Il kelpie

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Nathan non aveva mai visto una creatura più meravigliosa.

Un unicorno, in confronto, era nulla.

Il cavallo che aveva dinnanzi era più bello appunto perché non possedeva corna, né ali.

Era un cavallo non-magico, ma il suo pelo splendeva, la criniera e la coda sembravano composte di seta, gli zoccoli scuri scintillavano quanto diamanti e apparivano altrettanto indistruttibili.

Era già sellato.

E si stagliava di fronte a Nathan.

Sembrava un incontro voluto dal destino: un animale tanto nobile e intelligente che incrociava il sentiero di un ragazzo colmo di rispetto verso quegli animali simboli di libertà, forza e indipendenza.

Quello era il suo cavallo.

Il giovane allungò piano le mani verso lo stallone, il quale non si ritrasse, né sbatté le palpebre. Non appariva minimamente spaventato o teso. Lui stesso sapeva che Nathan era l'umano giusto.

Passò le dita lungo il suo collo, fino alla sella, e fece per issarsi...

"Occhio, Nathan."

Archiviò i pensieri in qualche angolo della mente e salì in groppa.

Il bel destriero volse il capo per guardarlo, prima di cominciare a muoversi per voltarsi, diretto di nuovo in acqua.

Nathan lo lasciò fare.

"Strano, che bisogno ha di bagnarsi?" pensò comunque. "Sta piovendo..."

Gli stivali s'inzupparono quando il cavallo s'immerse sempre più al centro della pozza cristallina, ma lui non vi fece caso.

"Perché gli piace così tanto l'acqua?" si chiese tuttavia.

«NATHAN!»

Si girò di scatto.

Fuori dalla pozza c'era Skye, affiancata da Yan, Xerxes e James.

Con loro c'erano cinque draghi, tra cui Cloud e altre creature, tutte immobili a fissarlo sotto la pioggia...

"Perché questa guarnigione al seguito?"

Skye fece qualche passo in avanti, disperata.

A incrociare i suoi occhi marroni rilucenti di lacrime, Nathan sentì inondarsi dalla tristezza e dalla paura.

La sua amica sembrava angosciata, ma perché mai?

Abbassò lo sguardo sulla criniera setosa del suo nuovo cavallo.

Un nuovo cavallo...

Un cavallo, in mezzo all'acqua...

Nathan afferrò le redini e individuò la lancia d'osso tra le mani di James.

L'aveva gettata via...

Col cuore che prendeva a battere forte quanto quello di un uccellino spaventato, si preparò a dare uno strattone per arrestare l'avanzata del kelpie.

All'ultimo momento però scelse un approccio più delicato.

Trasmettere la propria ansia al demone sarebbe stato sciocco, i cavalli detestano le pressioni.

Perciò cominciò a tirare, ma piano, senza esagerare.

Colto impreparato, il kelpie sbuffò insoddisfatto e scosse la testa con superbia.

Nathan aveva paura, ma una piccola seppur potente parte di sé gli ripeteva di fare quanto sentiva fosse giusto.

Così diede una nuova strappata, stavolta più forte.

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