"Come fai a conoscerlo?", domandò esterrefatto Jean, seduto su una delle sedie poste all'interno della mensa scolastica.
"Ti giuro su quello che vuoi" lo assicurò Eren, prima di addentare il panino "che io quel tizio non lo conosco. La prima volta che l'ho visto è stato oggi".
"Sicuro?" chiese Connie, seduto assieme a loro e gli altri compagni di classe, nello stesso tavolo "Magari è il tuo ex professore delle medie".
"Sono sicuro di ciò che dico".
"Ma se nel corridoio mi avevi confessato che lo avevi già visto", ammise Armin innocentemente.
"Armin!".
Jean guardò il castano con espressione da Sherlock Holmes.
Fatto a cavallo.
"Quindi ci hai raccontato una stronzata".
Eren sbuffò.
"Sì lo ammetto, mi è familiare la faccia del professore, e con questo?".
"Forse Armin ha ragione", commentò Mikasa.
"E quindi? Perché è così tanto importante?".
"Perché è per colpa tua se è andato in calore".
Fu Berthold a parlare, uno dei pochi del gruppo a non aver ancora parlato dall'inizio del pranzo.
"In calore? Stai dicendo che è un Omega?", gli chiese Reiner.
"Sì. Sono un Omega anch'io, quindi li ho sentiti i suoi feromoni. E poi avresti dovuto sentirli anche tu dato che sei un Alfa".
"Se un Omega va in calore appena vede una persona a lei sconosciuta vuol dire che è il suo partner ideale", disse timido Marco.
Eren rischiò di strozzarsi con l'acqua appena udì quelle parole.
"Lui? Il mio partner? Spero tu stia scherzando!".
"Marco non scherza su queste cose" commentò Jean "e comunque ha ragione. Gli Omega possono andare in calore anche quando vedono il loro partner ideale, prima o dopo del tempo".
Eren mangiò l'ultimo pezzo di panino, sospirando. Che avessero ragione? Che quel professore che pareva conoscerlo così tanto fosse veramente il suo partner predestinato?
"Forse avete ragione, ma per sicurezza quando torno a casa chiederò a mio padre".
"Eren" lo richiamò Mikasa "ti sei già scordato cosa devi fare?".
"Devo forse fare qualcosa?".
"Sì. Andare a fare domanda di assunzione al Shingeki no Kyogin".
"Cazzo è vero!".
"Sei sempre il solito".
"Grazie eh".
"Sei bella quando fai la seria Mikasa", si complimentò Jean, guardandola con occhi da pesce lesso.
Armin non commentò, ma fu costretto a fingere di non vedere la lacrima di Marco scendergli lungo la guancia.Il Shingeki no Kyogin era un bar ristorante aperto di recente, di fianco alla scuola superiore Titan High School, la stessa che frequentava Eren e Mikasa. L'ambiente era tutto legno e mattoni, con come tavoli botti di varie dimensioni, e le sedie erano tappi di sughero giganti. Aveva e stava riscuotendo un successone mozzafiato, non solo perché il cibo era buono e il locale bello, ma anche perché il gestore, un ex generale dell'esercito, era il proprietario di altri due ristoranti in città, uno gourmet e una pizzeria.
Appena entrato, Eren fu investito dal profumo del cibo appena uscito dalla cucina e lo scrosciare della birra che veniva versata nei boccali, un mix di suoni e profumi piacevoli per il corpo.
Essendo stato appena inaugurato, il Shingeki no Kyogin necessitava di personale, proprio per questo Eren aveva deciso di fare domanda lì, anche perché quel locale era letteralmente attaccato alla scuola. Suo padre Grisha aveva insistito a lungo sul fatto che il figlio non aveva bisogno di cercare un lavoro per andare all'Università, che i soldi non mancavano per niente, ma se voi credevate che Eren Yager si facesse convincere in quel modo vi sbagliate di grosso. Quello era il presidente dei testardi e quando voleva una cosa lottava con le unghie e i denti pur di averla. E poi, solo perché era figlio di un grande medico non significava che dovesse essere mantenuto a vita. Per questo cercava lavoro, per essere indipendente ed autonomo, in modo che nessuno gli potesse rinfacciare niente. Si sedette al bancone ed attese l'arrivo del barista, aspettando solo qualche minuto. Effettivamente al momento c'erano poche persone.
"Che prendi ragazzo?", domandò questo.
"Cerco il proprietario del locale. Ho letto il vostro annuncio e vorrei lavorare qui".
"Aspetta qui".
Scomparve dietro ad una porta, tornando subito dopo con un uomo alto e possente, con i capelli corti e biondi. Nonostante i suoi meravigliosi occhi azzurri, Eren non riusciva a non guardare le sue sopracciglia, simili a grosse banane incastonate sulla faccia.
"Io sono il proprietario, Erwin Smith", si presentò il nuovo arrivato in maniera cordiale.
"Piacere mio. Io mi chiamo Eren Yager e vorrei lavorare per lei come cameriere".
Per un attimo vide Erwin sussultare appena, sgranando appena gli occhi come sorpreso dalla cosa, per poi tornare normale e sorridere caldamente.
"Presentati per l'inizio dell'apprendistato domani pomeriggio alle tre okay?".
"Mi sta assumendo?!".
"Sì Eren".
Il ragazzo sorrise a trentadue denti, quasi gridando di gioia.
"Grazie signor Smith non la deluderò!".
"Sono sicuro che non lo farai".
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Mi chiamo Eren! ~Ereri~
Fanfiction¡OMEGAVERSE! ~Levi uke/Eren seme~ Levi è uno studente di vent'anni che studia presso l'università Wall Maria. È un tipo freddo, introverso e non ha nessuno, conseguenza di un passato difficile e la consapevolezza di essere un Omega, con solo come am...