28 Lascia fare a me

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"Maledizione!".
"Calmati Petra".
"Calmarmi? Calmarmi?! Col cazzo che mi calmo! Quel ragazzino ha ingravidato il mio Levi! E per colpa sua la mia anima gemella ha un obbrobrio in pancia! E tu hai la faccia tosta di dirmi di calmarmi?!".
"Non state più assieme da anni. Devi accettarlo oramai".
"Ma si può sapere da che parte stai?!".
"Dalla mia".
La donna si fece il facepalm.
"Ora che pensi di fare?" le chiese il compagno "Vuoi mandare uno dei tuoi uomini?".
"No. Hanno fallito fin troppe volte".
"Non sembra che il rapimento di Levi sia andato a buon fine, eppure lo stavi facendo te stessa".
"Taci. Stavolta voglio occuparmene di persona".
"Perché non mandi me? Non mi hai mai fatto fare niente".
"Sei troppo importante per perderti".
"So quello che faccio".
"Mi devo fidare?".
"Vuoi Levi tutto per te?".
"Sì".
"Lascia fare a me".

Aprile...

"Quindi nessuno si è fatto strane teorie sulla mia assenza", ripeté Levi, mettendo i soldi appena prelevati nel portafoglio.
"Proprio no" rispose Eren, prendendo in spalla la borsa del fidanzato per non farlo affaticare "tutti credono che tu abbia le gambe rotte".
"Qualcosa di meno grave no?".
"Era più credibile!".
"Avrei preferito parlarne col preside".
"Perché farlo se ci sono io eh? E comunque sono ancora arrabbiato con te".
"Perché?".
"Non mi lasci scegliere il nome per il bambino!".
"Conoscendoti avresti scelto il nome di qualche personaggio dei film o dei libri".
"E allora? Sono pur sempre il padre!".
"Ma se non sai nemmeno il sesso del piccolo".
"Sei tu che non me lo vuoi dire!".
"È una sorpresa".
"Ma come faccio a scegliere il nome se non so nemmeno se è maschio o femmina?!".
"Ti attacchi".
"Grazie eh".
Levi soffocò una risatina.
"Tu nel frattempo pensa ai nomi, poi quando nascerà il bambino sapremo come chiamarlo".
"In verità ho già scelto i nomi".
"Ovvero?".
"Deisuke se fosse maschio".
"E se fosse femmina?".
"Kuchel".
Levi si paralizzò.
"Kuchel...", mormorò
"In onore di tua madre-".
"Sicuro?".
Lo sguardo che gli rivolse era carico di dolore e risentimento.
"Sì Levi".
Gli baciò la guancia e gli accarezzò il ventre leggermente gonfio.
"Andiamo a casa".
Ma quando diedero le spalle al bancomat per tornare alla macchina, comparve come dal nulla un uomo mascherato che con velocità puntò a Levi una pistola sul ventre, mentre a Eren in fronte.
"Che significa questo?!", gridò incazzato il più giovane.
"Seguitemi, o vi ammazzo tutti e tre".
Per istinto materno, il moro alzò leggermente le braccia in segno di resa. Anche Eren lo fece, ma solo per evitare un possibile aborto istantaneo da parte del fidanzato. Lo sconosciuto si spostò di lato in modo da lasciare libero lo spazio, senza smettere di puntare ai due le armi. Questi proseguirono per un marciapiede cercando di nascondere la paura e l'agitazione, e senza rendersene conto Levi strinse con forza la mano di Eren, terrorizzato per le sorti del partner e del bambino. Era spaventato e non sapeva cosa pensare; pur camminando normalmente, stava tremando, pregando che si trattasse di una semplice rapina e di nient'altro. Anche Eren aveva paura, ma nel frattempo pensava a vari piani su come disarmare il tizio e salvare loro due. Lo sconosciuto li guidava da dietro colpendo le spalle di uno dei due per farli capire dove girare, fino ad imboccare una strada al momento deserta, a forse un chilometro dalla macchina della coppia. C'erano due auto parcheggiate, dei grossi fuoristrada neri con entrambi uno sportello del sedile aperto.
"Salite" ordinò lo sconosciuto "tu Eren sali sulla macchina di sinistra, l'altro a destra".
"Come sai il mio nome?", domandò il giovane.
L'aggressore tolse la sicura dalla pistola. Era la sua risposta. Senza più parlare i fidanzati obbedirono, separandosi in maniera graduale. Levi salì sull'autovettura e guardò attraverso lo specchietto retrovisore l'autista, un uomo anche lui mascherato.
"Dove ci volete portare?", chiese, cercando di nascondere la paura.
Ma poi la portiera si chiuse.
All'esterno si udì uno sparo.
E un corpo che cadeva a terra.

Mi chiamo Eren! ~Ereri~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora