dice subito allegramente.
No, non va tutto bene. Quegli occhi parlano, i tuoi ricordi urlano, le tue membra gridano, quella voce dello sguardo mi travolge persistente, le mie orecchie ascoltano, non va tutto bene.
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| Nalu | Non ti credo
FanfictionCompletata [ DAL TESTO 《Se mai ti dicessi che ti amo... ti prego, non mi credere》 Guardo quegl'occhi che già mi appartengono, occhi lucidi, illuminati da quella grande luna. Occhi, ormai da tempo, abituati ad ascoltarmi. 《Perchè?》 Il suo fiato sul m...