Il lottatore insanguinato

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Nathan si svegliò senza percepire stanchezza.

Aprì gli occhi di scatto e si ritrovò di fronte il viso di Xerxes.

«Sei sveglio» lo accolse il principe. «Stai bene?»

Nathan annuì. Si sentiva tuttavia un po' strano, gli sembrava che l'intero corpo fosse in preda a un bizzarro dondolio...

Si tirò sui gomiti e si guardò attorno: si trovava in una stanza in legno con due brandine sudicie, quella su cui era adagiato lui era dura come la pietra.

C'era un'unica finestrella circolare che lasciava entrare un'aria fresca e particolare, portante un odore che gli ricordò molto quello del pesce; al di fuori si udiva lo scroscio dell'acqua.

Si levò a sedere e mantenne lo sguardo fisso sulla finestrella, incantato. «Siamo su una barca?»

«Sì. Ci sta conducendo all'Isola della Purga. Non riesco a capire che ore siano, fuori è nuvoloso. Credo però che siamo stati imbarcati stamattina.»

Nathan si massaggiò la testa, ben ricordando quanto fosse accaduto prima di venire addormentato. «Quella guardia ha parlato di Yan? Ha detto che sarebbe venuto con noi!»

«Sì, mi auguro sia in un'altra stanza. Noi due invece siamo rinchiusi a chiave qui.»

Nathan tornò sdraiato lanciando un sospiro stizzito. Stava per morire, avrebbe voluto passare i suoi ultimi momenti in compagnia dell'amico.

E poi, perché lui e Xerxes erano tenuti in stanza insieme e Yan doveva stare da solo?

Era intento a massaggiarsi i polsi segnati dalle morse, quando udirono un giro di chiavistello.

La porta della camera si aprì, rivelando un uomo vecchio e dal lungo pelo albo sul mento, la pelle era ovunque spiegazzata e ricoperta di chiazze violacee.

Gli occhi pesti dalla vecchiaia li scrutarono, prima di soffermarsi su Xerxes. «Oh, Vostra Altezza, venite su a respirare un po' d'aria di mare, vi farà bene. Anche a te, ragazzo» aggiunse frettoloso a Nathan.

Senza dar loro il tempo di rispondere, il vecchio uscì strascicando i crespi piedi scalzi.

Nathan si alzò cauto – gli stivali ancora compressi alle caviglie – e scambiò un'occhiata dubbiosa con Xerxes. Si affacciarono in corridoio in tempo per vedere la gobba del vecchio scomparire al piano superiore.

«Non teme che possiamo aggredirlo alle spalle?» sussurrò Nathan.

Incredibilmente, Xerxes abbozzò un sorrisetto. «Mi piace il tuo modo di ragionare.»

«B-beh, mi sembra logico» si giustificò l'altro, cercando di non fargli notare quanto fosse rimasto lusingato dal complimento. «Lui è vecchio e solo, e noi siamo in due. Potremmo anche andare a liberare Yan, allora saremmo in tre. Finora non abbiamo avuto una possibilità, ma adesso...»

«Dimentichi il resto della ciurma.»

«Ciurma?» Nathan passò la lingua sul leggero spazio tra gli incisivi superiori. «Dubito che ci siano altri uomini oltre a lui su questa barca. Voglio dire, sanno che noi siamo senza poteri, e non credo che vostro padre rinuncerebbe ad alcune guardie per una missione dove la loro presenza risulterebbe inutile.»

Xerxes lo lasciò sempre più sorpreso nell'annuire soddisfatto. «Molto bene.»

«Ehm, Xerxes, m-mi state mettendo alla prova?»

«Sì, mi piace testare la scaltrezza delle persone. È un buon modo per conoscerle meglio.»

Nathan si sentì imbarazzato. Il principe Xerxes aveva un modo davvero strano per approcciarsi agli altri.

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