Capitolo 26

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*Vivo soltanto per morire,
Vivo supponendo di sparire,
Vivo con le urla dentro,
a consumare,
Ma vivo e questo va bene?
E dimmi perchè,
Perché deve far così male?
Perché devo contorcermi nel dolore?
Perché non riesco quasi a respirare?
Insegnami come essere felice,
E ti scongiuro,
spiegami come si vive*

Natsu's pov
Fa male, quando le strazianti grida iniziano a tornare. Fa male quando non riesco più, tra queste orribili mura strette, a respirare. Fa male quando, con le mani sulle orecchie, vorrei solo urlare. Fa male quando le chiedo disperatamente di restare. Con voce flebile e tremante, sottile, che soffia orribile e sibilante nell'aria, con occhi supplicanti e umidi, vividi, impregnati di quello smeraldo agghiacciante. E sento quei brividi correre rapidi sulla spina dorsale, sento quelle catene spezzarsi a terra, arruginire, sento quella vita penetrarmi dolcemente nel maligno corpo, sento quel mio cuore scoppiarmi, esplodermi nel petto, sento il calore attraversare la pelle, ardore che si eleva fin sopra le stelle, quasi a sopraffarmi, quasi a risollevarmi. Quelle ali che rinvigoriscono, quella vita che comincia finalmente, inizia e basta, quel respiro che, sfiorando le rosee labbra, fuoriesce. E sbatti quelle ali guardando in alto, cammina passo dopo passo, mentre l'inferno ti divora tra le fiamme scottanti, sorridi, un sorriso tra tanti.

Chiudo gli occhi respirando profondamente. Scendo le scale trovando i miei genitori.

Sento il respiro mancare, una distanza che mi colpisce furiosa. Ho portato solo male nei vostri petti, ho solo strappato sorrisi dai vostri volti, ho calpestato quei cuori già coperti da tenebroso e viscido liquido rosso colante da quelle cicatrici ancora aperte, ben esposte al ripugnante e mostruoso mondo nauseabondo, pianeta soffocante che reprime le nostre deboli membra. E vi chiedo perdono, per questa inesorabile distanza, mi dispiace per questa mia spietatezza.

"Ciao Natsu" mi salutano mamma e papà con quel loro sorriso stampato in faccia. Curvo le labbra in un sorriso triste.

"Mi dispiace" sussurro appena.

I loro occhi seguono il mio profilo, sangue che raggela tra le mie vene, aspro scorre amaro e vorrei solo gridare fino a tumultare la gola, fino a finire la dannata voce odiosa che ora è incapace di uscire, fino a sanguinare distrutto, lacerato, straziato, deteriorato al suolo, su queste ginocchia già fin troppo sbucciate.

"Mi dispiace" ripeto respirando affannosamente "mi dispiace".

"Natsu" si alzano entrambi avvicinandosi al mio corpo. Mi abbracciano, mi prendono tra il loro calore, mi rassicurano con quelle loro parole.

"Va tutto bene, Natsu" sibili leggeri, lenti, giungono rapidi, va tutto bene, nello schifo infinito di questo pianeta vomitevole, va tutto bene nel mondo che strappa violento e malvagio, con un ghigno odiosamente furente, quelle ali, va tutto bene nel male ripugnante che divora il mio essere, va tutto bene nell'oscura luce fioca che brilla in alto, va tutto bene nel sorriso invisibile delle stelle, nel cuore che batte impercettibile. E alzati, ricuci quell'affetto destinato unicamente a loro, ristabilisce quel rapporto del piccolo bambino sorridente tra le ardenti braccia di mamma e papà, riporta quel legame di armoniosa freschezza. E urla, guarda il cielo, urla ai puntini luminoso tra le crepe scure della vita orribile, grida quel dolore che consuma ogni tuo millimetro, libera quella sofferenza che opprimi continuando a sorridere. E brilla. Ognuna di quelle stelle brilla per te, quindi brilla anche tu per loro e non ti arrendere.

| Nalu | Non ti credo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora