Confidenze

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Il cuore di Nathan batteva tanto forte da rimbombargli lungo tutto il corpo. Se avesse perso l'equilibrio e fosse caduto, si sarebbe indubbiamente frantumato le ossa. Inoltre le squame di Cloud gli grattavano fastidiosamente contro le cosce, rovinando il tessuto dei pantaloni già di per sé sfibrati.

La dragonessa volse il testone per guardarlo tramite un occhio solo, in attesa che lui fosse pronto.

Nathan si aggrappò alle redini create intrecciando tra loro decine di dure liane, così da poter formare briglie a misura di drago. La punta dorsale di Cloud sporgeva pericolosamente verso di lui, doveva persino stare attento a non finire infilzato.

«Sei pronto, Nathan?» sentì gridare dabbasso.

Oramai il suo corpo era pieno zeppo di lividi e graffi.

Come poteva non essere nervoso ogni volta che cavalcava Cloud?

Lei neanche si risparmiava, saltava qua e là come un gigantesco toro imbizzarrito, ogni tanto rilasciando folate di vento con i suoi poteri.

E Nathan odiava cadere e farsi male, non atterrava mai sui mucchietti di foglie e muschio preparati apposta sulla spiaggia in cui si allenava...

"Questa Yan me la paga. Oh, assolutamente. Mi deve un favore... se non muoio..."

«Nathan?» lo chiamò ancora Skye.

«Sei già morto?» lo canzonò James.

Nathan inghiottì la bile risalita in gola
e si sforzò di rispondere: «Pro-procediamo pure!»

A un cenno di Skye, Cloud emanò un potente sbuffo. Iniziò pestando le zampe e sollevando nubi di sabbia intorno. Nathan tirò le briglie nel futile tentativo di tenerla a bada, ma la dragonessa lo ignorò e prese a balzellare, il lungo e possente corpo ondeggiava come quello di un serpente mentre spalancava le ali e sferzava l'aria con la coda.

Lui piantò le punte degli stivali tra le squame, si accucciò di fianco alla spina del dorso, e dette un tale strattone che stavolta Cloud venne presa alla sprovvista e la testa le venne tirata all'indietro. S'impennò sulle zampe posteriori, e poiché Nathan era rimasto di stucco tanto quanto lei per il successo, si deconcentrò, perse l'equilibrio e scivolò giù lungo il dorso della dragonessa, fino a sbattere la schiena sulla sabbia.

Sputò saliva e mugolò per la fitta acuta che gli percorse la spina dorsale...

«Ferite gravi, Nathan?» si preoccupò Skye, affacciandosi su di lui insieme a James.

Nathan fece una smorfia. «Poteva andare peggio... Ho solo bisogno di un attimo...»

Stavolta James non sghignazzava come suo solito, anzi aveva gli occhi spalancati dalla meraviglia. «La mia vista pecca parecchio, ma è possibile che Nathan abbia fatto un progresso?»

Skye ricambiò il sorriso. «Stavolta hai visto bene! Nathan è riuscito per un attimo a tenere a bada Cloud!»

«Già, beh...» mugugnò il diretto interessato, riprendendosi lentamente dal dolore. «Ehm, ero così sorpreso che ho perso la presa...»

«Che scemo!» brontolò James, seppur i suoi occhi non abbandonarono la brillantezza. «Non è poi così difficile vincere su un cervello-di-lucertola.»

Aveva appena finito di parlare, che Cloud tentò di fargli lo sgambetto con la coda. James aveva tuttavia percepito il movimento repentino ed era balzato appena in tempo per schivare.

Nei due tentativi successivi Nathan venne disarcionato senza riuscire neanche a strattonare Cloud, ma alla terza volta si lasciò guidare dalla disperazione e dal desiderio di abbandonare l'Isola, così riuscì nuovamente a far impennare il grosso destriero. Stavolta era preparato: mantenne l'equilibrio, sebbene dopo poco dovette aggrapparsi con una mano a una squama, cosicché per la dragonessa fu semplice sbalzarlo via.

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