Libertà

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«Guardatelo. Dorme come un troll!»

Disturbato dai borbottii dei compagni, Nathan aprì un occhio, certo che lo stessero prendendo in giro approfittando del fatto che fosse ancora addormentato.

Quando però sollevò la testa, si rese conto che erano tutti concentrati su Owen.

«Cosa state combinando?»

«Shhh...» Skye portò l'indice alle labbra. «Stiamo cercando di svegliare Owen, ma lui continua a dormire.»

«Dunque perché dovrei fare silenzio?»

James tirò uno schiaffetto alle guance di Owen, ma quello si limitò a mugugnare e ad aprire e chiudere la bocca. «Sembra che l'Omino della Sabbia ci sia andato pesante con lui!»

Yan gli arruffò i capelli e gli tirò le orecchie, invano. «Forse un bacio principesco lo risveglierà. Prova, Xerxes.»

«Io non provo un bel niente! Mi fa anche un po' senso.»

Con un guizzo d'idea, Nathan recuperò Niawn dai riccioli di Skye, l'avvicinò all'orecchio di Owen e la strizzò tanto forte da farla strillare come una gallina.

Allora finalmente il ragazzino spalancò gli occhi, pur rimanendo sdraiato, incapace di muoversi. Avevano imparato che a ogni risveglio aveva le membra intorpidite, e che perciò necessitava di qualche attimo per scioglierle.

A loro però non importava: approfittando della sua paralisi, tornarono a punzecchiarlo finché lui non riuscì a muoversi e li scacciò sventolando le braccia.

«Ehi! Basta! Siete impazziti?» Gli occhi di colore diverso erano più spalancati che mai mentre fissava circospetto Niawn. «Chi è il folle che ha avuto l'idea?»

Nathan fece il finto vago. «Chi credi che sia il più folle tra noi?»

«Mmm... direi Xerxes.»

«Che cosa?!» Xerxes si ritrasse, al colmo dell'indignazione.

Invece James scoppiò a ridere tanto forte che ricadde all'indietro sul letto.

Al che il principe si alterò ancor più. «Non sono stato io! È stato Nathan!»

«Non dar la colpa a me!»

«Io sono l'unico con un briciolo di senno qui dentro! Come posso essere il più folle se paragonato alla belva spietata, alla tizia che parla alle rane, all'amante delle vertigini, al tipo che si finge un vecchietto e al paladino dell'amore?!»

Il monologo non poté proseguire oltre: James rideva talmente forte che nessuno sarebbe comunque riuscito a sentire. Si rotolava sul materasso e si piegava su se stesso come se le budella stessero per scoppiargli.

"Come se le budella..." ricordò Nathan.

Quando James si calmò e si raddrizzò, mugolò massaggiandosi la pancia. «Ouch... Xer, maledizione, non dar fastidio al piccoletto. Guardalo, poveraccio, tutto rannicchiato su quei vestiti troppo grandi per lui, e gli occhi così grossi... Sembra un gufetto, non è vero?»

Yan porse la mano a Owen. «Congratulazioni, amico, hai appena ottenuto il tuo soprannome!»

Questi invece sbadigliò senza badarvi troppo. «Avete finito di fare gli idioti di prima mattina? Voglio portarvi in un posto.»

«Che cosa? E i tuoi pazienti?»

«Oggi è il mio giorno di riposo. Ne ho due a settimana in estate, quando aleggiano meno malattie. Volete uscire o no? Voglio mostrarvi il mio territorio. Non ci sarà nessuno, è vietato entrare se non lo dico io. E io dico che voi potete entrare.»

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