I due amanti ebbero appena il tempo di vestirsi che Grisha calciò il ventre di Levi con l'intenzione di sbatterlo contro il muro, allontanando Eren con fare protettivo.
"Che ci fai qua razza di pervertito?!", gridò il più vecchio.
"Scopiamo razza di deficente", rispose Levi in malo modo.
"Tu lo stavi violentando!".
"È stata mia l'idea papà!" si intromise Eren "Lui non c'entra nulla!".
"Perché lo difendi figlio?".
"Perché non è un mostro come te".
Si allontanò ed aiutò il moro a rimettersi in piedi, mettendolo dietro di sé in segno di protezione.
"Di che stai parlando Eren?" domandò Grisha "Hai forse dimenticato quello che ti ho raccontato? Quell'uomo è una bestia, il pervertito che ti rapì otto anni fa e abusò di te!".
"No, sei tu la bestia. Lui mi salvò da te, mi accudì con più amore di te. Non mi picchiò mai, non mi insultò neanche e nemmeno mi usò come giocattolo sessuale!".
"Non sai di cosa stai parlando".
"Pensi che non le abbia visto le mie cartelle cliniche? O le foto mediche?".
Grisha smise di parlare, e fu allora che Eren lo disse.
"Io ricordo tutto papà. Ho letto tutti i documenti, ho ascoltato i racconti della dottoressa Zoe. Adesso ricordo. Ricordo quando mi picchiavi, ricordo il giorno in cui eravamo saliti in pullman e tu mi lasciasti lì, ricordo quando conobbi Levi e ricordo tutta la felicità che ho vissuto con lui!".
Era impossibile. Come poteva ricordarsi tutte quelle cose? A Grisha i dottori avevamo detto che il figlio avrebbe perso la memoria.
La sua reputazione era rovinata.
"Stai delirando. Quest'uomo ti ha plagiato e riempito la testa di bugie".
"Senti chi parla! Il santarellino!".
"Vedo che quest'uomo è più pericoloso di quanto pensassi".
Grisha spinse di lato Eren e prese la cintura dai pantaloni, ma quando fece per colpire Levi questo gliela rubò di mano e gli diede una cinghiata in faccia, per poi portare fuori Eren dalla cantina, chiudendo la porta a chiave. Senza badare alle grida incazzate del padre, il ragazzo corse in camera e prese dall'armadio una valigia, al cui interno mise dei vestiti e le prime cose che gli capitavano a tiro. Nel mentre Levi aveva bloccato la porta con una sedia, armandosi di scopa e coltello in caso di bisogno. La porta fremeva nell'essere aperta, e oltre a perdere delle schegge di legno, si sentiva Grisha sputare bestemmie e insulti.
"Levi non è il momento di giocare a fare il soldato medievale!", esclamò Eren, scendendo le scale come se avesse dei peperoncini nel culo.
"Zitto idiota e sali in macchina!".
Mentre Eren raggiungeva l'auto l'uomo aggiunse la scopa per agganciare la porta al muro e corse in garage. La macchina era già pronta a partire, per cui Levi dovette solo salire sul sedile passeggero e chiudere la portiera. Eren uscì dal garage e partì a tutta carica che in confronto Fast and the Furious poteva solo accompagnare. Per tutto il viaggio i due non parlarono mai, innalzando un muro di silenzio ed imbarazzo, come se fossero complici di un crimine. Levi guidava Eren facendo dei gesti secchi con la mano, arrivando di conseguenza davanti alla casa del professore. Ma non appena spense la macchina lo studente scoppiò in lacrime, con la fronte appoggiata sul clacson. Stringeva forte il volante, ad occhi chiusi e denti serrati. All'inizio il più grande non fece niente; rimase semplicemente a guardare Eren mentre piangeva senza dare un motivo esplicito, ma poi gli prese delicatamente una mano e se la appoggiò sulla guancia, attirando l'attenzione del giovane.
"Hai paura di non poter più tornare a casa non è così?".
Il castano scosse la testa.
"Mia madre...e Mikasa...le ho abbandonate per egoismo...".
"Non avevi scelta".
"Sì che ce l'avevo! Potevo rimanere là! Adesso mia madre e mia sorella saranno in balìa di quel mostro!".
Levi gli strinse il polso e lo tirò a sé, facendo scontrare le loro labbra. Fu un bacio casto, dolce e istantaneo.
"Staranno bene Eren. Tua sorella è una tosta e sono sicuro che proteggerà tua madre per ogni evenienza".
"Lo spero...se dovesse succedere qualcosa...".
"Non succederà niente. Forza, scarica la tua valigia ed entriamo".
"Dove?".
"Nel porcile. In casa mia deficente! Altrimenti perché ti avrei fatto guidare fino qui?".
"Ne sei sicuro?".
"Sicurissimo".
Il giovane sorrise ed assieme scesero dall'autovettura, e con la valigia tra le mani entrarono in casa.
Che Eren avesse trovato una nuova casa? O solo una sistemazione temporanea?
Boh.
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Mi chiamo Eren! ~Ereri~
Fanfiction¡OMEGAVERSE! ~Levi uke/Eren seme~ Levi è uno studente di vent'anni che studia presso l'università Wall Maria. È un tipo freddo, introverso e non ha nessuno, conseguenza di un passato difficile e la consapevolezza di essere un Omega, con solo come am...