Iℓ νσтσ ιηƒяαηgιвιℓє

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"Notᥲ ρᥱr ιᥣ ᥣᥱttorᥱ: ιᥒ ᥴodᥲ ᥲd ogᥒι ᥴᥲριtoᥣo trovᥱrᥲι ᥙᥒᥲ o ριᥙ̀ ᥴᥲᥒzoᥒι ᥣᥱgᥲtᥱ ᥲ ᥴιò ᥴhᥱ ᥣᥱggᥱrᥲι, ᥱ̀ qᥙᥲᥒto hᥲ ιsριrᥲto ᥣᥲ sᥴrιttᥙrᥲ dι qᥙᥱsto rᥲᥴᥴoᥒto ᥱd ᥱ̀ ρᥱr mᥱ ιmρossιbιᥣᥱ ρᥱᥒsᥲrᥱ dι ᥒoᥒ ᥴoᥒdιvιdᥱrᥣᥱ ᥴoᥒ ᥴhι vorrᥲ̀ vιvᥱrᥱ qᥙᥱstᥲ storιᥲ ιᥒsιᥱmᥱ ᥲ mᥱ."





Hogwarts

Charity trascorse la mattinata mostrando ai ragazzi alcuni strumenti Babbani; Spiegò loro come attraverso una videocamera ad infrarossi, fosse possibile registrare filmati anche in assenza di luce e che il radiocomando a batteria permetteva di muovere svariati oggetti a distanza; Distribuì ad ogni allievo dei tipici biscotti tirolesi ricoperti di frutta secca e assegnò due rotoli di pergamena riguardanti le automobili decappottabili da consegnare entro il fine settimana.

Verso l'ora di pranzo, mentre stava riordinando la dispensa delle "delizie Babbane", Lupin le apparve davanti;

-Mangiamo qui?-chiese timidamente, la donna accennò una smorfia fingendo disinteresse.

-Suvvia Charity, dovevo occuparmi di una cosa importante- disse il professore con voce calma,

-di che cosa?- incalzò lei posando un barattolo di caramelle ripiene sullo scaffale,

-non posso parlartene, per ora, ma..- replicò Lupin tentando di prenderle la mano ,Charity indietreggiò di scatto -Non puoi o non vuoi?- chiese cupa,

-Charity ti prego smettila- implorò lui facendo un passo avanti -smettila. Io ti adoro, non c'è nulla che non farei per te, quando lo capirai- continuò, la donna sentì il respiro abbandonarla.

-D'accordo- disse -ma oggi sono piuttosto occupata, non credo che avrò il tempo per pranzare e dopo cena - aggiunse abbassando lo sguardo -ho parecchi compiti da correggere-.

-Come vuoi- Rispose Lupin baciandola piano e accennando un sorriso, mesto uscì dall'aula.

Era chiaro che la donna sospettasse qualcosa, ma come poteva dirle la verità, in questo momento poi , in cui sembrava essere così adirata; Non gli restava che prendere tempo e aspettare una migliore occasione.

Lupin la amava, la amava d'avvero tanto, ma più di ogni altra cosa non voleva perderla e anche se dentro di lui sapeva bene che il gioco a cui stava giocando era piuttosto pericoloso, non avrebbe rinunciato neppure ad momento trascorso con quella dolce creatura, capace di farlo sentire un uomo come tutti gli altri.

" Sei un egoista" si diceva, cercando di immaginare come la donna avrebbe potuto reagire alla scoperta di mesi di menzogne, "ma non puoi rinunciare a lei" continuava tentando di giustificarsi. Il professor Lupin, dopo aver subito l'aggressione di Greyback quand'era solo un bambino, aveva dimenticato cosa volesse dire vivere una vita "normale". Fin da piccolo, con i suoi genitori, era stato costretto a cambiare spesso casa e città, per evitare che tutti scoprissero la sua condizione; Così mentire, fingere che la maledizione non esistesse, era diventato estremamente naturale e fondamentale per lui; Non era il coraggio di confessare alla donna che amava la verità, a mancargli, ma la possibilità di perderla per sempre superava di gran lunga il forte desiderio di aprirsi a lei con onestà.

Lupin, passò l'intero pomeriggio facendo lezione e fermandosi di tanto in tanto a consultare la misteriosa pergamena che teneva nel primo cassetto della scrivania; Verso l'ora di cena, sceso in sala grande notò tristemente che il suo posto era stato occupato dal professore di pozioni e che quindi avrebbe dovuto sedersi lontano dalla donna alla quale era andato ogni suo pensiero durante il giorno.

-Professor Lupin, si sente meglio- gli chiese il professor Flitwick afferrando un mestolo di zuppa di cavolo dalla pirofila al centro della tavola;

𝐒ᴇᴄʀᴇᴛ𝐬 𝐔ɴᴛᴏʟᴅDove le storie prendono vita. Scoprilo ora