<Dai non ti stare a preoccupare> dico spingendolo verso l'entrata della porta di casa sua.
<Ho paura> si punta con i piedi in modo da fermarsi. Era agitato perché in questo periodo le cose tra lui e Alessio non andavano benissimo, e la loro relazione era tesa su un filo. È buio, perché è ormai sera, e noto a malapena la sua espressione in volto, ossia la disperazione.
<Se succede qualcosa mi chiami e ti raggiungo, ma stai tranquillo adesso, ok?> mi arrendo e lo lascio, poi lo guardo dritto negli occhi sperando di convincerlo.
<E va bene...> mette una mano sulla maniglia ma prima si ferma e si gira guardandomi preoccupato.
<In bocca al lupo> alzo i pollici verso di lui per incoraggiarlo e sfoggio il mio bellissimo sorriso.
Strizza gli occhi e poi si rigira, fissa la maniglia per un po'... fa un gran respiro ed entra. Lo vedo chiudersi la porta alle spalle. Doveva parlare con Alessio, e entrambi sapevamo che non sarebbe finita bene. Mi fermo in un bar lì vicino a mangiare qualcosina ad aspettarlo.POV VALERIO*
Entro in casa e lo trovo sdraiato sul divano.
<Eccoti finalmente> sta mangiando delle patatine in busta mentre guarda la tv.
<Ciao> tolgo il giubbino e lo appendo vicino a me. <Senti, credo che noi due dobbiamo parlare> mi siedo accanto a lui, snobbando le mille briciole di quelle patatine al formaggio con cui si stava ingozzando. Metto una gamba sopra l'altra e poggio le mani sul ginocchio.
<Dimmi> dice continuando a vedere la tv.
Afferro il telecomando dal tavolino e spengo. <Dico seriamente> lo guardo negli occhi. Si tira su mettendosi meglio e sistemandosi un ciuffo dei capelli.
<Ok, allora di cosa?> fa una faccia interrogativa.
Prendo coraggio e... <In questi giorni ho visto che siamo distanti, e a dir la verità non ci parliamo nemmeno. Oramai sembriamo una vecchia coppia, io lo schiavo e tu l'uomo impegnato che esce di casa la mattina e torna la sera tardi per il lavoro. È brutto dirlo ma mi sento usato e comunichiamo solamente per cose importanti, e per "importanti"> faccio le virgolette con le dita per puntualizzare l'ultima parola <si intende i tuoi impegni. Ieri sera sono stato qui ad aspettarti ma non ti sei fatto vivo, mi spieghi il perché? Come mai ieri notte non sei tornato a casa ?> sono stranamente tranquillo, ok non è vero sono nervoso e forse si nota anche dato che ho appena alzato la voce leggermente al di sopra della norma.
<Senti... anche io dovrei dirti qualcosa...> si fa incredibilmente serio, o triste... non riesco a decifrarlo. Intravedo però i suoi occhi lucidi e le sue guance arrossarsi. <Emm... io... sono stato con una persona ieri> mi sento morire dentro. Apro leggermente la bocca e mi si illucidiscono gli occhi anche a me. Nel petto non sento più nessun battito. Non riesco a respirare, mi sembra di stare soffocando.
<io... io non avrei dovuto... io ho bisogno di te, e ... e a me d-dispiace cosi tanto...> vedo una lacrima scendere sulla sua guancia <Ti prego di qualcosa> si asciuga il viso con la manica e mi guarda speranzoso.
Prendo la forza e apro bocca <tu credi che io non abbia avuto nessuna tentazione? > la voce mi trema <C-credi che io non mi sia mai sentito solo?> gli punto un dito contro <forse si... ma almeno ho pensato a noi due e a cosa sarebbe successo. Tu invece no. Non ci hai pensato vero? Ne sono sicuro, e sono sicuro anche che il lavoro era una scusa. Chi è?> sento una lacrima scendere e attraversare il mio viso, seguita da altre che insieme bagnano le mie guance.
<Cosa importa chi è> scuote la testa <con te io non sentivo più quello che c'era prima... non sentivo più le farfalle nello stomaco e non mi veniva più la voglia di baciarti appena incrociavamo gli sguardi> la sua espressione è triste, ma la mia lo è ancora di più.
