9 Buona fortuna

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Se non fosse stato per l'immediato ed improvviso intervento di Hanji, Levi avrebbe picchiato a sangue Grisha Yager molto volentieri. Si dimenava non poco tra le grinfie della quattrocchi, tentando inutilmente di liberarsi e scatenare la propria rabbia distruttiva. La donna con la treccia - quella che sembrava essere la moglie di Yager - e la bambina si erano allontanate, guardando quasi con paura Levi.
"Come ti permetti di chiamare Eren tuo figlio?!" urlò quest'ultimo, per un momento trattenuto per le braccia da Hanji "Non l'hai mai cercato e hai pure abusato di lui!".
"Non so di cosa stia parlando quest'uomo" si espresse il signor Yager con tranquillità "tuttavia non ho intenzione di farmi insultare da un Omega. Non appena Eren si sarà ripreso lo riporterò a casa sua".
"Se lo ami veramente perché non hai mai denunciato la sua scomparsa?!".
"Non sono affari che ti riguardano. Ora parlerò solo col mio avvocato. Non ho intenzione di perdere fiato con un Omega come te".
Levi si liberò dalla presa di Hanji ed andò verso Grisha, puntandogli un dito sul petto e in volto uno sguardo di sfida, carico di odio e rammarico.
"Giuro su Dio e tutti i santi del paradiso che non ti renderò la vita facile dottore di merda. Eren tornerà sotto le mie cure e ti manderò in galera a suon di calci in culo, come il bastardo maniaco che sei!".
Grisha non lo schiaffeggiò, né tentò di fargli del male in nessun modo. Semplicemente lo guardò con noncuranza e disse, con una freddezza disumana:
"Buona fortuna".
Levi rimase bloccato sul posto. Era rimasto letteralmente di sasso: come poteva un uomo essere così gelido? Levi credeva di essere un blocco di ghiaccio, ma Yager lo batteva senza ombra di dubbio. Senza rispondergli indietro, indietreggiò e se ne andò, inseguito da Hanji.
"Vorresti veramente fare un'azione legale contro Grisha Yager?", domandò lei, allibita.
"Non ho paura di un hippie dagli occhiali troppo grandi".
"È un dottore. Ha soldi e conoscenze sufficienti da vincere la causa".
"Che mi minacci pure. Non ho intenzione di lasciare Eren nelle sue mani".
"Hai bisogno di un avvocato, e in fretta".
"Lo troverò fidati".
"Non hai un reddito sufficiente per pagartelo".
"Faccio lo spogliarellista pur di averne uno".
"Non ci pensare neanche! Ce ne occuperemo io ed Erwin".
"Non voglio aiuto".
"Tu hai bisogno di aiuto. Anche noi vogliamo bene ad Eren, e non ti lasceremo solo puoi starne certo".
Levi si fermò e contemplò gli occhi di Hanji, grandi come la forza e il coraggio del suo proprietario. Quello scambio di sguardi parve durare un'eternità, eppure durò soltanto pochi secondi.
"Grazie", biascicò lui, prima di andarsene.

Il bar era stracolmo di commensali ubriachi e vecchi pervertiti che ci provavano con ogni cameriera che passava. La figura osservava quei morti di figa con disgusto e repulsione, pur ammettendo a sé stesso di non essere mai stato una persona angelica nella sua vita, ovviamente prima di diventare un avvocato. Pur cercando di migliorarsi e di redimersi non riusciva a comprendere la ragione per cui tornava a frequentare quegli ambienti, colmi di lussuria ed ingordigia.
"Hai sentito dello studente che vuole il figlio di Yager?", domandò un cliente a uno più vecchio di lui, sedutegli vicino.
"Sì. Roba da matti. A quanto so è pure un Omega".
"Ma se non possono nemmeno adottare quelle puttanelle", gridò soffocando una risata.
"Possono se risultano idonei. In questo caso se il bambino è stato abusato dal padre allora l'Omega può tenerselo".
"Ma ce l'ha un reddito sto qua?".
"E che ne so. So soltanto che cerca un avvocato per difendersi in tribunale".
"Addirittura. Si sa il nome di questo kamikaze?".
"So che fa di cognome Ackermann, ma il nome non me lo ricordo".
"Sarà per tutta quella birra che ti bevi".
"Ma vai a cagare".
La figura si era fatta improvvisamente attenta al dialogo, ascoltando il duo senza sembrare sospetta e non poco inquietante. Ogni tanto sorseggiava il suo calice di vino, origliando i due mentre parlavano.
"E così questo Ackermann vuole sfidare il dottor Yager eh?", riprese il più vecchio.
"Sembrerebbe di sì. Fatto sta che se è così disperato da cercare un avvocato allora vuol dire che ci tiene a quel ragazzino".
"Chi può dirlo. Magari è un pedofilo che si diverte a torturare ed abusare i bambini".
"Si vedrà".
La figura si avvicinò al duo e costrinse entrambi gli uomini ad alzare la testa, guardandola negli occhi.
"Quando si svolgerà il processo?", domandò con un sorriso che aveva dello psicopatico e poco del normale cittadino.
"E io che ne so" rispose il più giovane "che mi hai preso? Per un giudice?".
"Io lo so" rispose l'amico "dovrebbe essere a mezzogiorno di venerdì prossimo. Lo so perché l'hanno detto al telegiornale ".
"Perfetto. Buona giornata".
La figura li mollò con poca dolcezza e lanciò una banconota alla cassiera in malo modo.
"Tieniti pure il resto dolcezza".
E se ne andò ghignando, perché oramai sapeva cosa fare, dove e quando. Aveva trovato la sua preda.

Mi chiamo Eren! ~Ereri~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora