7 Sei quella chiave che mi ha aperto il cuore

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Il trenta marzo era un lunedì, ma per Levi era tutt'altro che un giorno qualsiasi. Dieci anni prima un cancro al fegato si portò via sua madre Kuchel, uno degli ultimi membri della sua famiglia rimasti in vita. Si svegliò più tardi del previsto e dopo essersi vestito si fece una colazione spartana, lasciando per Eren la brioche alla nutella che gli aveva portato Erwin la sera precedente. Preparò il latte freddo e lasciò la tazza nel frigo, ma nel mentre si metteva le scarpe vide scendere le scale Eren, con sul volto un sorriso a trentadue denti.
"Buongiorno! Sai che giorno è oggi?".
"Eren" rispose il più grande con voce stanca "non è il momento".
"Che succede?".
"Niente tranquillo io vado. Ci vediamo stasera".
"Ma oggi è-".
"È cosa?", lo zittì con tono e sguardo severo, più quanto avesse voluto.
Eren si bloccò, e per un istante non sapeva cosa dire, ma poi raccolse il coraggio e disse la fatidica frase.
"Il...il mio compleanno...".
"Ne riparliamo stasera".
"Ma avevi detto-".
"Cosa ho detto? Che avremmo passato tutto il giorno insieme? Che avremmo fatto una grande festa manco facesse gli anni la regina? Bè non è così".
Si mise in spalla lo zaino e si diresse verso la porta, quando sentì la gamba destra improvvisamente più pesante. Guardandola, notò che Eren vi si era avvinghiato come un koala su un ramo di eucalipto, affondando le dita nel tessuto dei pantaloni.
"Eren staccati".
"No".
"Sono in ritardo spostati".
"Non voglio".
"Non scherzo Eren".
"Neanche io".
"Levati!".
"Ti ho detto di no!".
"Staccati brutto moccioso inutile!".
Fece un colpo secco con la gamba, liberandosi della presa del bambino, ed uscì di casa velocissimo, senza guardarsi indietro. Sul marciapiede, in fondo alle scale, ci stava un esemplare di Hanji alquanto incazzata, con le braccia incrociate e gli occhi assatanati.
"Sei in anticipo", commentò freddo Levi.
"Hai appena appena dato ad Eren del moccioso inutile e la prima cosa che mi dici è sei in anticipo? Mi prendi per il culo?".
"Non è giornata Hanji".
"Lo so. Quest'oggi, dieci anni fa precisi, perdesti tua madre, ma è anche il giorno in cui Eren compie gli anni".
"Ho altro a cui pensare in questo momento".
"Come fai ad essere così insensibile? Lui ti vuole bene, si prende cura di te quando sei in calore e lo ripaghi così?".
"Ne riparliamo a telefono. Adesso sono in ritardo".
"Levi, non puoi continuare a vivere così. Hai eretto uno scudo che nessuno apparte Eren-".
"Non parliamo di lui per adesso. Tornerò più tardi del previsto, per cui vedete voi cosa fare per cena".
Oltrepassò Hanji e si incamminò per l'Università. Il cielo era grigio, come gli occhi di Levi, gli stessi che contemplava quel panorama in attesa della tempesta. Era un unico tappeto grigio, talmente fitto che non faceva filtrare neanche un piccolo spiraglio di luce. Se il buongiorno si vedeva dal mattino, allora quello sarebbe stato un giorno di merda. Fortunatamente iniziò a piovere un attimo dopo che Levi entrò dentro all'edificio universitario. Non prestò attenzione a nessuna lezione, indaffarato a rammentare la discussione avuta con Hanji.
Che ne sapeva lei del dolore?
Lei proveniva da una famiglia che le aveva permesso una carriera coi fiocchi, e il suo essere Beta aveva reso le cose più semplici. Non aveva un parente deceduto, nessun dolore nell'anima, eppure parlava a Levi come un saggio dell'Himalaya, come se avesse vissuto le pene dell'inferno. Il problema era uno solo: lo studente non aveva nessuno al mondo. Suo padre non si sapeva chi fosse, sua madre era morta e zio Kenny era sparito...aveva soltanto Hanji ed Erwin, e se non fosse stato per loro si sarebbe probabilmente suicidato.
Ed Eren...
Guardò fuori dalla finestra, osservando la pioggia scendere prepotente verso il terreno. Le gocce colpivano il vetro e calavano come fossero lacrime; che anche il cielo avesse sentimenti? Che stesse piangendo? Levi non ci volle pensare.
Dopo le lezioni sfruttò la pausa pranzo per pensare ad un regalo per Eren, e si rese conto di non sapere i suoi gusti. Ogni idea che gli veniva in mente era alquanto orribile, accettando alla fine la resa. Dopo le solite ore di pulizie mal retribuite si prese l'ombrello e decise di andare al cimitero. Kuchel vi riposava in un angolo remoto, con una lapide spoglia e priva di decorazioni, con solo la sua foto e i dati anagrafici. Il figlio vi appoggiò un piccolo mazzo di rose blu - i fiori preferiti di sua madre - e rimase in piedi a guardarla, senza dire niente. C'era un silenzio tombale; la pioggia aveva cessato di far rumore, la città era diventata improvvisamente muta, lasciando Levi con Kuchel in un silenzio tangibile.
"So che non puoi rispondermi, ma dimmi, che faresti al mio posto? Non so che fare con Eren".
Ovviamente, non udì nulla, ma proseguì lo stesso.
"Non ho più nessuno. Ho solo lui e i miei amici, e non voglio permettere al mio carattere di merda di rovinare tutto".
Neanche in quel caso ricevette qualche risposta. Levi sospirò triste e mandò un bacio in direzione della foto di Kuchel.
"Un giorno ti rivedrò, mamma".
Si voltò, ma come mise il piede sulla ghiaia udì un rumore metallico a contatto con la suola della scarpa, e guardò per terra. Ci stava una chiave meravigliosa, lunga e di ottone, con l'impugnatura composta da un cerchio e su ogni lato libero un cerchio delle stesse dimensioni.
Non era rovinata per niente, ma Levi pensò che una sistemata se la meritava.

Quando rientrò in casa c'erano Eren, Erwin ed Hanji seduti a tavola, e a guardarla bene sembrava che avessero consumato una cena da re, a base di hamburger e patatine fritte.
"Buonasera", disse Erwin guardando il nuovo arrivato.
"Buonasera. Eren? Puoi venire qui?".
"Perché?", domandò il bambino con nella voce rabbia mescolata con la tristezza.
"Non è un compleanno senza torta e regalo".
Gli occhi di Eren si tramutarono in due grosse stelle e fece un sorriso a trentadue denti, abbandonando i sentimenti negativi di un attimo prima. Levi sorrise e raggiunse il trio, poggiando sulla tavola la torta che aveva comprato in pasticceria poco prima. Era formata da tre strati di pan di Spagna, separati da crema al cioccolato e decorata esternamente con pasta di fondente bianca a strisce azzurre. L'aveva fatta decorare con un BUON COMPLEANNO EREN a caratteri cubitali e piccoli fiori blu di zucchero sui bordi.
"È bellissima!", esclamò Eren sorridente.
"E aspetta di vedere il regalo".
Levi si abbassò alla sua altezza, tirò fuori dalla tasca una scatolina nera e la aprì, mostrando al bambino il contenuto: una catenina color argento da cui pendeva una bellissima chiave color oro, lunga e sottile, con l'impugnatura formata da tre cerchi. Prima che Eren potesse commentare, Levi mostrò il ciondolo che lui stesso stava indossando: una cordicella di cuoio bianco con un piccolo lucchetto rivestito in oro.
"Queste due collane sono state realizzate perché il nostro legame non potesse mai sciogliersi, perché prima ero un lucchetto eternamente chiuso, vecchio ed arrugginito. Ma poi ti ho incontrato, e compresi che sei sempre stato la cosa di cui avevo bisogno: un motivo per cui vivere. Sei quella chiave che mi ha aperto il cuore Eren, la prima e vera luce di speranza e felicità nella mia vita. Mi dispiace per tutto, spero che tu mi possa perdonare per come ti ho trattato stamattina".
Eren annuì sorridente e lo abbracciò fortissimo, ricambiato dal giovane.
"Se la torta è buona ti do un bacio", disse il bambino, mentre si faceva mettere la collana da lui.
"Allora speriamo che sia buona".
Erwin ebbe l'onore di tagliare le fette e servirle agli altri. Non appena Eren assaggiò il dolce, sorrise e baciò Levi sulla guancia.
"È buonissima".
Lo studente avvertì un fuoco ardergli la faccia, e dalle espressioni divertite dei presenti comprese di essere arrossito.


Angolo Autore:

Ciao gente! Allora, come vi sembra fin'ora la storia? Vi sta piacendo?
Vorrei dirvi che la data della morte di Kuchel NON la so e non l'ho trovata su Internet, per cui me la sono inventata per la fanfiction.
Scusatemi in anticipo se ho sbagliato.
Un altro avvertimento: da adesso in poi le cose si faranno molto più serie e ci saranno vari colpi di scena.
Niente spoiler e alla prossima.

Mi chiamo Eren! ~Ereri~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora