Mi sveglio e ancora assonnata mi giro di lato per vedere se Vale stava dormendo... ma non trovo nessuno.
Mi alzo e vado in cucina, starà facendo colazione... mi affaccio alla porta ma la sala è vuota. Vado in bagno, nemmeno. Lo chiamo... ma non risponde. Inizio ad agitarmi.
<MAMMA> chiamo gironzolando velocemente per la casa.
<Cosa ce?> sento dire in lontananza.
<DOV'È VALERIO!!> mi raccolgo i capelli in una coda veloce usando l'elastico che avevo al polso, raggiungendo freneticamente mia madre in camera sua.
Apro la porta della stanza e la vedo.
<Come sarebbe a dire "dov'è Valerio"? Non è con te?> è confusa e si sta iniziando ad agitare anche lei.
<No! E non risponde al telefono> prendo nuovamente il cellulare e digito il suo numero. Lo metto all'orecchio ma parte la segreteria. <Siamo preoccupate, dove cazzo sei finito?! Vuoi rispondere che cavolo!> attacco e vedo mia madre sconvolta. Mi porto una mano alla fronte <Scusa sono nervosa> ogni volta che usavo parole "scortesi" da me chiamate "parolacce" lei rimaneva pietrificata.
Mi metto una giacca ed esco di casa con le scarpe messe al volo e con sotto ancora il pigiama, accompagnata da mamma con l'auto (si ancora non ho preso la patente, e allora?!).
Proviamo ad andare nei suoi posti preferiti, prima a Via Del Corso ma non lo troviamo (era piena di negozi e lui amava entrare, provare cose che non poteva permettersi e poi uscire facendo finta che non gli fosse piaciuto nulla, solitamente ci andavamo insieme). Poi andiamo al suo solito bar, ma niente, non c'è nemmeno lì.
Proviamo allora in una fontana che lui adorava, ci andava spesso quando si sentiva triste... ma passando sopra un ponte con la macchina, lo troviamo lì seduto a guardare la strada di sotto, facendo oscillare le sue gambe tranquillamente in mezzo al nulla. Mamma accosta con la macchina e io scendo.
<Ancora?! Devo salvarti la vita un'altra volta?> dico calmandomi, almeno lo avevo trovato, giusto? Sento una macchina dietro di me andare via e lasciarci soli, mia madre.
Si gira verso di me e mi guarda spensierato. <Vale che cosa stai facendo> la mia espressione era arresa.
Lui guarda la strada di sotto, poi si rigira verso di me e diventa triste.
<Mi sento inutile> scende dal muretto e si avvicina a me sempre di più, buttandosi tra le mie braccia.
<Non sei affatto inutile> lo abbraccio.
<Invece si> singhiozza.
<Ti prego, non devi nemmeno pensarci. Ti ripeto che sei una persona fantastica e che di persone che ti vogliono bene ce ne sono molte. E poi... non esiste solamente Alessio> lo accarezzo dolcemente tra i capelli.
<Tu non capisci> si tira su sistemandosi un po <credevo che era l'amore della mia vita, lo ho sempre creduto e lo faccio tutt'ora...> ha le guance rosse, quanto è tenero.
<Smettila, è il tuo primo amore, non di certo quello della tua vita!> gli do una gomitata piano per convincerlo.
<Andiamo via da qui> tira su con il naso e poi saliamo nella sua macchina, accostata anche quella li vicino.
Saliamo e torniamo a casa mia.
<Tesoro tutto ok?> chiede mia madre a Valerio.
<Grazie signora Barves, solo un piccolo breakdown> alza le spalle. Mia madre sembra non capire il significato dell'ultima parola ma poi decide di lasciar stare.
Entriamo in camera mia e ci sediamo sul letto con le gambe incrociate.
<Ragazzi io vado a lavoro!> urla mia madre dal salone.
<Va beneee> rispondo io.
Sentiamo chiudere la porta e ci guardiamo.
<Devo dirti una cosa importante...> si fa serio.
<Oddio dimmi> inizio a preoccuparmi.
<Vado a Milano> fa una piccola pausa e poi prende il respiro <Per sempre>.
No dai, è uno scherzo... si lo è... per forza.
Abbozzo una risata finta <Dai dimmi la cosa vera> sorrido cercando di far finta che tutto questo me lo stia immaginando io.
<Sono serio, mi trasferisco> sta veramente dicendo quello che sento?
<Come puoi dirmi questo> gli occhi mi diventano lucidi e poi una lacrima attraversa il mio viso. <Dimmi che è tutto uno scherzo ti prego> mi si arrosano le guance e la voce inizia a tremarmi. Stringo forte gli occhi per eliminare la sfocatura.
<Perché lo fai?> un'altra lacrima scende.
<Ci vediamo ogni giorno o quasi con il gruppo, e ormai ne fa parte anche lui... non riesco a guardarlo in faccia senza che scoppio in lacrime, ti prego accetta la mia scelta, sto solo cercando di dimenticarlo> guarda in basso.
<E ci devo rimettere io?> mi punto un dito contro <Devo perderti solamente per un cojone che ti ha tradito?> la voce è sempre più tremante. <Ti prego non lasciarmi> uso il mio ultimo filo di fiato per dire questa frase e mi getto tra le sue braccia.
<Devo...> sussurra accarezzandomi.
Poggio la testa sul suo petto e lui mi mette una mano sulla testa facendo su e giù con il pollice tra i miei capelli.
Inizio a singhiozzare e a piangere disperatamente.
<Ti prego non dirlo agli altri, lo devo fare io stesso> ora sono ancora più triste, perché il mio migliore amico mi sta abbandonando, lasciandomi sola. L'unica persona di cui mi fidavo ciecamente.
Mi tiro su e mi asciugo le lacrime con il polso.
<Quando parti?> sorrido, con ancora gli occhi lucidi.
<Tra due giorni, ho già preso i biglietti per il volo> stringe le labbra in segno di arresa.
<Allora abbiamo ancora due giorni da goderci insieme> sorrido triste.
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"Solo Se Ti Rende Felice..." ♪𝑁𝑖𝑐♪
Fanfiction"Se tu lo vuoi, possiamo provarci insieme" Una ragazza di Roma si scontra con un ragazzo di nome Niccolò che gli cambierà la vita, ma allo stesso tempo gliela incasinerà! Entrambi con un passato difficile alle spalle.... Sarà dura andare avanti ma f...