Il Cimitero dei "Bestia"

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Ci tengo ad avvisare che questo capitolo potrebbe disturbare i lettori più sensibili. La tematica è forte, non vi sono scene troppo scioccanti, ma si parla di ossa, bambini e scelte difficili, mi sembra giusto darvi almeno un'idea e prepararvi.

Anziché dividersi come di consueto in due gruppi, il mattino seguente i cinque rimasero insieme e seguirono Skye verso l'estremo est dell'Isola, dove non erano ancora stati.

Non esploravano mai posti nuovi senza di lei. Quando James aveva minacciato di farlo, la ragazza aveva avuto una specie di attacco isterico, talmente inquietante da costringere persino lui a darle retta.

«Hai costruito tu il Cimitero dei "Bestia"?» le domandò Xerxes.

James sbuffò sprezzante. «No, lo hanno costruito i draghi. Spolpavano tutti i "bestia" prima di noi, ma lasciavano le ossa intatte per poterle seppellire e rendere così omaggio alle loro prede succulente.»

«Taci» gli sibilarono contro tutti.
Sorpreso di averli scossi, lui si zittì, incupito.

Nathan camminava vicino a Skye, anche perché lei stringeva tanto forte la sua mano da rischiare di bloccargli la circolazione sanguigna.

«Cosa ti turba, Skye?» le chiese a bassa voce.

L'amica non era pimpante come al solito, anzi appariva pensierosa, triste, e ogni tanto gli riservava occhiate strane, come la sera precedente.
Rilasciò un sospiro e rispose: «In seguito alle nostre confidenze di ieri, trovo che sia crudele portarti in un cimitero...»

«I cimiteri non sono certo i miei luoghi preferiti, ma ammetto che hanno un loro lato tenero. È lì che si possono piangere i cari perduti, portando loro doni cosicché il posto appaia meno triste.»

Skye però saldò la stretta attorno alle sue dita. «Nathan, questo cimitero è diverso...»

Lui non fece domande, né lei spiegò oltre.

Infine gli alberi si spalancarono e il terreno cominciò a farsi grigio, più instabile, Nathan lo sentiva cedere sotto i piedi in scricchiolii sinistri.

Di fronte a loro, là dove la terra si opacizzava sempre più, si estendeva un campo ricoperto di mucchietti d'ossa sparsi ordinatamente. Erano insiemi magri, ciascuno non sarebbe bastato per ricostruire uno scheletro intero, alcuni neanche presentavano teschi. Al centro del campo, invece, si ergeva una collinetta di reliquie, abbastanza alta perché si potesse osservare l'intero cimitero dalla cima.

Rendendosi conto che quelli erano resti di persone, esseri umani, bambini o ragazzini come lui che oramai non c'erano più, Nathan fu colto dal batticuore e una sensazione di gelo lo pietrificò fin sotto la carne...

La mano di Skye si fece ancor più stretta mentre lui distoglieva lo sguardo, strizzando le palpebre.
«Mi dispiace...» sussurrò l'amica con voce rotta. «È orribile...»

Nathan scosse però la testa e si trattenne dal prendere un respiro profondo. C'era puzza di morte...

«Io... starò bene, dico sul serio» mormorò svelto, per far capire a Skye che non le portava rancore. «Allora, cosa volevi mostrarci di preciso?»

«Un momento.» James aveva sollevato la testa, chiuso gli occhi, e stava tirando forte su col naso. «C'è un animale quaggiù. Sembra quasi un grifone, ma ha qualcosa di diverso.»

Skye si guardò intorno. «Non è proprio un grifone. Fate attenzione, potrebbe...»

Mentre parlava, un'alta creatura atterrò loro dinnanzi, spalancò il becco e rilasciò uno strillo raccapricciante.

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