Mi sveglio sul divano, giro la testa e vedo Valerio sdraiato accanto a me, ed Emma per terra.
Mi raccolgo i capelli in uno chignon provvisorio e mi alzo andando in cucina, dove trovo Camilla che prepara la colazione.
<Hey> dico assonnata.
<Buongiorno..> mi risponde.
<Che succede?> chiedo stropicciandomi gli occhi e raggiungendola ai fornelli.
<Oh no nulla.. perché?> fa spallucce.
La guardo meglio e noto una lacrima sul viso.
<Ao> la prendo per le spalle girandola verso di me <che hai?> chiedo.
<È che..> tira su con il naso <prima eravamo così unite e.. e ora c'è Emma con qui passi la maggior parte del tuo tempo con lei e-e io ci sto male> la voce le trema.
<Hai ragione, e me ne rendo conto anche io> le prendo le mani <ma con Emma ho questo rapporto che ci unisce così tanto, e con lei sto bene. Non dico che con te non stavo bene, ma con il tempo le cose cambiano. Ci siamo allontanate, è vero, ma ormai è andata cosi, ma noi resteremo sempre amiche importanti, come le altre> sorrido.
<Ma io non voglio essere "come le altre"> si asciuga le lacrime.
<Cami, io a te ci tengo più di quanto possa tenere alle altre ragazze del gruppo. Rimaniamo sempre amiche ok? Prometto che se mi succederà qualcosa lo verrò a dire a te, mh?> dico. Lei annuisce e tira su con il naso, poi mi abbraccia.
Quando torna a cucinare noto che stava preparando i pancake.
<Oddio hai fatto questa meraviglia!> metto le mani sulla bocca.
<Be' si> ridacchia <non so quanto possano essere buoni, è la prima volta che li faccio> alza le spalle.
Ne prendo uno dal piatto che aveva di fianco e lo assaggio.
<Non sembra affatto la prima volta> dico con la bocca ancora piena. Lei ride e ne cuoce un altro.
Poi arriva Rebecca che ne prende due e si siede accanto a me.
<Ma buongiorno è> dico guardandola.
Lei si gira verso di me con una faccia tra l'addormentata e l'arrabbiata, poi si gira verso il piatto e torna a mangiare in silenzio.
Alzo le spalle e vado in bagno a sistemarmi almeno un po', e per fortuna avevo le cose di ricambio, perché sapevo che sarebbe andata a finire che dormivamo qui.
Quindi mi vesto cosi:metto un po' di correttore e un filo di mascara giusto per non essere un mostro appena la gente mi vede.
Torno in salotto dove ci sono Eva ed Alessio in piedi, gli do il buongiorno e poi raggiungo Valerio.
<Usciamo a fare un giro?> gli chiedo.
Lui annuisce e va a prendere il cellulare.
<Rega io e Vale usciamo, semmai ci vediamo domani?> dico rivolgendomi a tutti. <Grazie di tutto Ale> lo saluto e poi insieme a Vale usciamo.
Mi chiudo la porta alle spalle ci incamminiamo.
<Dove andiamo?> chiedo.
<Senti a me non va di camminare, andiamo a casa, mia madre non c'è> entriamo in macchina e ci dirigiamo verso casa sua.
Entriamo, lui lancia le chiavi sul mobile alla sua destra e poi si butta sul divano di peso sospirando, alza la testa verso il soffitto e chiude gli occhi.
<Che succede?> chiedo sedendomi vicino a lui. Nessuna risposta. <Ao> ritento, ma ancora silenzio.
Gli metto una mano sul braccio e provo a scuoterlo, ma lui non reagisce.
<AOOOOOOOOOOO> urlo nel suo orecchio.
Finalmente riapre gli occhi e mi guarda male. <Mi vuoi rispondere o cosa?> dico.
Lui mi guarda ancora male, poi si alza, va in cucina e apre il frigo.
Ci sono rimasta male, ora è colpa mia non ho capito scusa! Sospiro e incrocio le braccia al petto.
<Ho capito, me ne vado> mi alzo e mi dirigo verso la porta.
<Dai su aspetta> dice avvicinandosi.
Metto una mano sulla maniglia e apro.
Lui mi ferma dal polso facendomi girare.
<Scusa, è che a volte non so nemmeno io cosa mi prende> dice. Tiro via la mano restando a guardarlo fisso negli occhi, leggermente arrabbiata, immobile sul ciglio della porta.
<Entra ti prego> mi dice.
Continuo a guardarlo, poi alzo gli occhi al cielo e decido di rientrare a farmi dare una spiegazione.
Ripongo la giacca che tenevo in mano sui braccioli del divano, e poi mi siedo aspettando che parlasse.
<Prima di tutto, scusami. Secondo..> si ferma, alza lo sguardo poi prende un grande respiro e continua <è vero, ci penso ancora, e sto morendo dentro perché ogni fottuto singolo momento della giornata lui è nella mia testa, e non riesco a farne a meno. Ma mi odia, non mi vuole, e questo mi fa uscire fuori di testa> si copre il viso con le mani.
<Amico...> gli metto una mano sulla spalla <...sei nella merda.>
Lui mi guarda triste e preoccupato.
<Ma, si può sempre recuperare! Sinceramente non so come potresti fare, MA C'È ELEONORA! Prometto che farò di tutto per farvi tornare insieme> sorrido.*
È sera, sono in un pub con Vale, per non fargli pensare troppo ad Alessio.
Siamo seduti sugli alti sgabelli del bancone, e stiamo parlando.
<Ma ti immagini le formiche che indossano dei vestiti!> ridiamo <pensa come fanno a portare poi le briciole, sporcherebbero il loro magnifico abito !> dice. Scoppiamo entrambi a ridere. La musica è alta, ma noi due riuscivamo a sovrastarla. Lo ammetto, avevamo giusto in po' esagerato con i bicchieri, ma solamente per un po' di anestesia da Alessio.
<EI!> spalanco gli occhi mettendogli la mano sulla gamba. Mi guarda, anche lui con gli occhi spalancati. <E se... andassimo a vivere insieme?> dico. Si illumina, poi scoppia a ridere. <Cosa ti ridi> dico tirandogli uno schiaffetto.
<Ma dove> dice ridendo.
<E che ne so io, cerchiamo delle case su internet no?> dico facendo una faccia ovvia.
Lui fa spallucce e poi beve un altro bicchierino.*
Saranno le tre di notte e noi stiamo ridendo come due cretini da soli, in mezzo al marciapiede. Ho il braccio aggrappato al suo, e diciamo che non ci reggiamo molto in piedi, infatti ci allontaniamo e poi ci riscontriamo continuamente.
Passiamo davanti a dei negozi, per capitare davanti ad uno strano chiamato "tattoos". Mi fermo, guardo dentro, mi giro verso Valerio e gli sorrido come una psicopatica.
Lui mi guarda confuso, poi sposta lo sguardo verso il negozio, torna a guardarmi e mi sorride.
<Entriamo>
<Si!> dice senza esitare.
Così apriamo con fatica quella porta pesante e ci dirigiamo verso una ragazza che ci mostra un libretto di tatuaggi, per ispirarci. Sfogliamo le prime pagine, indicandone ogni tanto uno e dicendo quanto effettivamente fosse bello.*
POV EMMA*
Intanto da Emma...
Sono nervosissima, avevo chiesto ad Eva di vederci al parco, e sto camminando avanti e indietro da più o meno 20 minuti, ma lei non arriva.
Volevo solamente chiarire le cose, lei non era sicuramente sobria quella sera, e gli sarà scappato... oh, insomma, non voleva che succedesse.
Mi siedo su una panchina ad aspettarla mordendomi le unghie. Si, succedeva spesso, e molte volte usavo le unghie come antistress, ma succedeva anche che giocavo con l'elastico, oppure ripetevo a bassa voce i titoli dei miei 4 libri preferiti... questo aiutava a rilassarmi.
