25 È stato tutto un errore

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La loro fuga era stata talmente tanto rocambolesca che i dolori del calore tornarono soltanto quando Levi mise piede dentro casa - come se l'agitazione e l'ansia del momento li avessero momentaneamente sospesi - costringendolo a stringersi forte la pancia e a gemere di dolore. Comprendendo la situazione, Eren fece sedere il professore sul divano e nel mentre che cercava i compressori Levi si mise a riflettere.
Loro due avevano fatto sesso, o quasi.
Cos'era effettivamente Eren per lui?
Uno studente?
Un'amante?
O ancora il bambino di otto anni prima?
Il suo cervello voleva pensare che fosse diversamente, ma Levi non poteva ignorare di essersi quasi fatto un ragazzo giovane, di otto anni più piccolo. Si sentiva quasi un pedofilo.
Devo fare la cosa giusta
E non poteva non ammettere il fatto che appena vedeva Eren rivedeva il bambino di un tempo immemore, per cui tutta quella situazione era fin troppo assurda e stramba, anche stupida. I suoi pensieri vennero interrotti dal castsno, che giunse nel salotto con acqua e soppressore tra le mani.
"Ecco qua".
"Grazie".
Levi ingoiò la pastiglia e bevette.
"Nel mentre che riposi sistemo le mie cose okay?".
"No. Aspetta".
"Aspettare cosa?".
"Ti devo parlare".
Eren gli si sedette accanto, e Levi disse in maniera schietta:
"È stato tutto un errore".
"Di che parli?".
"Noi due. Non possiamo vivere assieme, e nemmeno amarci".
Il ragazzo pensò di star avendo un incubo.
"E perché scusa?!".
"Quando ti vedo rivedo l'Eren di otto anni fa, il bambino che per quasi un anno ho accudito e protetto. E anche se non fosse per quello guardaci! Sono il tuo prof di matematica, un Omega di ventotto anni, e tu uno dei miei studenti, un Alfa di malapena diciotto anni! Siamo due uomini con otto anni di differenza!".
"Sapessi quanto me ne frega dell'età! Io ti amo!".
"Quello che provi è soltanto forte affetto, non sai ancora cos'è l'amore".
"Io ti amo Levi! Perché non lo capisci?!".
"Perché mi conosci-".
Venne zittito dalle labbra di Eren, ma purtroppo quel bacio durò il necessario per far tacere il moro.
"No, io ti conosco da otto anni, e se prima era affetto, adesso è amore. So che hai sofferto e stai ancora male, ma dammi questa possibilità. Non chiedo altro".
"Eren, non può funzionare. Io verrò licenziato e tu bocciato".
"Solo se qualcuno sa della nostra relazione no? Ti prego Levi. Io ti amo veramente. Sono il tuo partner ideale".
"Cosa te lo fa pensare?".
"Andavi in calore solo quando c'ero io, e lo sei tutt'ora".
Per Levi fu troppo. Si alzò e si diresse alla porta d'ingresso con l'intenzione di uscire e prendersi una boccata d'aria, ma Eren lo bloccò molto prima che raggiungesse l'uscita e da dietro gli calò i pantaloni e i boxer, palpandogli il membro.
"Che stai facendo?!", sbraitò soffocando un gemito.
"Ti sto aiutando".
"Staccati".
"Hai bisogno di aiuto".
"No!", gridò Levi, nascondendo nella voce una nota di eccitazione.
"Ammettilo che ti piace".
"Mai".
Eren si tolse sia i pantaloni che i boxer, facendo sentire la punta dell'erezione sull'orifizio del più grande, e cominciò a riempirgli il collo di piccoli morsi mentre muoveva più velocemente la mano sull'asta dell'altro
"Ti piace?", gli chiese con voce estremamente sexy.
Levi rispose con un gemito, muovendo i fianchi per cercare più contatto col pene di Eren.
Quella valeva come risposta?
"Lo prendo per un sì".
"Zitto ed entra".
"Potresti essere anche più gentile eh".
Un colpo secco, e il membro di Eren fu dentro per il tutto. Il professore gridò dal piacere, misto al dolore, ad occhi chiusi.
"Maledetto Yager...", mormorò.
Il più piccolo si chinò per baciargli la testa e cominciò a muoversi. La sofferenza fisica scomparve e venne sostituito dal puro piacere; Levi gemeva ed ansimava, mentre il membro dell'amante entrava ed usciva dalle sue carni. Era una sensazione meravigliosa, a dir poco paradisiaca; mentre si faceva fottere Levi si rese conto di aver sbagliato, di aver commesso un grosso errore. L'Eren bambino non esisteva più, ma solo lo studente Eren Yager, e non poteva rifiutare la felicità per colpa del passato. All'improvviso l'erezione gli colpì la prostata, facendolo gridare più forte.
"Oddio stai bene?", chiese preoccupato il ragazzo.
"Sì...continua a colpire lì...più forte stavolta".
"Ma se ci manca poco che ti sfondo l'intestino!".
"Tu non ti preoccupare".
"Va bene, ma se poi non cammini per un mese sono cazzi tuoi".
"Sì sì".
Gli tirò i capelli all'indietro e gli baciò le labbra, continuando a muoversi dentro di lui e spingere contro la prostata, ad una velocità e forza disumane. Levi gridò, per piacere e dolore, affondando le unghie nel tessuto e nell'imbottitura del divano; era così bello che credette di essere morto, come poteva provare tutto quel piacere ed essere vivo? Seppe che Eren era prossimo all'orgasmo quando avvertì le spinte farsi più forti e veloci, così iniziò a masturbarsi, venendo assieme a lui dopo poche stoccate. Entrambi ansimavano a bocca larga, sudati ed esausti, ma ciononostante contenti. Eren prese Levi a mo di sposa e lo portò in camera da letto, visto che si ricordava ancora la sua ubicazione - anche perché la casa del moro non era mai cambiata nel corso degli anni. Il castano si sdraiò e strinse al petto il vecchio nanetto, addormentandosi.





Angolo Autore:

Ciao a tutti! Come state? Tutto bene? Spero bene.
So che rompo le pelotas a forza di chiedervi se vi piace o no la storia, ma al momento ho due annunci:

1- per la fanfiction non manca tanto la fine (non meno di 5 capitoli)

2- nel prossimo capitolo saranno inseriti elementi BDSM, per cui se siete sensibili NON leggete oltre al simbolo 🗝

Mi chiamo Eren! ~Ereri~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora