22 Schiacciato dai sensi di colpa

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"Amore! Sono a casa!".
"Oh merda!" esclamò Eren a bassa voce "C'è mia madre!".
"Sembrerebbe che tu sia fottuto", commentò Levi con voce più calma.
"Non me lo faccia ricordare!".
"Liberami e rendiamo tutto più facile".
"Non posso! Se lo faccio lei scapperà come ha sempre fatto!".
"Potremmo riparlarne a scuola".
"No. Devo capire se dice la verità o meno".
"Ho la faccia di chi mente? Ora liberami!".
"Non lo farò!".
Eren gli rimise sulla bocca il pezzo di nastro isolante e lo prese a mo di sposa, poi lo nascose sotto al letto.
"Resista. Torno subito".
Chiuse la porta e corse dalla madre.
"Ciao mamma!", la salutò con un sorriso nervoso.
"Ciao Eren! Che stavi facendo in camera?".
"Stavo studiando".
"O mio Dio Eren stai bene? Hai la febbre?".
"Maddai! Per una volta mi decido a studiare e poi tu mi crediti così!".
"Va bene tesoro ti credo. Papà non c'è a cena stasera".
"Lavoro?".
"Lavoro".
"Va bene...che cucini di buono?".
"Polpette in umido".
"Buone! Aspetta che sistemo camera mia e vengo ad aiutarti".
"Certo tesoro".
Eren corse in camera e prese da sotto il letto Levi; gli occhi del più grande erano infiammati d'ira, con i capelli e i vestiti sporchi di grumoli di polvere.
Era probabilmente l'essere tanto sporco che lo rendeva così infuriato.
"Mi scusi prof. Mi sono dimenticato di passare l'aspirapolvere sotto al letto", ridacchiò imbarazzato il più piccolo.
L'uomo si dimenò mugolando, ma il castano gli fece segno di tacere. Uscirono dalla stanza e scesero le scale facendo il minor rumore possibile. Fortunatamente Carla era di spalle, perciò Eren poté raggiungere la porta designata senza farsi vedere. La aprì col piede, rivelando così la cantina, posta nell'angolo più remoto della casa. Si presentava con delle scale che portavano verso l'oscurità, ma quando il più piccolo accese l'interruttore si mostrò davanti ai loro occhi un parallelepipedo scavato quattro metri sotto il livello del mare,
angusto e umido, con l'angolo colmo di sacchi dell'immondizia.
Giuro su Dio che ti ammazzo Eren!, gridò tra sé Levi, mentre veniva portato nella cantina, deposto su un mucchio di vecchi stracci.
"Domani parlerò con il suo amico Erwin e mi dirà se ha ragione o torto".
Levi lo guardò malissimo, prima di vedere il ragazzo andarsene.

"Signor Erwin!", gridò Eren appena entrato nel Shingeki no Kyogin.
"Come mai qui Eren?" gli domandò il biondo, uscito dalla cucina "Questo è il tuo giorno di riposo".
"Le devo parlare".
"Riguardo a cosa? Alla paga?".
"È vero che il prof Ackermann non mi aveva rapito?".
Erwin sospirò.
"C'è una saletta privata. Andiamo a parlare lì".

"Cosa?! Levi mi avrebbe detto la verità?!".
"Sì Eren" gli rispose Erwin tranquillo "nel suo tentativo di tenerti con sé, ti stava proteggendo da tuo padre".
"Perché? Era forse un violento?".
"Sì...ma purtroppo le prove erano andate perse per cui tu venisti affidato alla tua famiglia".
"E Levi? Perché non poteva adottarmi?".
"Oltre ad essere un Omega non aveva un reddito abbastanza alto per mantenerti. Per tutti i mesi in cui eri con lui, lui ti ha sempre voluto bene, curato, nutrito e protetto, fino all'ultimo giorno. Se non credi nemmeno a me puoi sempre controllare le cartelle cliniche. Ho le copie a casa mia se vuoi".
Eren lo guardò con gli occhi lucidi.
"Allora perché non ricordo niente?".
"A causa di un tentato stupro, l'aggressore ti ha quasi ucciso sbattendoti la testa al muro di un vicolo. Levi ha cercato di salvarti ma era troppo tardi. Lo stupratore era un Alfa in calore".
"Per cui...non ricordo nulla prima dei dieci anni perché ho perso la memoria? Per colpa di un bastardo?".
"Sì. Le botte ti hanno provocato l'amnesia".
Il ragazzo si accarezzò la chiave, sentendosi improvvisamente schiacciato dai sensi di colpa.
Aveva voglia di piangere, di urlare, di distruggere il mondo intero, eppure le lacrime non avevano intenzione di uscire, e non trovava le forze per fare niente.



Angolo Autore:

Ciaoo!!
Scusate se questo capitolo è corto e  orrendo, ma mi farò perdonare con il prossimo non preoccupatevi.
C'è, siamo a metà racconto e abbiamo superato le 500 letture?!?!?!?!!?!?!
Non ho parole.
Grazie infinite, sono veramente senza parole.

Mi chiamo Eren! ~Ereri~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora