Dato che Jean e Marco non si trovavano più e non rispondevano ai rispettivi telefoni, Eren si offrì volontario per andare a cercarli, approfittando della situazione per pensare e riflettere. Doveva trovare il professor Levi, e chiarire il discorso udito al SNK tre giorni prima. Che cosa voleva dire quando gli aveva detto che gli faceva male alla sola vista? Era possibile che si conoscessero già da tempo addietro? Effettivamente il volto e la voce del professore gli suonavano familiari, ma non sapeva il perché. Era come se avesse vissuto una seconda vita, una vita di cui non ricordava niente. Prima dei dieci anni non aveva alcun ricordo, ma solo flash appannati e visioni appena visibili. Quando girò l'angolo del corridoio sentì dei rumori molesti provenienti dal bagno degli uomini, e ascoltando bene gli parve fossero simili a...dei gemiti. Si avvicinò lentamente, appoggiando l'orecchio sulla porta.
"Jean! Ah!".
"Dillo più forte Marco...".
Ma che cazz?
Senza esitazione spalancò la porta, trovandosi davanti ad uno spettacolo alquanto sorprendente e piuttosto imbarazzante. Nascosti dentro ad uno dei cunicoli dei bagni, Marco era piegato a novanta con le mani sul muro di piastrelle bianche, mentre Jean lo prendeva da dietro, entrambi con i pantaloni e i boxer calati, quanto bastava per scoprire le rispettive erezioni e natiche. Si voltarono a guardare il nuovo arrivato, attratti dal rumore della porta che si apriva, ma mentre Marco arrossiva per l'imbarazzo, Jean lo faceva per l'incazzatura che aveva in corpo.
"Sei un uomo morto Jager!".
Eren corse via mentre avvertiva l'altro ragazzo inseguirlo, ma mentre girava l'angolo non vide il professore di motoria, Keith Shadis. Involontariamente sia lui che Jean gli andarono incontro, cadendo tutti e tre e facendo rovesciare il caffè sulla maglia del prof.
"Jeager! Kirschtein! Dovreste essere in classe!".
"Ero in bagno professore", tentò di scusarsi Jean.
"Non mi freghi Kirschtein! E nemmeno tu Jager!".
"Ma io-", cercò di dire il castano prima di essere interrotto di nuovo.
"Voi due, in presidenza! Ora!".Dopo che il prof aveva raccontato tutto al preside, Pixis sospirò e guardò i due giovani.
"Non riceverete alcuna nota né un abbassamento dei voti".
"Ma-".
"Ma verrete comunque puniti".
"Ovvero?", chiese Jean.
"Ripulire lo scantinato della scuola".
"Cosa?!" esclamò Eren "Ma noi non abbiamo fatto niente!".
"Sì invece" intervenne Keith "eravate nei corridoi durante le ore di lezione senza alcuna autorizzazione".
"Senta noi non-".
Con un gesto della mano il preside lo fece tacere e con lo sguardo fece capire a Shadis di andarsene, cosa che fece effettivamente, sbuffando.
"Ragazzi, so che Keith Shadis è una carogna, ma portate pazienza. Non voglio nemmeno rovinarvi le medie né i voti comportamentali".
"Ma io non voglio-".
"Taci Eren e porta pazienza", lo sgridò Jean.
"Tu pensa per te".Lo scantinato era un vecchio monolocale dalle pareti basse e il pavimento rettangolare, dieci metri per cinque. Era impolverato e privo di finestre, con solo due grossi lampadari a led a illuminarlo. Era il più grosso ripostiglio della scuola, dove venivano messe tutte le cianfrusaglie che non venivano né usate ne buttate. Da una parte c'era uno scaffale pieno di libri vecchi e microscopi avvolti dalla plastica, scheletri con organi finti per anatomia eccetera. Dall'altra invece c'erano pile su pile di giornali, tutti risalivano dagli inizi degli anni cinquanta - quando la Titan High School venne fondata - fino alle ultime settimane. Il compito dei due ragazzi era uno solo: pulire lo scantinato nei pomeriggi dopo scuola, per una settimana intera.
"Complimenti Eren" disse Jean mentre passava l'aspirapolvere "se tu non avessi fatto cadere il prof non sarei in punizione".
"Disse quello che stava scopando in bagno", contrattaccò l'altro, intanto che spolverava i mobili.
"Sono affari miei hai capito?".
"Non l'ho fatto apposta a spiarvi. Io vi stavo cercando perché la prof si stava preoccupando".
"Se certo".
"È la verità".
Senza farlo apposta fece cadere una pila di giornali, messi nella categoria 5-10 anni.
"Maledetto Yager! Adesso devo ripulire tutto!".
"Tranquillo sottospecie di cavallo! Adesso sistemo".
Sbuffò e prese uno dei giornali, ma per pura curiosità puntò l'occhio sul titolo.Grisha Yager vince la causa:
Ora Eren resterà con la famigliaEren non smise e continuò a leggere a bassa voce.
"Come ci si doveva aspettare il noto dottore Grisha Yager ha vinto la causa per l'affidamento del figlio Eren, sconfiggendo nell'aula del tribunale lo studente ventenne Levi Ackermann, accusato del rapimento e di violenze commesse sul piccolo. Nonostante la vittoria da parte della famiglia Yager, Levi non verrà incarcerato-".
"Eren smettila di leggere e torna a lavorare".
Jean gli rubò il giornale, notando soltanto dal titolo del giornale il motivo per cui Eren non gli rispondeva.
"Famiglia Yager...Eren? Perché sei su questo giornale? C'è pure il prof Levi!".
Il castano non gli rispose e si riprese il giornale, ripiegandolo e mettendolo nella tasca posteriore dei pantaloni.
"Jean...non me la sento più di p-pulire".
"Ti senti poco bene?".
E un momento dopo Eren svenne.
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Mi chiamo Eren! ~Ereri~
Fanfiction¡OMEGAVERSE! ~Levi uke/Eren seme~ Levi è uno studente di vent'anni che studia presso l'università Wall Maria. È un tipo freddo, introverso e non ha nessuno, conseguenza di un passato difficile e la consapevolezza di essere un Omega, con solo come am...