<Tu... tu s-sei stato sleale> mi alzo guardandolo ancora in faccia, poi mi giro e prendo il mio cappotto e il mio telefono, mentre lui mi sta guardando andare via. Apro la porta e la sbatto dietro di me. Mi fermo, rimanendo immobile. Mi appoggio di schiena alla porta e piango. Mi sento morire, non me lo sarei mai aspettato da lui, perché mi fidavo... e forse troppo. Lo odio! Odio lui e tutto quello che mi ha fatto! Sono stato così... così cretino!
Asciugo le lacrime e raggiungo la macchina, metto in moto e parto, non so esattamente dove, so solo che da qui me ne voglio andare. Prendo il telefono e vado su contatti, stando attento comunque alla strada buia.*inizio chiamata*
E: Oi? Come è andata?
Io: di merda, ci siamo lasciati.
E: COSA?? PERCHÉ ?
Io: incontriamoci e ti spiego tutto.
E: ok, vieni al bar 'motte' sono già qui
Io: arrivo
*fine chimata**
Entro e la vedo ad un tavolo, così la raggiungo. Appena mi vede si alza in piedi e mi guarda preoccupata ma allo stesso tempo curiosa di sapere il motivo della nostra rottura.
<Allora?> mi chiede interrogativa.
<Andiamo a farci due passi> la prendo per il polso e la porto fuori.POV ELEONORA*
Stiamo camminando e mi sta raccontando cosa era successo.
<Allora ho preso giubbino, telefono e sono uscito via sbattendo> la sua voce è triste, lo sento. Mi giro e noto che ha le guance rosse.
<Non ci posso credere> gli prendo la mano e gliela stringo forte. Ci sediamo su un marciapiede e poggiamo i piedi sulla strada.
<Io- io sapevo che sarebbe finita cosi> la voce inizia a tremargli.
<Hey!> mi giro verso di lui e lo vedo singhiozzare con lo sguardo basso. <Vieni qui> lo abbraccio nelle spalle. Lui prova a ricambiare ma essendo incastrato dalle mie braccia si limita a mettere la mano sulla mia felpa e accarezzarmi dolcemente.
<Andra tutto bene> poggia la testa sul mio petto, e io poggio la mia sulla sua accarezzandogli la spalla. <Andra tutto bene> ripeto, questa volta più a bassa voce.
Si sfoga su di me, sta male, e lo capisco. Ma sarò qui con lui, e non lo abbandonerò perché lui ce stato per me quando ne ho avuto bisogno e io ci sarò per lui. È troppo importante, non vorrei mai che gli capitasse qualcosa di brutto, ma la vita è fatta anche di queste cose... è meglio stare con chi ti vuole bene e sai di poterti fidare, che con chi hai paura che appena ti giri si limona con un altra persona.
Rimango a consolarlo fino a quanto basta.
<Viemi, andiamo a casa mia> lo incoraggio mentre mi alzo in piedi. Gli pongo la mano per aiutarlo, lui la afferra e si tira su.
Mi sorride e poi andiamo da me.*
<Ragazzi potete andare a dormire se volete, il letto di Vale è pronto> mia madre si affaccia dalla porta del salone e ci sorride.
<Grazie mamma> rispondo e poi ci andiamo a preparare.
<Carina tua madre> sorride Vale.
<Si, questo è quello che vuole farti credere> metto il dentifricio sullo spazzolino e incomincio a strofinare i denti.
Vale scoppia a ridere.
Gli avevo prestato un pigiama di mio padre (pulito).
Ci mettiamo sotto le coperte. Poggio il gomito sul cuscino, tenendomi la testa tra le mani, e lo stesso fa lui. Mi metto su un lato per guardarlo.<Si sistemerà tutto, te lo prometto> gli sorrido.
<Grazie di tutto, senza di te non ce la farei> mi sorride anche lui. Gli do un bacio sulla guancia e poi andiamo entrambi a dormire.Me:
Heyyy! Non odiatemi ma per rendere le cose più 'interesting' aggiungo queste piccole cosucce (che tanto piccole non sono).
E nulla... domani sera pubblicherò un altro capitolo come tutti i giorni... a domani.
Ele🛸💜
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"Solo Se Ti Rende Felice..." ♪𝑁𝑖𝑐♪
Fanfic"Se tu lo vuoi, possiamo provarci insieme" Una ragazza di Roma si scontra con un ragazzo di nome Niccolò che gli cambierà la vita, ma allo stesso tempo gliela incasinerà! Entrambi con un passato difficile alle spalle.... Sarà dura andare avanti ma f...