<Ciao> alzo la testa e improvvisamente non sono più così nervosa. Era lei, davanti a me, a sorridermi come se niente fosse.
<Oh, ciao> mi alzo in piedi. <Facciamo due passi?> chiedo. Lei annuisce e iniziamo a camminare.
<Scusa il ritardo> dice.
<Oh no, figurati. Anche io ero... ero appena arrivata> sorrido, mentre lei abbozza una piccola risata.
<Emh... senti..> mi giro a guardarla, e lei fa lo stesso. <Ti ho chiesto di vederci perché... dobbiamo parlare di quello che è successo ieri sera> mi fermo.
Lei sospira guardando per terra.
<Eri bellissima> dice. Alzo gli occhi al cielo, poi torno a guardarla tristemente.
<È sbagliato> scuoto la testa <non doveva succedere, tu sei fidanzata e Giorgia è una ragazza stupenda, non puoi fargli questo> chino la testa.
<Emma... io e Giorgia... non stiamo più insieme> mi guarda.
La guardo sorpresa. Poi metto una mano sulla fronte scuotendo leggermente la testa.
<Non sei felice?> mi chiede sorridendo.
<Eva hai tradito la tua ragazza, la hai lasciata TU, e ora, dopo tutto questo, pretendi anche di rimetterti insieme a me ?!> apro le braccia.
Lei guarda per terra, triste.
<Certamente non posso negare che non c'è niente, che non provo nulla per te e che quel bacio non ha significato, ma così ti stai comportando da stronza> alzo le spalle e me ne vado via, lasciandola lì da sola. Entro in macchina e scoppio a piangere. Il motivo? Non lo so neppure io. O meglio, lo sapevo... volevo tornare insieme a lei, lo volevo davvero tanto, ma ho preferito fare la cosa giusta.
Sapevo che tra poco sarei stata meglio e non avrei sofferto più, ma ora come ora volevo solamente piangere. Metto le mani sul volante e ci poggio la testa sopra, in lacrime. Le guance sono completamente rosse e respiro a tratti, a causa dei singhiozzi.
<Toc toc> sento bussare. Alzo la testa e mi giro. La vedo, chinata sul finestrino alla mia sinistra. La guardo triste e scuoto la testa come per dire di non farlo, ma lei apre la portiera ed entra in macchina sedendosi accanto a me.
<Senti... non me ne frega un cazzo se sono una stronza, non mi interessa cosa penserà la gente, io voglio solo che torniamo insieme, adesso. Ho provato nuove esperienze, ho fatto nuove cose, e nessuna di queste mi è piaciuta... io voglio stare con te, ok? Sei l'unica che mi fa sentire me stessa al 100% e non voglio nessun' altro nella mia vita a meno che non sia tu.>
La guardo triste, lei sospira (penso sia il fiatone), poi sorrido. Le metto una mano dietro l'orecchio e mi avvicino a lei baciandola appassionatamente. Finalmente ci eravamo ritrovate, adesso mi sentivo rinata, era lei la mia felicità, era lei la ragione dei miei sorrisi, era lei che mi faceva stare bene. Sono così felice che niente e nessuno potrebbe rovinare questo momento.
Quando separiamo le nostre labbra si sente un piccolo scrocchio. Rimaniamo fronte a fronte sorridendoci, mentre entrambe ci fissiamo le labbra a vicenda.
<Ti amo da impazzire> mi dice facendomi sorridere ancora di più.
<Ti amo tanto anche io> dico accarezzandole i capelli.Me:
scusate l'assenza, sono stati giorni no, non me la sentivo molto di scrivere per vari motivi. MA... sono tornataaaa! Hehe lo so che non vedevate l'ora ;)
Ele💜🛸
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"Solo Se Ti Rende Felice..." ♪𝑁𝑖𝑐♪
Fanfic"Se tu lo vuoi, possiamo provarci insieme" Una ragazza di Roma si scontra con un ragazzo di nome Niccolò che gli cambierà la vita, ma allo stesso tempo gliela incasinerà! Entrambi con un passato difficile alle spalle.... Sarà dura andare avanti ma f...