The break up🛸

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<Dai non ti stare a preoccupare> dico spingendolo verso l'entrata della porta di casa sua.
<Ho paura> si punta con i piedi in modo da fermarsi. Era agitato perché in questo periodo le cose tra lui e Alessio non andavano benissimo, e la loro relazione era tesa su un filo. È buio, perché è ormai sera, e noto a malapena la sua espressione in volto, ossia la disperazione.
<Se succede qualcosa mi chiami e ti raggiungo, ma stai tranquillo adesso, ok?> mi arrendo e lo lascio, poi lo guardo dritto negli occhi sperando di convincerlo.
<E va bene...> mette una mano sulla maniglia ma prima si ferma e si gira guardandomi preoccupato.
<In bocca al lupo> alzo i pollici verso di lui per incoraggiarlo e sfoggio il mio bellissimo sorriso.
Strizza gli occhi e poi si rigira, fissa la maniglia per un po'... fa un gran respiro ed entra. Lo vedo chiudersi la porta alle spalle. Doveva parlare con Alessio, e entrambi sapevamo che non sarebbe finita bene. Mi fermo in un bar lì vicino a mangiare qualcosina ad aspettarlo.

POV VALERIO*
Entro in casa e lo trovo sdraiato sul divano.
<Eccoti finalmente> sta mangiando delle patatine in busta mentre guarda la tv.
<Ciao> tolgo il giubbino e lo appendo vicino a me. <Senti, credo che noi due dobbiamo parlare> mi siedo accanto a lui, snobbando le mille briciole di quelle patatine al formaggio con cui si stava ingozzando. Metto una gamba sopra l'altra e poggio le mani sul ginocchio.
<Dimmi> dice continuando a vedere la tv.
Afferro il telecomando dal tavolino e spengo. <Dico seriamente> lo guardo negli occhi. Si tira su mettendosi meglio e sistemandosi un ciuffo dei capelli.
<Ok, allora di cosa?> fa una faccia interrogativa.
Prendo coraggio e... <In questi giorni ho visto che siamo distanti, e a dir la verità non ci parliamo nemmeno. Oramai sembriamo una vecchia coppia, io lo schiavo e tu l'uomo impegnato che esce di casa la mattina e torna la sera tardi per il lavoro. È brutto dirlo ma mi sento usato e comunichiamo solamente per cose importanti, e per "importanti"> faccio le virgolette con le dita per puntualizzare l'ultima parola <si intende i tuoi impegni. Ieri sera sono stato qui ad aspettarti ma non ti sei fatto vivo, mi spieghi il perché? Come mai ieri notte non sei tornato a casa ?> sono stranamente tranquillo, ok non è vero sono nervoso e forse si nota anche dato che ho appena alzato la voce leggermente al di sopra della norma.
<Senti... anche io dovrei dirti qualcosa...> si fa incredibilmente serio, o triste... non riesco a decifrarlo. Intravedo però i suoi occhi lucidi e le sue guance arrossarsi. <Emm... io... sono stato con una persona ieri> mi sento morire dentro. Apro leggermente la bocca e mi si illucidiscono gli occhi anche a me. Nel petto non sento più nessun battito. Non riesco a respirare, mi sembra di stare soffocando.
<io... io non avrei dovuto... io ho bisogno di te, e ... e a me d-dispiace cosi tanto...> vedo una lacrima scendere sulla sua guancia <Ti prego di qualcosa> si asciuga il viso con la manica e mi guarda speranzoso.
Prendo la forza e apro bocca <tu credi che io non abbia avuto nessuna tentazione? > la voce mi trema <C-credi che io non mi sia mai sentito solo?> gli punto un dito contro <forse si... ma almeno ho pensato a noi due e a cosa sarebbe successo. Tu invece no. Non ci hai pensato vero? Ne sono sicuro, e sono sicuro anche che il lavoro era una scusa. Chi è?> sento una lacrima scendere e attraversare il mio viso, seguita da altre che insieme bagnano le mie guance.
<Cosa importa chi è> scuote la testa <con te io non sentivo più quello che c'era prima... non sentivo più le farfalle nello stomaco e non mi veniva più la voglia di baciarti appena incrociavamo gli sguardi> la sua espressione è triste, ma la mia lo è ancora di più.
<Tu... tu s-sei stato sleale> mi alzo guardandolo ancora in faccia, poi mi giro e prendo il mio cappotto e il mio telefono, mentre lui mi sta guardando andare via. Apro la porta e la sbatto dietro di me. Mi fermo, rimanendo immobile. Mi appoggio di schiena alla porta e piango. Mi sento morire, non me lo sarei mai aspettato da lui, perché mi fidavo... e forse troppo. Lo odio! Odio lui e tutto quello che mi ha fatto! Sono stato così... così cretino!
Asciugo le lacrime e raggiungo la macchina, metto in moto e parto, non so esattamente dove, so solo che da qui me ne voglio andare. Prendo il telefono e vado su contatti, stando attento comunque alla strada buia.

*inizio chiamata*
E: Oi? Come è andata?
Io: di merda, ci siamo lasciati.
E: COSA?? PERCHÉ ?
Io: incontriamoci e ti spiego tutto.
E: ok, vieni al bar 'motte' sono già qui
Io: arrivo
*fine chimata*

*

Entro e la vedo ad un tavolo, così la raggiungo. Appena mi vede si alza in piedi e mi guarda preoccupata ma allo stesso tempo curiosa di sapere il motivo della nostra rottura.
<Allora?> mi chiede interrogativa.
<Andiamo a farci due passi> la prendo per il polso e la porto fuori.

POV ELEONORA*
Stiamo camminando e mi sta raccontando cosa era successo.
<Allora ho preso giubbino, telefono e sono uscito via sbattendo> la sua voce è triste, lo sento. Mi giro e noto che ha le guance rosse.
<Non ci posso credere> gli prendo la mano e gliela stringo forte. Ci sediamo su un marciapiede e poggiamo i piedi sulla strada.
<Io- io sapevo che sarebbe finita cosi> la voce inizia a tremargli.
<Hey!> mi giro verso di lui e lo vedo singhiozzare con lo sguardo basso. <Vieni qui> lo abbraccio nelle spalle. Lui prova a ricambiare ma essendo incastrato dalle mie braccia si limita a mettere la mano sulla mia felpa e accarezzarmi dolcemente.
<Andra tutto bene> poggia la testa sul mio petto, e io poggio la mia sulla sua accarezzandogli la spalla. <Andra tutto bene> ripeto, questa volta più a bassa voce.
Si sfoga su di me, sta male, e lo capisco. Ma sarò qui con lui, e non lo abbandonerò perché lui ce stato per me quando ne ho avuto bisogno e io ci sarò per lui. È troppo importante, non vorrei mai che gli capitasse qualcosa di brutto, ma la vita è fatta anche di queste cose... è meglio stare con chi ti vuole bene e sai di poterti fidare, che con chi hai paura che appena ti giri si limona con un altra persona.
Rimango a consolarlo fino a quanto basta.
<Viemi, andiamo a casa mia> lo incoraggio mentre mi alzo in piedi. Gli pongo la mano per aiutarlo, lui la afferra e si tira su.
Mi sorride e poi andiamo da me.

*

<Ragazzi potete andare a dormire se volete, il letto di Vale è pronto> mia madre si affaccia dalla porta del salone e ci sorride.
<Grazie mamma> rispondo e poi ci andiamo a preparare.
<Carina tua madre> sorride Vale.
<Si, questo è quello che vuole farti credere> metto il dentifricio sullo spazzolino e incomincio a strofinare i denti.
Vale scoppia a ridere.
Gli avevo prestato un pigiama di mio padre (pulito).
Ci mettiamo sotto le coperte. Poggio il gomito sul cuscino, tenendomi la testa tra le mani, e lo stesso fa lui. Mi metto su un lato per guardarlo.<Si sistemerà tutto, te lo prometto> gli sorrido.
<Grazie di tutto, senza di te non ce la farei> mi sorride anche lui. Gli do un bacio sulla guancia e poi andiamo entrambi a dormire.

Me:
Heyyy! Non odiatemi ma per rendere le cose più 'interesting' aggiungo queste piccole cosucce (che tanto piccole non sono).
E nulla... domani sera pubblicherò un altro capitolo come tutti i giorni... a domani.
Ele🛸💜

&quot;Solo Se Ti Rende Felice...&quot; ♪𝑁𝑖𝑐♪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora